“Se ci fosse un uomo
un uomo nuovo e forte
forte nel guardare sorridente
la sua oscura realtà del presente.
Se ci fosse un uomo
forte di una tendenza senza nome
se non quella di umana elevazione.
[…]
Con la certezza
che in un futuro non lontano
al centro della vita
ci sia di nuovo l’uomo.
Un uomo affascinato
da uno spazio vuoto
che va ancora popolato.
[…] “

Sono alcuni brani dell’ultima, meravigliosa canzone di G. Gaber “SE CI FOSSE UN UOMO”.
Sono addolorato nel constatare che tra i frequentatori di questo spazio c’è chi accusa altri di essere “solo” intellettuali della decrescita, senza nemmeno conoscere cosa significhi coltivare con le sue fatiche. E chi, sentendosi accusato, reagisce con veemenza e attacca a sua volta.

Mi addolora perché immaginavo che tutti gli amici della Decrescita Felice avessero intuito che il cammino della decrescita è prima di tutto un cammino di CONSAPEVOLEZZA.
Si pratica la decrescita in molti modi, io ho iniziato sulle tracce di quell’incredibile e strano Cammino di Santiago e mi ci sono voluti 800Km e molte vesciche per decidere che non avrei mai più smesso di camminare, e che avrei cambiato vita.
Nemmeno sapevo dell’esistenza del MDF, ma ho iniziato a decrescere per FARE SPAZIO, per togliere il troppo, il superfluo, per iniziare a progettare uno spazio con l’uomo al centro.
Per come la vedo io la vera decrescita è quella che ci aiuta a fare pulizia, a liberare il terreno della nostra anima dalle troppe “pacciamature”, lasciando che luce e calore possano scaldarla e far germogliare la consapevolezza.
Non c’è vera decrescita se non c’è contemporaneo rifiorire di uno sviluppo spirituale. E dentro a questa consapevolezza non dovrebbe esserci spazio per gli attriti. Per usare ancora le parole di Gaber, dovrebbe essere uno spazio “popolato da corpi e anime gioiose, che sanno entrare di slancio nel cuore delle cose”.
Uno spazio capace di accogliere senza problemi intellettuali dalle mani linde e fisico minuto, e contadini con la fisionomia plasmata dalle leggi della terra (che non sono né dure, né tenere, semplicemente sono IL RESPIRO DELLA VITA).

In ogni cammino c’è chi si trova avanti e chi si trova indietro. Ma per chi è avanti l’unico modo per stabilire se la direzione è quella giusta, è guardarsi dentro e soppesare la propria capacità di tendere la mano a chi segue.
Senza la pretesa di dare lezioni di vita, credo che se qualcuno ha “costruito” un piccolo orto o un’intera fattoria che è uno spazio magico, armonioso, equilibrato e prospero, e lo ha fatto nella CONSAPEVOLEZZA, allora in primo luogo dovrebbe avere l’umiltà di ammettere che non è stato lui il vero artefice, ma che ha semplicemente CONSENTITO che ciò accadesse. Poi dovrebbe valutare se c’è altrettanta armonia ed equilibrio nel modo in cui si rapporta con il prossimo, perché se così non fosse allora quel luogo magico è costruito solo a metà. Infine dovrebbe pensare seriamente a come trasmettere, condividere, insegnare, a come coinvolgere le persone che sono dietro di lui, ma DENTRO allo stesso cammino. Senza cedere alla tentazione del vanto, ma come pura espressione di amore.

Allo stesso modo, chi non ha ancora iniziato a coltivare (e magari non lo farà mai) ma è già avanti sulla strada della decrescita, dovrebbe sfruttare la sua nuova “luminosità” interiore per mostrare agli altri il percorso.

L’individuo in “fase di decrescita” è in realtà un individuo in ESPLOSIVA E CONTAGIOSA fase di sviluppo.
È un individuo che avendo trovato o ritrovato un senso per la propria esistenza, manifesta questo stato di grazia attraverso un vitalismo individuale e sociale che lo porta a relazionarsi con chiunque con la stessa “qualità”, con lo stesso stato d’animo che normalmente si riserva alle manifestazioni di amicizia profonda o di amore.
Credo che non dovremmo dimenticarcelo. Nemmeno su questo preziosissimo spazio virtuale che è il sito del MDF.

Vorrei concludere con due piccole esortazioni.
Facciamo come si vede nel video che mostra il funzionamento di Meetup, usiamo questi spazi virtuali per tirarci fuori dal virtuale !
Credo (da informatico neo-contadino) che uno degli elementi determinanti del cammino verso la decrescita sia proprio il “riconfinamento” della tecnologia a servizio dell’umana elevazione. Non più il mito e il culto della tecnologia fine a se stessa, ma lo sforzo costante a valutare se, e come, la tecnologia MIGLIORA DAVVERO LA QUALITA’ DELLA NOSTRA VITA, e in caso contrario CERCARE un modo di utilizzarla che possa consentirlo.
Inizio io: mi sono trasferito vicino a Palermo, ho acquistato un appezzamento di terreno, sto muovendo i primi passi di questa nuova vita. Potrei fare tutto da solo, ma sento (almeno per come sono io) che non avrebbe alcun senso. E’ come nel Cammino di Santiago: si può camminare un giorno intero soli, ma la vera, grande magia di questo antico pellegrinaggio è negli incontri che ti regala. Nel sentirsi dentro ad un flusso di umanità, che si muove nella stessa direzione.
Tra le altre cose sto cercando di mettere assieme un “nucleo” di base attorno al quale fondare un vero e proprio circolo territoriale della Decrescita Felice. Prego perciò tutti quelli che abitano da queste parti di contattarmi.

La seconda preghiera ha a che vedere con un principio chiave, della cui enorme importanza ho personalmente appreso prima grazie alla grande lezione di ESSENZIALITA’ che è il Cammino, e poi nella meravigliosa esperienza dei corsi di Romena.
Lo stesso concetto che poi ho ritrovato come primo pilastro della decrescita, e cioè la SOBRIETA’.
La sobrietà, l’iniziare a TOGLIERE invece di aggiungere, non può essere solo uno stile per la “vita materiale”, ma deve (a mio avviso) riguardare ogni tipo di manifestazione.
Tagliamo il superfluo, andiamo all’essenza, anche nel modo in cui comunichiamo.
Se condividete questo principio, allora proviamo ad “esercitare un potere su noi stessi” anche quando postiamo articoli e commenti: usiamo un linguaggio semplice, ricordiamoci che la cultura dovrebbe essere la capacità di “andare di slancio al cuore delle cose” e non si manifesta nella ricercatezza linguistica (mi scuso se nemmeno io ho centrato a pieno l’obiettivo in queste pagine).
E proviamo ad essere brevi, concisi, possibilmente a non scrivere mai articoli più lunghi di due o tre pagine. Snelliamo, puliamo, mettiamo in circolo !

Grazie e buona Vita a tutti.