Gaza: la tregua continua ad essere unilaterale
di Micaela Sperduti - 24/01/2009
Dopo l’instaurazione del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, anche i giornalisti stranieri hanno avuto modo di entrare nella Striscia di Gaza e riportare gli effetti di tre settimane di combattimenti. Noi abbiamo deciso di farci raccontare questi primi giorni di tregua da chi ha vissuto dall’interno anche i giorni precedenti. Vittorio Arrigoni, attivista italiano dell’International Solidarity Movement, ha risposto alle nostre domande via telefono, da Gaza.
Innanzitutto, ti chiediamo di farci un bilancio di questi primi giorni di tregua e di ritiro dell’esercito israeliano.
La tregua continua ad essere unilaterale, questa mattina, a Gaza City ci sono stati spari e il conseguente ferimento di una donna; di ritorno a casa, vicino al porto, ho visto dei temerari pescatori lasciare il p orto con delle piccolissime imbarcazioni, sono state respinte con la forza dalle navi dell’esercito israeliano. Prima degli attacchi la pesca, e il relativo indotto, era l’attività principale per Gaza, dopo tre settimane di bombardamenti non c’è più pesce, l’unico reperibile è il tonno in scatola arrivato più di un mese fa dall’Egitto.
L’emergenza umanitaria non si è affatto conclusa, i valichi sono aperti con il contagocce; l’Ue ha congelato i fondi fin quando vi sarà al governo Hamas, e sinceramente questa posizione mi lascia perplesso, sembra quasi voglia legittimare il massacro subito da Gaza, ricalcando completamente la posizione di Olmert che boicotta uno dei pochi governi (quello di Hamas, ndr) democraticamente eletti nell’area mediorientale. Che Hamas possa piacere o non piacere - a me personalmente non piace - è un altro discorso; non per questo posso legittimare l’istigazione al colpo di stato o ad una guerra cancellando la scelta fatta democraticamente dalla popolazione di Gaza e scegliere di dare in mano i soldi ad Abu Mazen, il cui mandato è già scaduto.
Per far fronte alla crisi umanitaria, al blocco dei fondi stanziati dall’Ue e all’apertura molto limitata dei valichi, i palestinesi di Gaza si stanno attivando per rimettere in funzione i tunnel che collegano la Striscia con l’Egitto. Che notizie hai in merito?
Confermo che alcuni tunnel per fortuna funzionano. Ultimamente è arrivato del gasolio grazie al quale la popolazione civile ha potuto godere di qualche ora di corrente elettrica e riscaldamento. Logicamente l’immissione di gasolio nel mercato ha generato anche un sensibile calo nel prezzo al litro.
I governi arabi hanno stanziato 1miliardo di dollari per la ricostruzione, questi soldi sono utilissimi per la ricostruzione, ma da loro ci si aspetterebbe una maggiore pressione politica per liberare la Palestina visto che ne avrebbero tutte le possibilità. Non dimentichiamo che sono i maggiori fornitori di petrolio per il mondo intero, Israele compreso, e quindi, oltre che ad un fondamentale aiuto economico sarebbe ancor più fondamentale restituire libertà ad un popolo.
Quando ci siamo sentiti l’ultima volta la situazione di politica interna era molto particolare; testualmente ci avevi raccontato di “marxisti al fianco di islamisti”. Attualmente cosa puoi dirci?
Ancora è troppo presto per avere la certezza di come si svilupperà il futuro politico di Gaza visto che i leader politici, a ragione, continuano a rimanere nascosti al sicuro. La situazione non è per niente pacificata, gli stessi poliziotti, che hanno ripreso a prestare servizio nella zona del porto, sono in borghese e “pattugliano” rimanendo fermi sotto gli alberi con la paura che il mondo possa crollargli nuovamente addosso.
Subito dopo la dichiarazione di tregua unilaterale Hamas ha fatto eco con una dichiarazione di “vittoria contro Israele”, proclamando anche una manifestazione che però ha avuto uno scarso seguito tra la popolazione di Gaza. Come interpreti questo?
La propaganda la fa l’esercito israeliano con i carri armati, la fa Olmert dicendo che hanno raggiunto tutti gli obbiettivi (non si sa quali perché i leader di Hamas ci sono tutti tranne due) e la fa anche Hamas organizzando manifestazioni. Questo atteggiamento richiama direttamente le manifestazioni e le conferenze indette da Hassan Nasrallah (leader di Hezbollah ndr.), non avendo però, Ismail Haniyeh (leader di Hamas ndr.), lo stesso carisma sulle masse. Vedo in queste manifestazioni e in queste dichiarazioni giusto il tentativo di rifarsi a questo con lo scopo di creare un po’ di folclore.
Passando ad altro, ieri sul Corriere della Sera è stato pubblicato un articolo in cui si denuncia il fatto che Hamas abbia usato civili come scudi umani, abbia utilizzato ambulanze ed ospedali come basi d’appoggio per lanciare i razzi. Tu che hai vissuto queste tre settimane di attacchi dall’interno, prestando spesso lavoro volontario sulle ambulanze e tenendo stretti contatti con ospedali e giornalisti palestinesi, cosa ti senti di rispondere?
Mi sento anche un po’ tirato in ballo quando parla di Hamas infiltrata negli ospedali e nelle ambulanze. Sono stato negli ospedali e sulle ambulanze e non ho visto nessuno, solo cecchini colpire civili, quando hanno ucciso un nostro amico paramedico non c’era assolutamente nessuno della resistenza dentro l’ambulanza. Alcune volte è capitato di girare e trovare gente che chiedesse un passaggio, logicamente non sono mai stati fatti salire abbordo. Qualche sera fa con l’ambulanza siamo andati a prendere una donna che partoriva, una volta arrivati lì abbiamo chiaramente capito che fosse in stretta parentela con un membro della resistenza di Hamas, ci siamo rifiutati di farlo salire sull’ambulanza, anche dopo che aveva deposto le armi. Questo lo racconto per sottolineare che le ambulanze servono solo ed esclusivamente per curare i feriti e non per ospitare membri della resistenza.
Lo stesso personale medico si sarebbe rifiutato di lavorare trasportando sui mezzi di soccorso membri della resistenza armata; gli elicotteri dell’esercito israeliano sorvolavano in continuazione Gaza, era facilmente intuibile che avrebbero potuto vedere ogni nostra mossa e quindi saremmo saltati in aria dopo neanche cento metri. Anche per quanto concerne gli ospedali, il personale medico, in maggioranza pro-Fatah, si sarebbe rifiutato di operare con membri della resistenza di Hamas all’interno delle strutture. Che tutto ciò non sia avvenuto si può chiaramente capire andando negli ospedali e parlando con i medici, oltre che con la mia testimonianza diretta sulle ambulanze.
Nell’articolo citato, si contesta anche il numero dei morti e dei feriti, asserendo che è stato “gonfiato” e che, come a Jenin, le vittime sarebbero decisamente molte meno rispetto a quelle dichiarate; invece delle 1300, non supererebbero le 500/600 unità.
Le agenzie di stampa che hanno pubblicato i numeri delle vittime e dei feriti erano in contatto diretto con gli ospedali, le agenzie per i diritti umani e non certo i portavoce di Hamas. Le fondi sono sempre state ospedaliere. Atteggiamenti di questo tipo non fanno altro che deviare l’attenzione dal massacro subito da Gaza. Interessante sotto questo punto di vista è un sondaggio del Tg1 dove si chiede ai telespettatori chi, secondo loro, abbia violato il diritto internazionale a Gaza, la cosa inquietante è che il 61 per cento dice Hamas, usando civili donne e bambini come scudi umani. Questo è il segnale evidente di voler dimenticare le decine e decine di testimonianze che attestano l’uso di armi al fosforo bianco da parte di Israele. Per avere una dimostrazione tangibile di tutto questo, basta andare in qualsiasi ospedale di Gaza. Lo stesso John Ging , portavoce dell’Unhcr (Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, ndr.), dichiara di averne avuto una prova tangibile dell’uso indiscriminato fatto dall’esercito israeliano di fosforo bianco.
Di Hamas che utilizza civili come scudi umani io non ne ho ancora le prove; non nego che qualcuno abbia dichiarato al giornalista del Corriere della Sera queste cose, ma ci sarebbe da verificare le fonti del giornalista; se provi a cercare magari tra gli ex capi di Fatah che hanno tutto l’interesse politico a screditare Hamas è normale ricevere determinate risposte, non si può però fare un servizio giornalistico su questo e farlo passare come l’opinione popolare.
Con le dichiarazioni di John Ging si arriva appunto ad una delle questioni più discusse negli ultimi giorni, ossia l’uso indiscriminato fatto da parte dell’esercito Israeliano di armi non convenzionali. Pensi che con l’apertura dell’inchiesta da parte dell’esercito, con le dichiarazioni fatte da diversi esponenti dell’Onu e di Amnesty si possa arrivare a qualcosa?
Malgrado i numerosi bombardamenti subiti da Gaza negli ultimi decenni, i medici testimoniano di ferite mai viste. L’ingresso a Gaza di personale specializzato che possa chiarire la provenienza di alcune lesioni riuscirà a chiarire anche la tipologia di armi utilizzate dall’esercito israeliano. L’alto giorno ho visto dei bambini giocare con dei frammenti di esplosivo lanciati due giorni prima, questi hanno ripreso fuoco; testimoni hanno detto di piccoli focherelli che divampano quando gli butti sopra una secchiata d’acqua; tutte caratteristiche tipiche del fosforo bianco.
Lo stesso John Ging ha dichiarato che non può dire per certo se fosse fosforo bianco quello con cui è stata bombardata la sede dell’agenzia dell’Onu ma ne aveva il colore,l’odore e gli effetti. L’ingresso del personale internazionale permetterà di capire con cosa è stata bombardata Gaza e quali possono essere eventualmente le conseguenze nei prossimi anni. Sicuramente vi saranno ingenti problemi dovuti all’uso fatto di uranio impoverito; le stesse popolazioni israeliane del confine hanno chiesto ufficialmente al governo di Tel Aviv di pronunciarci sul tipo di armi utilizzate perché temono per la propria salute.
Fonte: http://www.osservatorioiraq.it/modules.php?name=News&file=article&sid=7027
Riporto due video, rimossi da Youtube, che contengono testimonianze sull'uso del fosforo bianco utilizzato dall'esercito israeliano a Gaza, avvertendo che il primo dei due contiene immagini degli effetti provocati sulla pelle da quest'arma chimica:
http://www.guardian.co.uk/world/video/2009/jan/19/gaza-phosphorus-victim
http://www.guardian.co.uk/world/video/2009/jan/19/phosphorous-bomb