Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Iraq, E’ Maliki il vincitore delle elezioni provinciali

Iraq, E’ Maliki il vincitore delle elezioni provinciali

di Ornella Sangiovanni - 06/02/2009




Una vittoria netta. Parlano chiaro i risultati preliminari delle elezioni provinciali che si sono svolte il 31 gennaio in Iraq, e che vedono affermarsi la coalizione guidata dal premier Nuri al Maliki: l’ “Alleanza per lo Stato di diritto” – un nome che è tutto un programma.

I dati sono stati diffusi questo pomeriggio dai funzionari della Commissione elettorale indipendente irachena (IHEC), che hanno precisato che si tratta di risultati provvisori, soggetti a conferma, dopo che saranno stati esaminati i “molti” ricorsi presentati. Pertanto, potrebbero cambiare.

Ma non sembra il caso della formazione guidata da al Da’wa, il partito del Primo Ministro, il quale porta a casa dal voto un risultato personale che ne conferma la popolarità,
confermando le previsioni iniziali.

Secondo
le cifre fornite oggi, la coalizione di Maliki ha vinto a Baghdad e a Bassora, rispettivamente con il 38% e il 37% dei voti, ed è arrivata prima, anche se con un margine inferiore, in tutte le province del sud a maggioranza sciita, a eccezione di Karbala, l’unica che controllava.

Qui a vincere è stata la lista guidata da Yussuf al Habubi, un ex funzionario dell’epoca di Saddam, che era stato sindaco della città.

La coalizione del premier ha avuto il 23,1% dei voti a Dhi Qar (la provincia che ha come capitale Nassiriya), mentre il risultato più insoddisfacente è stato quello di Muthanna – il 10,9% - dove si è piazzata comunque al primo posto.

Non è andata bene invece ai rivali (anche se partner di governo) del Consiglio Supremo islamico iracheno (ex SCIRI), che non conquistano nessuna provincia, quando finora ne controllavano sette – anche se a Bassora sono il secondo partito con l’11,6% dei voti.

I sostenitori di Muqtada al Sadr – che non si presentavano alle elezioni con liste proprie, ma, su indicazione del loro leader, appoggiavano due formazioni cosiddette “indipendenti” - hanno perso Maysan, l’unica provincia che controllavano, ma sono comunque secondi (con il 15,2%). A Baghdad (dove si trova Sadr City, considerata la loro roccaforte) hanno preso solo il 9%, anche se questo li colloca al secondo posto, subito dopo la coalizione di Maliki. E secondi sono arrivati anche a Dhi Qar, con il 14,1%. A Najaf, feudo dei loro rivali del Consiglio supremo islamico, hanno avuto il 12,2%. 

Quanto alle province a maggioranza sunnita, a Ninive ha vinto, come era nelle previsioni, al Hadba, la coalizione araba nazionalista che è una delle novità – se non la
novità - di queste elezioni.

Salahuddin è andata all’Iraqi Accord Front (IAF) – la maggiore coalizione sunnita rappresentata in Parlamento, che però ha perso dei pezzi, riducendosi solo all’Iraqi Islamic Party (IIP) e alla General Conference of the People of Iraq (GCPI) di Adnan al Dulaimi.

E lo IAF, con il “contorno” di alcuni alleati, è arrivato primo anche a Diyala, sotto il nome di “United Accord and Reform Front in Diyala”.

Ad al Anbar - dove le formazioni tribali legate ai cosiddetti “Consigli del Risveglio”, avevano
accusato di brogli e irregolarità l’IIP (che qui si presentava, assieme alla GCPI e ad altri alleati come “Alleanza degli intellettuali e delle tribù per lo sviluppo”) - sono primi, quasi alla pari, uno dei gruppi tribali, quello guidato dallo sceicco Ahmed Abu Risha (fratello del fondatore del movimento del “Risveglio”, ucciso da al Qaeda), e il "Raggruppamento del progetto nazionale iracheno" - una coalizione di 13 gruppi di orientamento nazionalista, fra cui l'Iraqi Front for National Dialogue di Salah al Mutlak, e l'Iraqi National Dialogue Council, che prima faceva parte dello IAF. 

Da questi primi risultati sembra emergere tuttavia un quadro decisamente frammentato nella maggior parte delle province, e quindi saranno importanti le coalizioni che dovranno necessariamente essere formate fra le diverse forze politiche.

E che potrebbero portare anche a dei ribaltoni, come avvenne nel 2005 a Bassora, dove Fadhila, un partito sciita di ispirazione “sadrista”, nonostante non avesse ottenuto il primo posto, alleandosi con altre formazioni, riuscì a prendere il controllo del consiglio provinciale e ad avere il posto di governatore.



Fonti: Reuters, Agence France Presse, New York Times