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Gaza, non sei stata abbandonata!

di Free Gaza - 23/12/2008

 

 


“La Striscia di Gaza è sotto assedio da quasi due anni. Sette valichi in tutto che collegano Gaza con il resto del mondo sono stati chiusi. Materie prime, cibo, ricambi, macchinari per le cure sanitarie e decine di prodotti di prima necessità non sono potuti entrare a Gaza. Questo ha significato la cessazione di progetti di costruzione e riparazione di case e infrastrutture essenziali, che ha lasciato Gaza in uno stato d’acuta povertà e caos”, riferisce Sameh Habeeb, un fotogiornalista di Gaza.

Il movimento “Free Gaza”, un gruppo per i diritti umani, lo scorso agosto ha mandato due navi a Gaza. Erano le prime imbarcazioni internazionali ad arrivare in quel porto dopo 41 anni. Da allora sono stati compiuti con successo altri tre altri viaggi, grazie ai quali parlamentari, attivisti e operatori per i diritti umani ed altri personaggi hanno potuto osservare in prima persona gli effetti delle politiche draconiane attuate contro i civili di Gaza. Il 20 dicembre si è svolto il quinto viaggio, che questa volta ha portato a Gaza una delegazione del Qatar. (Un video della durata di due minuti è visibile a http://www.youtube.com/watch?v=P2pBlFcIrss.) Il ritorno è previsto per il 23 dicembre. Ora altre navi, soprattutto da trasporto merci, devono seguire il nostro esempio.
Altri argomenti di questo numero: il Presidente Abbas definisce gli sforzi di “Free Gaza” un “gioco sciocco”, Mazin Qumsiyeh chiede “Come mai restano in silenzio gli europei?”, Fida Qishta racconta le attività dell’ISM a Gaza, abbiamo un reportage sulle “Storie della Gente di Gaza” dal sito web Free Gaza e un pensiero della settimana. La foto di questa settimana, “Bambini in un campo rifugiati a Gaza” (912 x 684 pixel, 72 dpi), di Sameh A. Habeeb, può essere scaricata qui:
http://picasaweb.google.com/sameh.habeeb/HelpingChildrenAndFamiliesInGazaRefugeeCamps#5251965722788707138
 

Free Gaza # 5: La delegazione del Qatar la prima di un Paese arabo a rompere l’assedio
La nave del Movimento “Free Gaza”, la Dignity, il 19 dicembre ha mandato a Gaza un’altra tonnellata di medicinali, latte in polvere per neonati e regali. È arrivata nel Porto di Gaza alle 8.00 il giorno successivo, dopo che la Marina israeliana ha minacciato di salirvi e di portare via con la forza i due israeliani a bordo. “Sappiamo che avete due israeliani a bordo, quindi dovete tornare indietro oppure noi saliamo e li facciamo scendere noi,” ha detto la voce alla radio. “Andiamo a Gaza,” ha replicato Huwaida Arraf, il direttore della delegazione. Questa volta le donazioni provenivano dal popolo del Qatar, e due inviati di quel paese hanno accompagnato i rifornimenti. Gli inviati del Qatar verificheranno lo stato degli ospedali, delle scuole e dei centri per i civili e al ritorno offriranno raccomandazioni su come aiutare i palestinesi assediati a ricostruire le infrastrutture che Israele ha distrutto. Uno dei progetti di cui c'è molto bisogno è la riparazione del sistema fognario che la gente di Gaza non ha potuto sistemare dato il divieto di ingresso di materiali essenziali a questo compito come il legno, l'acciaio e il cemento. L’unico modo in cui questi materiali possono entrare a Gaza è per mezzo di navi mercantili. “Questo è solo l’inizio. Quando avremo fatto una valutazione della situazione sul posto, potremo tornare dalla gente del Qatar e spiegarle come tutti noi possiamo essere d’aiuto. Siamo felici di poter finalmente venire a vedere come possiamo lavorare insieme per contribuire ad alleviare le sofferenze delle persone che vivono a Gaza in questa terribile situazione”, ha detto Aiz Al-Qahtani, uno degli inviati del Qatar. La Dignity ha anche riportato a casa due palestinesi che desideravano ricongiungersi con le loro famiglie, e anche altri arabi che non hanno mai potuto visitare la Palestina a causa dell’occupazione israeliana. Insieme a queste persone e agli operatori per i diritti umani c'erano a bordo due cittadini israeliani, compreso un giornalista della TV israeliana Channel 10.
Nel viaggio di ritorno da Gaza a Cipro, martedì, ci saranno quattro palestinesi cui è stato negato il diritto di lasciare Gaza, anche se hanno la cittadinanza di altri paesi. Sperano di rivedere i parenti che non hanno visto per anni. Si veda il comunicato stampa a
http://www.freegaza.org/index.php?module=latest_news&id=22eb1aaa4bbacdf8937fc7dfad86fd67&offset= 


Mousa Ejjawi, I diritti dei bambini di Gaza

Non chiediamo il permesso a Israele 
Il Movimento “Free Gaza” vorrebbe correggere alcune dichiarazioni fatte dal Presidente palestinese Mahmoud Abbas in un’intervista rilasciata l’11 dicembre al giornale Al-Sharq al-Awsat in cui Abbas suggerisce che i nostri sforzi sono coordinati con Israele, che non sono altro che un “gioco sciocco” e che non stiamo veramente rompendo l’assedio. Non coordiniamo nessuna delle nostre azioni con Israele. Israele ha abusato in modo atroce della sua autorità in qualità di potenza occupante infliggendo una punizione collettiva al popolo di Gaza e negando ogni basilare diritto umano a questa gente. Allora come riusciamo ad entrare mentre altre azioni vengono bloccate dalle autorità israeliane? Perché abbiamo rimosso il pretesto della “sicurezza”. Tra le altre cose, rendiamo pubblica la lista dei passeggeri; partiamo da un paese europeo neutrale; e ci sottoponiamo alle ispezioni delle autorità portuali cipriote perché verifichino che non portiamo cose che potrebbero essere considerate una minaccia alla sicurezza d’Israele. Salpiamo dalle acque di Cipro, in acque internazionali, senza entrare in acque israeliane. Israele si rende conto che non può fermarci senza usare la forza, perché non sarà facile farci cambiare rotta. La dichiarazione di Abbas che i nostri movimenti sono coordinati con Israele è frutto di disinformazione. Nonostante ciò, ha ragione quando afferma che non rompiamo l’assedio di Gaza. Il Movimento “Free Gaza” continuerà a mandare navi a Gaza per sfidare l’incarcerazione del milione e mezzo di palestinesi a Gaza, e sicuramente andremo avanti nel nostro lavoro per ottenere libertà e giustizia per tutti i palestinesi. Non abbiamo bisogno del permesso d’Israele e non lo chiederemo mai. Abbiamo invece bisogno che il Presidente Abbas, il mondo arabo e la comunità internazionale tutta si uniscano a noi. Il comunicato stampa è qui:
http://www.freegaza.org/index.php?module=latest_news&id=041f02d610102ad412c3f92ec140d2af&offset= 

Come mai gli europei restano in silenzio? 
di Mazin Qumsiyeh, http://qumsiyeh.org.
A Cipro, alla nostra conferenza “Azione di Coordinamento per l’Innovazione e Ricerca Mediterranea” e nelle strade abbiamo parlato con molti europei. Ho chiesto come mai gli europei restano in silenzio sul lento genocidio a Gaza: se non sono interessati al milione e mezzo di persone di Gaza, sono almeno preoccupati per il loro ambiente? Gli scarichi delle fognature di 1,5 milioni di persone finiscono direttamente nel Mediterraneo perché l’assedio di Gaza da parte d’Israele ha tagliato la corrente alle centrali di depurazione e proibisce l’arrivo di materiali cruciali per il loro funzionamento. I rifiuti e le acque nere di 1,5 milioni persone, molte delle quali ammalate e malnutrite, sono spinti dalle correnti di Suez e del Delta del Nilo verso il nord alle coste europee (oltre che verso Tel Aviv!). Perché non si protesta? Il lato positivo è che tutti si mobilitano appena vengono informati, quindi dobbiamo dedurre che ci spetta il compito di informare e educare ancora più profondamente. Infatti gli europei si stanno mobilitando, e Cipro è il centro di quell’attività. A Cipro ho avuto il privilegio di incontrare due persone impegnate nel Movimento “Free Gaza”, che ora regolarmente invia delle navi a Gaza sfidando l’assedio. Gli attivisti hanno anche scortato le barche che pescano al largo della costa di Gaza. Israele ha confiscato tre dei cinque carrelli di pesce, riducendo il pescato da 1,5 tonnellate a sole 0,5 tonnellate! Ma questa lotta esemplare continua! Recentemente, grazie alle lettere di attivisti, il Parlamento Europeo ha posticipato una votazione su un accordo per promuovere ulteriormente le relazioni tra Israele e l'Unione Europea. Purtroppo i ministri degli esteri europei, molto più interessati agli interessi imperialistici e speciali, hanno votato al loro posto e hanno regalato a Israele l'accordo. Non possiamo permettere che sostengano l’apartheid in questo modo. Se sei un cittadino europeo, scrivi loro una lettera.


Haytham Ahmed
La radio : riprovazione per l’assedio israeliano a Gaza
Anziano : Sono proteste dal mondo arabo ¿
Giovane : No, dall’Europa

Le attività dell’ISM a Gaza 
di Fida Qishta, Coordinatore di ISM Striscia di Gaza.
L’International Solidarity Movement (ISM, http://www.palsolidarity.org) è un’organizzazione palestinese per i diritti umani la cui sede principale si trova in Cisgiordania. Il progetto principale di ISM Gaza nel corso degli ultimi tre o quattro mesi è consistito nell'azione di scorta ai pescatori, che è una continuazione delle azioni svolte dal Movimento “Free Gaza” durante la sua prima missione a Gaza. Membri delle successive delegazioni di “Free Gaza” hanno partecipato alle azioni dell’ISM per i pescatori. Abbiamo anche contribuito a inaugurare una più ampia campagna di sostegno per i pescatori palestinesi. Il nostro sostegno agli agricoltori di Gaza durante la raccolta delle olive si è svolto su invito dell’Iniziativa Locale di Beit Hanoun. Questa parte del lavoro dell'ISM nella Striscia ha costituito una parte della campagna del 2008 di raccolta delle olive. Abbiamo partecipato a una dimostrazione di agricoltori nella “zona cuscinetto” organizzata dall'Union of Agricultural Work Committees (UAWC), il sindacato dei lavoratori agricoli, e abbiamo preso parte a una conferenza di associazioni agricole di Gaza, dove uno dei volontari ha parlato della storia dell’ISM, i suoi scopi, principi e lavoro attuale. L'ISM di Gaza ha partecipato a eventi organizzati dalla Popular Campaign Against the Siege (Campagna popolare contro l’assedio), come una manifestazione a lume di candela e una protesta contro l’assedio al valico di Erez. Abbiamo partecipato a una manifestazione organizzata da associazioni di pescatori di Gaza e PNGO contro le restrizioni imposte alla zona di pesca lungo la costa di Gaza e gli attacchi contro i pescatori compiuti dalla Marina Israeliana. Abbiamo anche partecipato a una manifestazione al valico di Erez organizzata dall'Iniziativa Locale di Beit Hanoun, per protestare contro l'inasprimento dell’assedio e contro il sequestro dei pescatori palestinesi e di osservatori internazionali dei diritti umani.

Racconti dalla gente di Gaza 
"Racconti dalla Gente di Gaza” è una sezione del sito di “Free Gaza” dove abbiamo raccolto le testimonianze di persone che vivono nella Striscia di Gaza. Per ora sono soprattutto in inglese e non sono molte. Con questi racconti di vita vogliamo mostrare che lì vivono delle persone, gente che ha ogni diritto alla vita e alla felicità. Quasi la metà della popolazione di Gaza ha meno di 18 anni. Leggete le testimonianze qui: http://www.freegaza.org/index.php?language=EN&module=stories  


Pensiero della settimana 
"Israele agisce come se avesse qualcosa da nascondere, e suppongo che sia così. Condanno gli abusi dei diritti umani, non importa chi li commetta o quale sia la loro storia. Insisto che Israele rispetti i diritti umani e permetta agli osservatori internazionali di verificare che lo sta facendo”. Dr. Bill Wilson, SNP, MSP per la Scozia dell’Ovest, http://www.billwilsonmsp.org.
Testo della Mozione S3M-031 16 Bill Wilson (West of Scotland) (Scottish National Party): La Detenzione del Rapporteur Speciale sui Diritti Umani da parte di Israele – “Che il Parlamento prenda atto della detenzione del Professor Richard Falk, rapporteur speciale dell’ONU per i diritti umani nei territori Palestinesi occupati dal 1967, che gli vieta l'accesso ai territori Palestinesi e ad Israele: prenda atto anche che ciò sarebbe dovuto alla sua dichiarazione secondo cui l’assedio del territorio di Gaza è un “Olocausto in atto”, che Israele ha precedentemente negato l’accesso all'Arcivescovo Desmond Tutu mentre era in missione esplorativa a Gaza e che ha deportato osservatori internazionali che scortavano i pescatori di Gaza, che se Israele non fosse colpevole di abusi dei diritti umani in Palestina avrebbe dato il benvenuto agli osservatori, e che negando loro l'ingresso non fa che confermare ciò che si dice della brutta piega presa dalla politica d’Israele”.

La Newsletter del Movimento Free Gaza e il sito web http://freegaza.org presentano le notizie e le informazioni di base sul Movimento non-violento “Free Gaza” e le sue azioni per rompere l’assedio di Gaza e della Palestina. Questo numero è stato curato da Anis Hamadeh a Magonza, in Germania anis@anis-online.de. Traduzione in tedesco a http://www.anis-online.de/2/freegaza/newsletter/03.htm#dt, traduzione in italiano di Mary Rizzo per www.tlaxcala.es. Abbonamento alla newslist “Friends of Gaza” a https://lists.riseup.net/www/subscribe/gazafriends, contatto per Free Gaza friendsofgaza@gmail.com. Aggiornamenti a Free Gaza media http://www.freegaza.org/uploads/media/free_gaza_in_the_media.pdf. Per notizie quotidiane sulla Palestina: http://www.theheadlines.org 

 


Originale: Gaza, You Are Not Alone!

Articolo originale pubblicato il 22/12/2008

L’autore

Mary Rizzo è membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica. Questo articolo è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne autori, traduttori, revisori e la fonte.

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