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"Afghanistan, sarà molto più dura che in Iraq"

di Danilo Taino - 09/02/2009

 

«In Afghanistan sarà molto più dura che in Iraq», sostiene Richard Holbrooke, l`inviato speciale di Barack Obama in Afghanistan e Pakistan. Situazione intricatissima: «non esiste una formula magica, ha i tempi lunghi» e su essa il presidente americano «ha ordinato una revisione strategica». «Sarà uno scontro lungo e difficile», concorda il generale David Petraeus, il capo del Comando centrale americano al quale viene dato il merito di avere attuato una  strategia vincente in Iraq dopo anni di delusioni. Kabul torna insomma prepotentemente al centro dell`attenzione. Obama ne ha fatto il punto centrale dell`inizio della sua politica internazionale e an che il resto del mondo si rende conto che, nell`area, la situazione è drammatica. La Conferenza sulla sicurezza di Monaco, ieri al suo ultimo giorno, ne ha preso atto in toni oltremodo preoccupati. «Qui ha voluto chiarire Holbrooke anche come richiamo a un maggiore impegno degli europei - è in gioco il futuro della Nato», che nel Paese è impegnata direttamente. «La nostra priorità - ha aggiunto Petraeus è che non si ricreino le basi terroriste» che hanno organizzato gli attentati dell`1i settembre 2001 in America. Un allarme senza mezzi termini dagli uomini che fanno le strategie diplomatiche e militari a Washington. Il presidente afghano Hamid Karzai ha usato toni meno forti. Ha detto che con le politiche giuste ce la si può fare e ha ribadito la sua apertura «di riconciliazione» in occasione degli appuntamenti elettorali di quest`anno, un appello rivolto anche ai talebani moderati. Il fatto è che Karzai teme di perdere l`appoggio americano, ora che a Washington l`Amministrazione è cambiata e sul suo lavoro c`è una certa insoddisfazione. Gli americani sono alla ricerca di strategie nuove. I termini precisi della svolta non sono noti, se non per il fatto che al fianco delle azioni militari (con più uomini, forse il  doppio) crescerà l`impegno per la ricostruzione civile. Ma Holbrooke ha chiarito che Al teatro di guerra è uno solo, Afghanistan e Pakistan», perché i terroristi hanno le loro basi a Est del confine, in territorio pachistano. E per sottolineare la svolta concettuale ha coniato un nuovo termine, «Af-Pak». La questione è delicata. In campagna elettorale, Obama si era detto pronto a entrare con le truppe in Pakistan, affermazione che creò onde alte. Ieri, Holbrooke su questo punto non è stato esplicito. Ma è chiaro che un aumento delle truppe Nato in Afghanistan creerebbe enormi problemi al Pakistan, che vedrebbe arrivare ancora più terroristi. La situazione, dunque, va affrontata contemporaneamente nei due Paesi, come se fossero uno solo.