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Il non detto dell'immigrazione

di Manuel Zanarini - 29/01/2009

  Dopo gli ennesimi fatti di cronaca, si torna a parlare di immigrazione e di cosa si dovrebbe fare per risolvere il problema: chiusura delle frontiere, espulsioni, militari, e chi più ne ha più metta. Il problema è che ormai la politica si è trasformata in un reality-show, dove al posto delle ideologie e della programmazione, si è stabilito un tele-voto mass mediatico, con la conseguenza che ormai l’importante è spararla grossa, che così a casa ci votano, il resto si vedrà. Ovviamente il tema è gigantesco, ma credo che andrebbero fatte alcune riflessioni che mai, o quasi mai, trovano posto sui mass-media. Innanzitutto, andrebbe detto che questi fenomeni migratori di massa, non sono il frutto del capriccio di delinquenti poveracci in cerca di paesi dove le leggi sono ridicole e il sistema giudiziario comico. In realtà, sono, in massima parte, frutto di un mondo che si sta sempre più, e sempre più ingiustamente, polarizzando, tra un Nord ricco, seppur in crisi economico-finanziaria, e un Sud sempre più povero, dove oltre all’atavica povertà si sta assistendo agli effetti devastanti del cambiamento climatico e al ritorno di malattie di cui da noi faticano a ricordarsi i nonni (si pensi alla lebbra, ad esempio). Il dramma è che i frutti di queste scellerate politiche guidate dalle lobby finanziarie, non ricadono sulle loro teste, rinchiuse in quartieri signorili, ormai spesso con guardie armate davanti ai cancelli, ma sulle spalle delle classi lavoratrici occidentali, che vengono sapientemente, e ad onor del vero con loro massimo gaudio, distratte da veline, Isole, Grandi fratelli e amenità varie. Finché non sarà questo scenario economico-politico globale a cambiare, scordiamoci di poter evitare folle di disperati poveracci che si vendono tutto pur di raggiungere l’ Eldorado occidentale. Da qui, passiamo a vedere come l’Italia sta cercando(?) di affrontare la situazione. L’atteggiamento è piuttosto ondivago, rispetto alla gestione delle frontiere: si passa da accordi bilaterali con i paesi da dove partono i migranti, a accordi come quello di Schengen che rendono il controllo degli ingressi ingestibile. Approfondendo un attimo la questione si scopre, che per i primi non tutti funzionano; infatti se l’intesa con l’Albania ha dato i frutti sperati, quella con la Libia, peraltro fatta a discapito degli italiani a cui il regime libico ha sottratto ogni avere e che hanno perso le ultime possibilità di ottenere giustizia, si sta rivelando totalmente fallimentare. Peraltro, il motivo è abbastanza facile da comprendere: in Albania i migranti sono locali, quindi il governo può gestirli, mentre dalla Libia partono persone già emigrate lì, da Tunisia e Egitto soprattutto, quindi è chiaro che Tripoli ha tutto l’interesse a sbarazzarsene, piuttosto che tenerseli sul proprio territorio. Ancora più grave la situazione dell’accordo di Schengen alla luce dell’ingresso della Romania nella UE; infatti, seppur andrebbe detto che nulla hanno a che spartire i rumeni e i ROM, va riconosciuto che molti di questi arrivano con la semplice carta d’identità e quindi diventa impossibile gestirne i flussi. A questo punto, non dico l’abrogazione dell’accordo, ma quanto meno il rivedere certe parti mi pare una scelta non più rinviabile. Alcuni aspetti deliranti sono contenuti anche nella legge conosciuta come “Bossi-Fini”, che uniti alla mala-burocrazia italica, rendono ancor più improbabile la gestione degli immigrati, e paradossalmente dei clandestini in primo luogo. Secondo la legge, un extracomunitario che volesse venire a lavorare in Italia, dovrebbe essere chiamato direttamente da un’azienda italiana nel suo paese di origine, oltre che rientrare nei “flussi” annuali autorizzati dal governo. Scusate, ma chi è l’imprenditore bisognoso di operai, o la vecchietta che necessita di una badante, che conosce personalmente un extracomunitario che risiede ancora all’estero? E’ evidente che questo meccanismo genera la clandestinità di buona parte di immigrati che lavorano in Italia, si badi bene che non parlo di delinquenti, ma di onesti lavoratori.Ma anche ammesso che il sistema funzioni, esiste una procedura per l’ottenimento, o ancor peggio del rinnovo, dei permessi di soggiorno, talmente delirante che rende di fatto impossibile qualsiasi controllo. Eviterò di entrare nei dettagli, per evitare di annoiare e di scrivere un romanzo, quindi ridurrò il tutto a poche righe. Dopo aver raccolto tutta la documentazione necessaria, ci si può recare in Questura, gratuitamente, o alle Poste Italiane, a pagamento, e avviare la pratica. Premesso che spesso ci si trova davanti a personale impreparato, figlio della lottizzazione per le Questure e incapace spesso di fare il servizio postale, figuriamoci quello di Polizia, per le Poste, da lì inizia il calvario per il richiedente, e la “zona grigia” per lo Stato. Dal momento in cui la documentazione viene ricevuta dall’impiegato preposto, il quale effettua un mero controllo formale, l’extracomunitario riceve un tagliando, che attesta l’attesa di ricevere la risposta dalla Questura competente. Anche stavolta si faccia attenzione: non si attesta la regolarità della domanda, e quindi il diritto ad ottenere il permesso di soggiorno, ma semplicemente che il richiedente aspetta una risposta, che ovviamente potrebbe essere anche negativa! Il problema è che il tagliando vale all’incirca come permesso di soggiorno, tranne per il fatto che non ci si può recare all’estero esclusa la madrepatria; il risultato è che per mesi e mesi, qualunque extracomunitario, sia che abbia i requisiti per restare in Italia sia che non li abbia, possiede un documento che gli consente di girare liberamente senza rischiare l’espulsione: in pratica, esistono migliaia e migliaia di persone, per le quali non si sa se regolari o no, che hanno un valido “permesso di soggiorno”, salvo dopo svariati mesi ricevere notizia che tali requisiti non li avevano mai avuti! Come si può pensare che in tale situazione vi sia un reale controllo dei clandestini???Va tenuto presente, che non è solo l’ingente mole di richieste la causa dei mesi di attesa, ma anche l’ottusità della burocrazia. Un caso per tutti: se chiedete un visto matrimoniale, l’unico documento sostanzialmente richiesto, è il certificato di matrimonio, cosa che nel 2008, potrebbe avvenire nel giro di qualche secondo via Internet. Invece, l’extracomunitario deve andare in Comune, portarlo in Questura e attendere mesi per ottenerlo. Problema suo direte voi! Invece no, perché per pochi che siano, richiedono comunque un impiegato del Comune che lo stampa, uno della Questura che lo accetta e uno che lavora per compilare il permesso di soggiorno…a discapito dei lavoratori in attesa e dei cittadini che non hanno sufficiente protezione dalle forze dell’ordine chiuse in ufficio a perdere tempo. Per brevità, vi risparmio il delirio e la perdita di tempo, per ottenere la cittadinanza italiana!!! Poi c’è il problema CPT ed espulsioni: penso che qua si raggiunga il ridicolo! Una volta riconosciuto che l’immigrato non ha i requisiti per stare in Italia, non viene espulso, ma viene “parcheggiato” nei Centri di Permanenza Temporanea, a data da destinarsi. Uno dei motivi principali è che non si sa da dove provengono, quindi sono in espellibili; ma non basta, pur non essendo “regolari”, ma nemmeno “delinquenti”, vengono portati in strutture a metà tra il carcere e l’ostello, peraltro in condizioni umane discutibili e a carico dei cittadini italiani. Ora direi che i casi sono due: o sono “irregolari” e quindi in qualche modo vanno espulsi; o sono “regolari” e quindi lasciati liberi…solo in Italia può esistere il caso di una persona “regolare” ma arrestata. A tal proposito vorrei ricordare la genialità della proposta dell’attuale governo, che voleva introdurre il reato di immigrazione clandestina, ma senza pena!!!! Insomma, la situazione è difficile, caotica, gestita da teleimbonitori e incapaci, che addirittura ci prendono anche in giro. Ora, per giustificare le loro colpe si sono inventati la storiella dell’immigrato, specialmente musulmano, che distruggerebbe la civiltà europea, solo perché vuole costruirsi le moschee o perché prega in piazza per le migliaia di martiri caduti a Gaza. Ma qualcuno vorrebbe spiegare a questi cialtroni che sono stati proprio loro a distruggere la “Civiltà Europea”, che ovviamente a poco a che fare con qualche crocifisso appesa nelle classi elementari, regalando la sovranità (economica, politica e culturale) all’invasore a “stelle a strisce”; a regalare l’indipendenza monetaria a una manica di speculatori finanziari con sede a Bruxelles e a New York; ad aver riempito i centri cittadini con Mc Donald’s e schifezze varie (altro che i kebab d’asporto); ad aver riempito la testa della gente con veline, schedine e zoccole varie; ad aver distrutto ogni vincolo comunitario in nome del libero mercato, ecc…altro che due lavavetri o qualche frutta e verdura pakistano!!!! 

Giusto per concludere: invece di trasformare l’Italia in una caserma (ovviamente solo per arrestare chi ruba una mela, non per chi evade milioni di euro di tasse, grazie ai bilanci falsi legalizzati!), si provi a ricostruire un po’ di senso comunitario e la causa dei problemi verrà affrontata...