Gaza, parole di guerra tra Israele e Hamas
di Carlo M. Miele - 22/12/2008
A solo poche ore dalla fine ufficiale della tregua, Israele e Hamas hanno intensificato le scaramucce lungo il confine della Striscia di Gaza.
Circa una trentina di razzi e colpi di mortaio sono stati lanciati nel fine settimana dai militanti palestinesi, colpendo il sud di Israele. Un razzo ha centrato un’abitazione nei pressi di Sderot, senza causare feriti, mentre un militante palestinese è stato ucciso nel corso di un raid aereo israeliano.
Poca cosa, comunque, rispetto a quello che potrebbe avvenire sullo stesso fronte nel corso delle prossime settimane.
Ieri, i due principali candidati alle elezioni israeliane del prossimo 10 febbraio hanno dichiarato di essere intenzionati – in caso di vittoria alle urne - a “rovesciare” Hamas.
In un meeting con i suoi sostenitori, l’attuale ministro degli Esteri e candidato del partito Kadima, Tzipi Livni, ha detto che se diventerà capo del governo tenterà di rovesciare la formazione islamica che dal giugno 2007 controlla la Striscia.
"Lo stato di Israele e il governo da me guidato considereranno un obiettivo strategico rovesciare il regime di Hamas a Gaza”, ha detto il ministro, precisando che per riuscirci potranno essere usati “mezzi militari, economici e diplomatici”.
Parole analoghe ha usato nelle stesse ore il suo avversario Binyamin Netanyahu. Durante una visita ufficiale a Sderot, il leader del partito Likud ha accusato l’attuale governo di essere troppo “passivo” e ha invocato una "politica di attacco più attiva".
"Nel lungo termine – ha detto – il rovesciamento del regime di Hamas è inevitabile”
Alle minacce israeliane ha risposto prontamente il capo del governo di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh, affermando che “niente può uccidere il nostro popolo” e ribadendo che la fine della tregua e la nuova escalation non sono imputabili ai palestinesi, ma alla controparte israeliana che “avrebbe dovuto attenersi alle condizioni della tregua”.
Oggi, il movimento islamico ha annunciato l’inizio di un cessate il fuoco di 24 ore (a partire dalla mezzanotte di domenica) da parte delle varie fazioni armate di Gaza, ma ha anche ribadito di essere pronta a rispondere a una eventuale massiccia offensiva israeliana nella Striscia.
La tregua di un giorno serve "per dare una possibilità alla mediazione egiziana e dimostrare che il problema sta sempre dalla parte israeliana", ha detto alla Reuters il portavoce di Hamas, Ayman Taha, precisando tuttavia che, in caso di attacco israeliano, i palestinesi sono intenzionati a ricorrere a nuovi attentati suicidi nello Stato ebraico.
L’escalation nella enclave palestinese preoccupa la comunità internazionale, soprattutto in virtù della già gravissima situazione umanitaria.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha avvertito che una "grossa escalation di violenze avrebbe gravi conseguenze sulla protezione dei civili in Israele e a Gaza, sul benessere sociale della popolazione di Gaza, e sulla sostenibilità degli sforzi politici".
Video sulla situazione umanitaria di Gaza (Australians for Palesatine)