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Beverly Hills contro il Negev, la politica dell'esproprio dei nativi palestinesi

di Miguel Martinez - 03/02/2009

La cosa più tremenda, è pensare quanto peso del mondo cada addosso a ogni nativo palestinese, senza che lui possa immaginarsi nemmeno da dove venga il colpo.

Prendiamo questo caso.

Negli ultimi anni ultimi anni, Israele
sta lanciando un progetto per colonizzare le vaste aree desertiche del sud, il Naqab o Negev, denominato Blueprint Negev Project.

 A occuparsene è la multinazionale parastatale denominata Keren Keyemet LeIsrael (KKL) o
Fondo Nazionale Ebraico, che gestisce le terre espropriate ai nativi palestinesi e ne garantisce la concessione esclusivamente a persone di etnia ebraica. L'attuale chairman ed ex-presidente è Ronald Steven Lauder. Che non è un israeliano e non abita in Israele, ma vive molto meglio a New York, a parte la neve.

Ronald Steven Lauder è il diretto della Estee Lauder, la notissima azienda di cosmetici.

Ronald Lauder fu vicesegretario di stato per la difesa per la politica europea e della NATO ai tempi di Reagan, e successivamente ambasciatore degli Stati Uniti in Austria. Ogi è responsabile delle finanze del partito repubblicano nello stato di New York, presidente del Congresso Ebraico Mondiale dal 2007.



Una delle molte case di Ronald Steven Lauder, tra la Quinta e l'Ottantaseiesima a New York.

Per occupare il Negev, occorre innanzitutto svuotarlo dei suoi tradizionali abitanti, i Beduini arabi di cittadinanza israeliana, peraltro storicamente indifferenti, in genere, a ogni progetti di resistenza. Per cacciarli, il governo israeliano si rifiuta semplicemente di "riconoscere" i villaggi in cui abitano circa 70.000 nativi palestinesi del Negev. Ciò significa negare loro acqua, viabilità, scuole e corrente elettrica, e spesso si procede anche alla demolizione delle loro case e talvolta anche di interi villaggi, con la scusa che sarebbero abusivi. Lo scopo è di concentrarli in un paio di affollati insediamenti che non offrono alcuna possibilità di lavoro.


Era l'unica casa di questa beduina del Negev,
demolita dalle ruspe israeliane.
 Non sappiamo come si chiama la signora,
non ne vediamo nemmeno il volto, ma è importante?

Il KKL aggiunge un caratteristico tocco: agli ulivi abbattuti dal governo, sostituisce file di pini poco adatti  forse al clima ma utili per creare barriere che tengano fuori le greggi dei nativi paestinesi.

Ed ecco un piccolo quadro di come viene finanziato l'annientamento dei nativi beduini del Negev.

Siamo in California, a Beverly Hills, credo che abbiate presente. E credo che possiate immaginare cosa significhi fare l'agente immobiliare a Beverly Hills.

Siamo, per essere più precisi, al Hilton Hotel di Beverly Hills.

La data è il 17 luglio del 2008.
"Il gruppo del Fondo Nazionale Ebraico Proprietà e Capitali Immobiliari ha tenuto un incontro di networking presso il  Trader Vic’s Poolside Lounge del Beverly Hilton Hotel il 17 luglio del 2008. L'evento ha richiamato un'affascinante folla di professionisti del settore immobiliare, che hanno passato la serata socializzando e assaggiando i cocktail tropicali DOC di Trader Vic.

Il membro del direttivo e presidente del nostro comitato di pianificazione, Danielle Chayot, ha tenuto un discorso commovente sulle realizzazioni del Fondo Nazionale Ebraico nella creazione di nuove comunità,  la costruzione di serbatoi d'acqua, la cura dei boschi, lo sviluppo di iniziative a sostegno di Israele sui campus universitari, e molte altre cose. Ha sottolineato l'importanza di sostenere il lavoro del Fondo Nazionale Ebraico per poter sostenere più direttamente Israele. L'evento è stato sponsorizzato da Bolton & Company, Laurus Hotels and Resorts, e May Realty Advisors. Tutto il denaro raccolto è andato a sostenere il  Blueprint Negev Project del Fondo Nazionale Ebraico - un esteso progetto per assicurare un futuro prospero e sicuro alla terra e al popolo d'Israele."


Ho provato a inserire questa serie di diapositive flash dell'evento di Beverly Hills. Per vederla meglio, basta visitare l'indirizzo da cui è tratta oppure collegarvi direttamente allo slideshow.


Della Religione Americana

"Noi pieghiamo le vostre menti, i vostri scopi, i vostri piani. Voi di là, che avete altri intenti dai nostri, vi costringiamo a conformare al nostro volere!

Con la mia mente, catturo le vostre menti; con i vostri pensieri, seguite il mio pensiero! Io pongo i vostri cuori sotto il mio controllo: venite, dirigendo la vostra strada secondo il mio percorso!

Io ho invocato il cielo e la terra, ho invocato la dea Sarasvatî, ho invocato sia Indra che Agni: che noi possiamo riuscire in ciò. O Sarasvatî!"


Dall'Atharvaveda induista (VI, 94)
Esistono molti modi di essere religiosi in America. Ma qual è la forma fondamentale che assume la religiosità nella società a capitalismo assoluto?

Esiste un grande filone centrale, le cui radici risalgono ai movimenti di Revival del Settecento e Ottocento. Il suo stile permea tutta la società e penetra tra cattolici ed ebrei, ma anche, e profondamente, nella cultura secolare degli Stati Uniti. Alla base c'è l'ossessione di trasformare il Volere in Potere.

Per trasformare il Volere in Potere, la Religione Americana, nelle sue innumerevoli forme, esige una tecnica rigorosa:gli antropologi definiscono simili tecniche magia, anche se la maggior parte degli americani vedrebbe con orrore un termine così poco biblico.

La magia può consistere nel "duro lavoro che dà sempre i suoi frutti", nella preghiera, nella meditazione yoga, nella psicanalisi, nelle fantasie sulla "energia". Ma sempre, lo scopo è la proiezione della potenza invisibile sulle cose e sulle persone.

Perché, se tutto lo scopo della Repubblica è in qualche modo il dominio, questo dominio si esercita in un mondo di proiezioni e di miraggi - non a caso, si parla di American Dream.

Gli oggetti che si desiderano - proprio come il tipico pane statunitense - non hanno mai il contorno ruvido, irregolare, doloroso delle cose materiali.

La famiglia perfettamente felice, che gioca nel prato davanti casa sotto la bandiera eternamente mossa dal vento, l'illimitata potenza sessuale, i fiumi di denaro, la capacità assoluta di farsi obbedire, i palazzi scintillanti e fallici che si ergono verso il cielo, i missili, la guarigione da ogni malattia,
le teste schiacciate sotto i piedi... le cose, insomma, per cui si prega, si seguono corsi motivazionali, si cercano guru e psicoterapeuti, si fondano imprese, si fanno guerre, si rinuncia a rivolgersi al dottore, tutte queste sono un'immagine, un sogno, proiettati però sul mondo.

Nella religione americana, si parla poco del paradiso.

Si parla invece sempre del Regno, The Kingdom: il momento in cui il film si fa realtà, o la realtà stessa si trasfigura in spettacolo e Gesù instaura la propria potenza sulla terra e noi saremo felici, qui.

Questo urgente bisogno di compiere miracoli si capisce forse meglio, se si pensa che negli Stati Uniti, il debito pubblico e privato che incombeva su ogni cittadino, bambini, anziani, invalidi e senzatetto compresi, ancora prima del tracollo dell'anno scorso, era di
147,312 dollari.