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Crisi, il Regno attende «L'estate della collera»

di Mauro Bottarelli - 24/02/2009

Gran Bretagna fonti di Scotland Yard rivelano al "Guardian" scenari inquietanti


L'epicentro della recessione in Europa potrebbe diventare il teatro di una nuova guerriglia urbana. Nel mirino banche, multinazionali e altri istituti giudicati colpevoli per il disastro economico. La prima data a rischio cade ad Aprile, quando Brown riceve mezzo mondo per il G-20.

«La Gran Bretagna affronta un'estate di rabbia. Il malcontento della classe media per la crisi economica potrebbe sfociare in violenza nelle strade». La prima pagina del Guardian di ieri sembra uscita dagli anni Ottanta: guardandola fare capolino dalle rastrelliere dei piccoli empori gestiti da pakistani un po' ovunque a Londra, si poteva chiudere gli occhi e immaginare scontri tra manifestanti e polizia lungo Bayswater su fino a Kensington High Street mentre "White riot" rimandava dalle radio le sue note di ribellione bianca e working class. Forse i Clash, scrivendola, preconizzarono la crisi che sta vivendo oggi il Regno Unito, il paese più finanziarizzato d'Europa - ogni cinque lavoratori, due sono impiegati nel settore - e quello di fatto più esposto ai marosi della crisi globale. Per questo la polizia britannica teme che la situazione socio-economica possa provocare nei prossimi mesi un'ondata di proteste violente: gli agenti addetti alla pubblica sicurezza si stanno preparando alla cosiddetta "estate di collera" e hanno innalzato al massimo il livello di attenzione per evitare incidenti come quelli che si verificarono appunto negli anni ‘80. David Hartshorn, che guida l'ufficio per l'ordine pubblico della polizia metropolitana di Londra, ha dichiarato al Guardian che la classe media potrebbe unirsi alle proteste contro il governo per effetto della crisi economica che sta interessando il paese: secondo il funzionario britannico uno degli «obiettivi principali» delle proteste dei prossimi mesi potrebbero essere le banche. Un pericolo, quello della guerriglia urbana, che è stato già segnalato dall'intelligence: i servizi segreti di Londra, infatti, hanno avvertito che «attivisti già conosciuti» stanno per ritornare in strada. A far drizzare le antenne ai responsabili dell'ordine pubblico, poi, è il fatto che queste possibili manifestazioni violente non sarebbero riconducibili a partiti politici od organizzazioni ben determinate bensì al cosiddetto «spontaneismo della crisi», una fattispecie già vista durante i giorni degli scioperi selvaggi nella raffineria di Lindsey che spiazzarono gli stessi rappresentanti sindacali.
Quindi, potenzialmente devastanti sia per l'impatto sia per la capacità di estendersi a macchia d'olio e senza dare punti di riferimento conosciuti alla polizia. Inoltre, il potenziale mix tra soggetti ad alta pericolosità e cittadini modello pronti a tramutarsi in violenti come risposta all'esasperazione potrebbe dar vita a fenomeni di emulazione e soprattutto di potenziale solidarietà da parte dell'opinione pubblica, disgustata dai "fat cats" della City e dai loro bonus e quindi pronta a giustificare la portata di atti anche violenti. Nonostante i toni trionfali con i quali Gordon Brown ha descritto la riuscita del vertice di Berlino tenutosi la scorsa settimana, la realtà britannica è tutt'altro che rosea: dopo Royal Bank of Scotland, nazionalizzata al 6 per cento e ormai alle soglie della scissione in due rami per consentire la nascita di una bad bank per scaricare i titoli tossici, ora è Llyod Tsb a spaventare il governo, soprattutto in vista della prima trimestrale che sarà un bagno di sangue in virtù delle svalutazioni figlie della disgraziata fusione con Hbos. Ma se i timori di cortei violenti che vedano spalla a spalla operai, no global ed ex colletti bianchi proletarizzati dalla crisi fanno lavorare in anticipo le forze dell'ordine, anche la carta della degenerazione xenofobo preoccupa non poco. La scorsa settimana a Gordon Brown è stato recapitato un memo nel quale si parla chiaro e tondo di "sfondamento" del British National Party nelle roccheforti del Labour a maggioranza di working class bianca: detto fatto, lo scorso weekend ha visto il partito razzista di Nick Griffin vincere per la prima volta un turno suppletivo strappando un seggio proprio al Labour a Sevenoaks District nel Kent.
Alcune rilevazioni dell'ufficio di pianificazione politica parlano del rischio di conquista di due, tre seggi da parte del Bnp alle prossime europee grazie alla disaffezione verso il Labour e al metodo di voto proporzionale. Senza contare che l'estate è da sempre il periodo "dei fuochi" in aree calde come le Midlands, territori ad alto impatto di immigrazione che vedono militanti del Bnp uniti a hooligans calcistici nella caccia al "paki".