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Il ritiro delle truppe etiopi è una vittoria della resistenza somala

di Fabrizio Legger - 28/01/2009


 

E la popolazione vuole di nuovo le Corti Islamiche al governo

Dopo due anni di guerra sanguinosa e di occupazione militare della Somalia, l’Etiopia ha finalmente ritirato le sue truppe dal territorio somalo, tra scene di giubilo della popolazione che inveiva e malediceva i soldati di Addis Abeba, augurandosi di non rivederli mai più. Il ritiro delle truppe segna una sonora sconfitta delle ambizioni imperialiste etiopiche nel Corno d’Africa. Dietro istigazione degli USA (padroni-protettori dell’Etiopia), il governo di Addis Abeba, nel dicembre del 2006, aveva invaso la Somalia con il chiaro intento di abbattere il governo delle Corti Islamiche, giunto al potere nel giugno dello stesso anno, dopo avere sconfitto (con il sostegno della popolazione) le sanguinarie milizie dei Signori della Guerra. Nonostante l’accanita resistenza dei miliziani delle Corti Islamiche, le truppe etiopiche hanno occupato la Somalia e costretto alla fuga il governo islamico, mettendo in piedi un governo fantoccio filo-etiopico (il cosiddetto Governo Federale di Transizione) espressione degli interessi dei Signori della Guerra. Ma la popolazione somala, in particolare del Sud del Paese e della regione di Mogadiscio, non si è arresa alla brutale dominazione etiopica. Sotto la guida dei miliziani delle Corti sopravvissuti alle rappresaglie e alle stragi degli etiopi, ha dato vita a due movimenti politico-militari: l’Al-Shabaab (cioè, La Gioventù) e il Movimento di Resistenza Popolare Somalo (MRPS), entrambi guidati da sceicchi e imam delle ex-Corti Islamiche, i quali si sono impegnati in una guerriglia durissima che per due anni non ha dato tregua alle truppe etiopi. Queste, forti di ben centomila uomini, in due anni di lotta contro i guerriglieri islamici hanno avuto circa novemila caduti, il che dimostra quanto forte fosse l’opposizione della popolazione somala alla presenza militare etiope nel paese (senza l’appoggio delle tribù e delle popolazioni delle città, i resistenti somali non sarebbero mai riusciti a contrastare così efficacemente il dominio etiopico nel Paese, infliggendo all’esercito di Addis Abeba un così alto numero di perdite). Dopo due anni di occupazione, fatto un bilancio dei costi della guerra in Somalia, completamente negativo per l’Etiopia, sia dal punto di vista militare sia dal punto di vista economico (il biennio di occupazione della Somalia è costato all’Etiopia decine di milioni di dollari), il presidente etiope Zenawi si è reso conto che l’occupazione non poteva più continuare, e ha deciso di ritirare le truppe, nonostante il parere assolutamente contrario degli USA. Così, ora, i guerriglieri islamici di Al-Shabaab e dell’MRPS stanno avanzando giorno dopo giorno, riconquistando sempre più porzioni di territorio e sconfiggendo le milizie dei Signori della Guerra, rimaste a difendere l’impopolare governo di transizione. Ma perché i ribelli delle ex-Corti Islamiche hanno così tanto seguito tra la gente di Mogadiscio e delle città del Sud? Semplice: perché nei sei mesi in cui hanno governato, imponendo la Sharia, ovvero la Legge Coranica, hanno dato sicurezza e stabilità alla Somalia, ponendo un drastico freno ai soprusi dei miliziani delle varie tribù rivali, alla criminalità, al contrabbando di droga e di scorie nucleari. Sotto il dominio dei Signori della Guerra e poi dei loro alleati etiopici, i Somali vivevano nel terrore. Ora, se i resistenti islamici riusciranno a riconquistare il Paese, si prospetta una nuova epoca di sicurezza e di stabilità, sotto la ferrea legge dei tribunali islamici, l’unica che può riportare ordine nel caos inter-tribale della Somalia, dove vige la legge del più forte e dove impera la regola non scritta del “tutti contro tutti”. Soltanto la severa intransigenza delle Corti Islamiche può riunire e riappacificare il Paese, ma siccome gli sceicchi che dirigono le Corti non sono disposti a diventare i lacché degli USA, ecco perché Washington li dipinge come “feroci talebani africani”, cosa che invece non sono. In ogni caso, la carta etiopica usata dagli USA è miseramente fallita: l’Etiopia, in Somalia, ha avuto il suo Vietnam, esattamente come gli americani ebbero la loro Caporetto nel 1993, al tempo dell’intervento voluto da Clinton. Dopo tante batoste, si spera che l’America lasci stare i somali e consenta ad essi di avere il governo che preferiscono, in questo caso, quello delle Corte Islamiche, l’unico che può offrire pace e sicurezza all’intero paese!