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L'embargo egiziano a Gaza

di Miguel Martinez - 12/12/2008

 

Gaza confina con due stati, e non con uno solo.

E tutti e due gli stati impongono lo stesso embargo a Gaza.

Alcuni mesi fa, un convoglio di aiuti per la striscia di Gaza, raccolti in Egitto, è stato intercettato già alla partenza al Cairo. Dopo l'intercettazione, gli organizzatori del Comitato Popolare per eliminare il blocco della Striscia di Gaza si sono rivolti ai tribunali amministrativi. Il tribunale amministrativo aveva sentenziato l'illegalità dell'intercettazione.

Forti di questa sentenza, sabato scorso è partito un nuovo convoglio, accompagnato da ben 50 parlamentari. Il convoglio è stato bloccato di nuovo al punto di partenza, nella piazza antestante il Consiglio di Stato nel Cairo. Due giornalisti sono stati arrestati.

Susanne Scheidt, esperta conoscitrice del conflitto israelo-palestinese, fa una
ricostruzione chiara del decisivo ruolo dell'Egitto nell'embargo a Gaza. Si tratta di un messaggio in un forum, scritto di getto,  per rispondere a una domanda, quindi mancano le fonti: in realtà Susanne Scheidt segue direttamente la stampa in lingua araba e ha numerosi contatti da quelle parti.



Re: Quando la voce è grossa per nascondere la vergogna...
Inviato da: "Susanne Scheidt"
Data: Gio 11 Dic 2008 2:18 am

Il regime di Mubarak si mantiene in piedi solo grazie agli USA che in pratica coprono le spese per l'intero apparato di "sicurezza", polizia inclusa. Il giorno che questo finanziamento non arrivasse più, il goffofaraone ed i parassiti che lo circondano, verrebbero spazzati via.

In Egitto c'è un'intera squadra di "esperti" del Pentagono che gestiscono la chiusura del confine con la Striscia di Gaza. Per proteggere questi "esperti" nel loro "lavoro", il regime di Mubarak ha arrestato senza mandato migliaia di residenti del Sinai. Centinaia sono ancora in prigione, senza accusa, per cui senza possibilità di difendersi.

Per risparmiare agli "esperti" americani che "lavorano" lungo il Philadelphi Road l'imbarrazzo di imbattersi nei convogli che vorrebbero portare aiuti ai palestinesi della Striscia di Gaza, il regime intercetta questi convogli già alle porte del Cairo.

Su disposizione degli USA il governo egiziano si rifiuta di adempiere ad una sentenza emessa dal Tribunale in novembre, che aveva dichiarato illegale un affare concluso nel 2005 tra i regimi di Tel Aviv e del Cairo, senza l'approvazione da parte del parlamento: si tratta della vendita di gas egiziano ad Israele, ad un prezzo di circa un quarto rispetto al prezzo del gas naturale sul mercato mondiale; questa svendita del gas egiziano al regime di Tel Aviv procura all' Egitto una perdita di 9 milioni di dollari al giorno.

Così come sono iniziate le forniture di gas a prezzi stracciati, quest'anno, la collossale sovvenzione delle forniture ad Israele è stata fatta pagare alle masse popolari egiziani con il ritiro delle sovvenzioni sul prezzo del grano, causando l'esplosione del prezzo  del pane.

Il regime cerca di contenere l'inevitabile protesta popolare contro il suo ruolo da pedina dell'asse USA-Israele perseguitando i Fratelli Musulmani, arrestandoli e sequestrando i loro beni.