Il Ribelle (nuovo numero)
di redazionale - 12/12/2008
Chi siamo e cosa vogliamo
di Massimo Fini
“Il vuoto interiore non potrà mai essere riempito con le scoperte o conquiste materiali esteriori, per quanto straordinarie, anzi in questo modo non farà che allargarsi”. Così parlava verso la fine del 1400 Girolamo Savonarola. Del resto nei secoli precedenti la Scolastica (Tommaso d’Aquino, Nicola Oresme, Giovanni Buridano, Gabriel Biel, Molina de Lugo) aveva condotto una lunga, e per molto tempo vincente, battaglia non solo contro il profitto e l’usura ma anche contro l’interesse puro e semplice e in quest’ultimo caso con un’argomentazione assai sottile: il tempo è di Dio, cioè di tutti, e quindi non può essere oggetto di mercato (se i neocon e i teodem se ne fossero ricordati forse non saremmo giunti al crack di oggi). Papa Alessandro VI, non volendo probabilmente perdere troppo i contatti con i “tempi moderni”, condannerà a morte Savonarola e, con lui, la Chiesa perché nel giro di qualche secolo l’Occidente sarà completamente desacralizzato. Quando Nietzsche negli anni ‘80 dell’Ottocento proclama “la morte di Dio” constata semplicemente, sia pur con un certo anticipo, che Dio è morto nella coscienza dell’uomo occidentale. (...)
Un’altra scuola, un’altra società
di Eduardo Zarelli
L’autunno delle contestazioni studentesche ha molti commentatori. Non basta insegnare in un liceo per dire cose non banali, ma perlomeno garantisce una testimonianza credibile; infatti, ci si sente schizofrenici nel vedere tanta tensione sui media rispetto all’ordinaria vita scolastica di un istituto centrale in una importante città italiana. Plesso occupato e centro di agitazione per qualche giorno, partecipe per la maggior parte dei suoi studenti e insegnanti al recente sciopero generale, ma in tutto ciò privo di qualsiasi nota difforme dalla ciclicità stagionale degli eventi descritti. (...)
Che gli uomini tornino uomini
di Eduardo Fiorillo
Mi fanno schifo gli ultras, quelli buonisti, quelli dello striscione “non siamo delinquenti”, quelli che cercano una giustificazione dove non c’è e non ci può essere ed è giusto che non ci sia. Mi guardo dentro e penso cosa può essere cambiato, cos’è che spinge l’uomo a voler dimostrare che mai su di lui, il vizio, la violenza, l’ingiustizia prendano il sopravvento seguendo una ancestrale voglia di ritornare verso le radici animalesche e barbare.(...)
Diritto allo studio, che inganno
di Federico Zamboni
A scuola ci siamo stati tutti, chi più e chi meno. Abbiamo visto quello che c’è di buono (poco) e quello che c’è di male (tanto, a volte tantissimo). Quali che siano stati i nostri percorsi, dalle elementari alle medie inferiori, dalle superiori all’università, almeno una cosa l’abbiamo potuta osservare innumerevoli volte: le aule sono piene di ragazzi che non hanno voglia di studiare e, simmetricamente, le cattedre sono spesso occupate da professori che, per incapacità intrinseca o per sopravvenuta indolenza, non hanno voglia di insegnare. (...)
Talis pater, talis filius
di Carlo Gambescia
Scuola, università e mobilità sociale. Messo così, in sociologhese, l’argomento sembra più adatto a un seminario universitario sulla società italiana. Invece si tratta di una tema “caldo” che riguarda tutti, come dimostrano, da ultime, le manifestazioni di protesta contro i provvedimenti del ministro Gelmini. Una questione che chiama in causa Sua Maestà il Denaro. (...)
Aggiungi un posto in cattedra
di Francesco Bertolini
Riforma dell’università! L’esplosione dei corsi di laurea, con l’inaugurazione di sedi distaccate ha caratterizzato gli ultimi anni accademici. Corsi di laurea fantasmi ma cattedre e stipendi veri; cattedre nate per collocare migliaia di “protetti”, di pseudo professori e ricercatori, incapaci, come uccelli nati in cattività, di spiccare il volo e di sopravvivere in ambienti di libero mercato, tanto invocato spesso nei loro insegnamenti. (...)
Università da rifondare
di Bianca Berardicurti
Quando l'Università si ammalò, nessuno ebbe ad accorgersene. Per questo motivo, anche se sarebbe facile semplificare in tal senso, bisognerà ammettere che il Decreto Gelmini (ovvero la legge del Taglione), non uccide, quanto piuttosto si accanisce su un corpo ormai già praticamente esanime. (...)
Università libera, ma di Bruxelles
di Ferdinando Menconi
Riforme universitarie. Ognuno pronto con la sua riforma che sistemi tutto ma che nulla cambi, soprattutto che nulla cambi. Studenti che manifestano legittimamente nelle piazze, ma troppo sinistramente a fianco dei professori; troppi capetti che all’università chiedono una carriera di ricercatori e non una preparazione che consenta loro di entrare a testa alta nel mondo del lavoro. Talmente troppi aspiranti “ricercatori” nella protesta che mi sorgono legittimi dubbi sul fatto che si voglia realmente, anche dal basso, riformare l’università per il meglio, perché svolga il suo ruolo in maniera efficace, sia per lo studente che per la società, e non sia solo una fabbrica di stipendi o un parcheggio per studenti a vita. (...)
America Latina:
il nuovo mondo possibile?
di Alessia Lai
La crisi che di recente ha colpito la finanza internazionale è globale, ma non ovunque ha avuto gli stessi effetti. Premesso che il vero tracollo economico planetario non lo abbiamo ancora visto, le economie meno coinvolte nella rete della finanza speculativa e, soprattutto, i Paesi più abituati a fare conti con una povertà endemica, hanno risentito molto meno, anche psicologicamente, del crollo finanziario che tanto ha spaventato il ricco Occidente. (...)
“Economia della Felicità”
di Valerio Lo Monaco
Eppure esiste qualcosa che cambia, in positivo stavolta, e che difficilmente – quando non mai – è registrata dai media di massa e dagli intellettuali e commentatori embedded al sistema dominante. Esiste una marea montante di persone che ha messo a fuoco l’impalpabilità di una vita condotta alla rincorsa perenne dell’accumulo di materiale, di merce, di oggetti. Che ha capito l’inutilità – e probabilmente la follia – di dipendere dal (surplus di) lavoro necessario ad accumulare denaro per avere la capacità, poi, di spenderlo. (...)
La Casta delle Caste
di Alessio Mannino
Ed è arrivato anche l’aggiornamento al libro-tormentone di questi ultimi due anni. Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo hanno aggiunto le ultime notizie alla loro magistrale inchiesta su sprechi e privilegi della politica, la Casta (Rizzoli). I detrattori, in genere gli stessi mandarini sotto accusa, li hanno additati come qualunquisti, quasi come antidemocratici. Ma non è così. (...)
Intervista a Daniele Luttazzi:
“Vita dura per i troppo liberi”
Partiamo dalla stretta attualità: negli Usa hanno eletto Obama e i media magnificano l’evento, come se i guasti del passato fossero definitivamente alle spalle e ci attendesse una rinascita generale. Come minimo occidentale. Forse addirittura planetaria. Ti associ anche tu all’euforia generale?
L’euforia generale è dovuta soprattutto al cambiamento che Obama ha promesso. A settembre ero a New York da Letterman il pomeriggio che ha intervistato Obama. Ero in prima fila, Obama era a cinque metri da me, me lo sono studiato bene. Dopo la sua prima risposta il pubblico era già in visibilio: Obama non dice nulla di diverso da quello che i democratici USA hanno sempre detto, ma sa dirlo in maniera avvincente. (...)
Usciti ieri:
“Il Lupo della Steppa”
di Valerio Lo Monaco
Il Lupo della Steppa di Hermann Hesse è un libro ad altissimo rischio odio. Almeno da parte di quanti - e sono molti - se lo sono visto imporre durante gli studi medi. Ma è anche un libro a serio rischio di interpretazione superficiale. Oltre che un libro di una visionaria capacità psicologica ed analitica sulla natura umana e sugli sviluppi sociali del Novecento e oltre. (...)
Borderline: Il posto di Rosai
di Lucia Casellato
All’inizio di quest’anno, a Firenze, una mostra ha celebrato il cinquantenario della morte, avvenuta ad Ivrea nel 1957, del pittore Ottone Rosai. L’evento ha fornito l’occasione, a critici e giornalisti, non solo e non tanto per tornare a discutere e rivedere criticamente l’opera pittorica dell’artista, sulla quale non sembra aver mai gravato nessun pregiudizio, quanto piuttosto per ristudiare le sue posizioni culturali e soprattutto politiche, che negli anni lo resero inviso sia alla destra sia alla sinistra decretando, di fatto, una sorta di messa al bando intellettuale. (...)
Bruce Springsteen
The Seeger Session
di Federico Zamboni
Volete una formuletta? Il folk è il contrario del pop. Il folk è artigianato, il pop è industria. Il folk – quello vero, non le rievocazioni posticce a uso e consumo dei turisti, o di qualsiasi altra varietà di consumatori occasionali che si avvicinano per curiosità e si allontanano per distrazione – cattura la vita reale e la custodisce a lungo. È legno lavorato a mano. Con gli attrezzi che si hanno a disposizione al momento e facendo di necessità virtù. Con quel tanto di imperfezione che ci sta alla perfezione e che ricorda, da subito, che è una cosa fatta da uomini per altri uomini. (...)