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Quale mercato transatlantico?

di Jean-Claude Paye* - 08/01/2009

 



Una risoluzione del Parlamento europeo del maggio 2008 opera una legittimazione del progetto di creazione di un grande mercato transatlantico per il 2015. Essa ha in vista l’eliminazione delle barriere commerciali di ordine doganale, tecnico o regolamentare, nonché la liberalizzazione dei pubblici mercati, della proprietà intellettuale e degli investimenti. L’accordo prevede una progressiva armonizzazione delle regolamentazioni e, soprattutto, il reciproco riconoscimento delle regole in vigore sulle due sponde dell’Atlantico. In pratica, ad essere applicato sarà il diritto americano.

Parallelamente, si sono svolte delle discrete discussioni al fine di creare uno spazio comune di controllo delle popolazioni. Un rapporto segreto, pensato dagli esperti di sei Stati membri, ha stabilito un progetto di creazione, entro il 2014, di un’area di cooperazione transatlantica in materia di « libertà, di sicurezza e di giustizia ». Si tratta di riorganizzare gli Interni e la Giustizia degli Stati membri « in rapporto alle relazioni estere dell’Unione Europea » ossia essenzialmente in funzione delle relazioni con gli Stati Uniti.

Più ancora del trasferimento dei dati personali e della collaborazione dei servizi di polizia, processo già largamente realizzato, l’implicazione della creazione di un tale spazio consiste nella possibilità, a termine, della consegna degli abitanti dell’Unione alle autorità statunitensi.

Ricordiamo che il mandato d’arresto europeo, che risulta dalla creazione di uno « spazio di libertà, di sicurezza e di Giustizia » tra gli Stati membri, sopprime tutte le garanzie che offriva la procedura di estradizione. Il mandato d’arresto si fonda sul principio di mutuo riconoscimento. Esso considera immediatamente conformi ai principi di uno Stato di diritto tutte le disposizioni giuridiche dello Stato richiedente.

L’istituzione di una tale aerea di cooperazione transatlantica farebbe sì che l’insieme dell’ordine di diritto statunitense sarebbe riconosciuto dai 27 e le domande americane di estradizione, dopo semplici controlli di procedura, sarebbero automaticamente esaudite.

Ora, negli Stati Uniti, il Military Commissions Act of 2006 permette di perseguire o di imprigionare indefinitamente ogni persona definita come nemico dal potere esecutivo. Questa legge interessa tutti gli abitanti di un paese con il quale gli USA non sono in guerra. Si è perseguiti come « nemico combattente illegale » non su elementi di prova, ma semplicemente perché si è definiti come tale dal potere esecutivo. Questa legge di portata internazionale non è stata contestata da nessun governo straniero.

Il parallelo tra la liberalizzazione degli scambi tra i due continenti ed il controllo americano delle popolazioni europee esiste durante i 13 anni che è durato il processo di negoziazione.

I progressi nella creazione di un mercato transatlantico sono dovuti all’azione di un istituto euro-americano, il Transatlantic Policy Network. Fondato nel 1992 e raggruppante parlamentari europei, membri del Congresso degli Stati Uniti e di imprese private, esso fa appello alla creazione di un blocco euro-americano ai livelli politico, economico e militare. È sostenuto da numerosi think tanks come l’Aspen Institute ed è alimentato finanziariamente da multinazionali americane ed europee.

Un elemento importante di questo « spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia », il trasferimento generale dei dati personali, è in via di conclusione.

Un rapporto interno scritto congiuntamente da negoziatori appartenenti al ministero della Giustizia e al Dipartimento della sicurezza interna per la parte americana e dal Coreper, un groupo di rappresentanti permanenti per quanto concerne l’Unione Europea, annuncia un accordo in questo senso per l’inizio del 2009.

I negoziatori si sono già messi d’accordo su 12 punti principali. Di fatto, si tratta di consegnare in permanenza alle autorità americane un serie d’informazioni private come il numero della carta di credito, i dettagli dei conti bancari, gli investimenti realizzati, gli itinerari di viaggio o le connessioni internet, nonché delle informazioni legate alla persona come la razza, le opinioni politiche, le consuetudini, la religione…

Gli Americani inscrivono le loro pretese nel contesto economico. L’implicazione non è quella di poter trasmettere quei dati alle autorità amministrative, cosa già ampiamente realizzata, ma di poterli consegnare legalmente al settore private. Si tratta di rimuovere ogni ostacolo legale alla diffusione delle informazioni e di garantire costi più bassi possibile. Prima di tutto va assicurata la redditività del mercato.

I negoziatori europei hanno abbandonato la loro legalità per quanto riguarda la necessità di un controllo indipendente e hanno accettato i criteri americani. Essi ammettono che il potere esecutivo si sorvegli da solo considerando che il sistema di controllo interno del governo americano offra garanzie sufficienti. Hanno accettato che i dati riguardanti la «razza, la religione, le opinioni politiche, la salute, la vita sessuale, siano utilizzati da un governo a condizione « che le leggi domestiche forniscano delle protezioni appropriate ». Ogni governo potrebbe decidere da solo se rispettare o meno quest’obbligo.

Il processo che conduce all’istituzione di un grande mercato transatlantico è l’inverso di quello della costruzione dell’Unione Europea. Il mercato comune europeo è prima di tutto una struttura economica basata sulla liberalizzazione degli scambi di merci.

Il grande mercato transatlantico si fonda sul primato del diritto americano. Esso è innanzitutto una costruzione politica: è ventilata pure la creazione di un’Assemblea transatlantica. L’esercizio della sovranità delle autorità statunitensi sulle popolazioni europee e la legittimazione di questo potere da parte dell’Unione sono le condizioni della messa in campo di nuovi rapporti di proprietà e di scambio: trasformare i dati personali in merci e liberare questo grande mercato da ogni ostacolo.

giovedì 20 novembre 2008

*Jean-Claude Paye Sociologo, autore di « La fin de l’Etat de droit » (La Dispute)



Fonte:
http://www.lesoir.be/forum/cartes_blanches/carte-blanche-quel-marche-2008-11-20-663885.shtml