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I collaborazionisti arabi mobilitano i propri servizi di sicurezza contro i manifestanti

di Ernesto Ferrante - 03/01/2009

 
I collaborazionisti con gli aggressori della striscia di Gaza hanno mobilitato i propri servizi di sicurezza per reprimere ed impedire le manifestazioni di sostegno ai palestinesi di Gaza. Nella West Bank occupata sono entrati in azione gli agenti di Abu Mazen. A Ramallah, dove ieri si è svolta la manifestazione più grande, c'era il divieto di sventolare bandiere di Hamas o scandire slogan a sostegno del movimento di resistenza islamico.

Alcune persone sono state arrestate. Ad Amman la polizia giordana ha sparato gas lacrimogeni verso la folla che gridava "Non c'è posto per ambasciate israeliane nel mondo arabo" (la Giordania ne ospita una). Allo stadio di Amman si sono raccolti in 30 mila per protestare. Al Cairo e in altre città dell'Egitto, da Alessandria ad Ismailiya, migliaia di agenti del regime di Hosni Mubarak sono in stato di massima allerta e ieri, come anche il giorno prima, hanno aggredito quanti si sono raccolti per manifestare contro la carneficina in corso a Gaza. Il numero dei fermati al Cairo non è noto, ma si tratta di diverse centinaia di persone, di cui alcune decine sono state successivamente dichiarate in arresto. Ai giornalisti è stato impedito l'accesso nei luoghi dove le proteste hanno avuto luogo. Ci sono stati violenti scontri anche ad al Arish, capoluogo del Sinai, dove hanno manifestato in circa 5 mila.