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Israele inizia a vedere il potere del BDS

di Shir Hever* - 08/03/2009

 

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6 marzo 2009

Gli ultimi anni hanno visto una costante crescita del movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni), che ha richiamato l'attenzione sull'importanza di esercitare una pressione economica al fine di ottenere da Israele il riconoscimento dei diritti del popolo occupato palestinese e la fine dell'occupazione stessa in Cisgiordania e a Gaza.

L'attacco israeliano alla Striscia di Gaza iniziato lo scorso 27 Dicembre e durato per circa un mese ha dato un nuovo slancio al movimento, che ha letteralmente raddoppiato le sue iniziative. Dozzine di campagne BDS hanno ottenuto consensi e pubblicita' e dozzine di nuove campagne sono state lanciate durante o immediatamente dopo l'attacco israeliano alla Striscia.

Queste campagne spaziano dall'appello al boicottaggio dei beni prodotti all'interno delle colonie israeliane illegali situate in Cisgiordania all'appello all'interruzione dei rapporti economici con Israele nella loro totalita'. Includono proteste durante gli eventi sportivi, l'interruzione dei rapporti diplomatici con Israele (da parte di Bolivia e Venezuela) e numerose manifestazioni in tutto il mondo cui hanno preso parte centinaia di migliaia di dimostranti.

La crescente dissidenza contro le atrocita' commesse dalle Forze Armate Israeliane nella Striscia di Gaza ha innescato un principio di cambiamento nel discorso politico di Israele e i primi segnali sono gia' visibili all'interno dei media economici israeliani.

Sebbene i media economici israeliani non comprendano un'analisi della dimensione morale degli attacchi a Gaza, la dimensione economica degli ultimi eventi ne ha alzato il livello di coinvolgimento. I seguenti riassunti di quattro articoli comparsi sulla rivista economica The Marker ne sono la prova:

1. Il 2 febbraio Guy Grimland lanciava l'allarme del crescente boicottaggio delle compagnie hi-tech israeliane, mentre diverse compagnie israeliane ricevevano lettere dall'Europa e dagli U.S.A. che giustificavano il mancato investimento in Israele con cause di natura morale.

2. Il 3 febbraio Nehemia Strassler, uno dei maggiori corrispondenti economici di Israele, attaccava il Ministro per l'Industria, il Commercio e la Manodopera israeliano Eli Yishai per essersi appellato all'esercito israeliano affinche' distruggesse "cento case a Gaza per ogni razzo che cade in Israele". Strassler non ha detto una sola parola a proposito dei palestinesi che abitavano quelle case e che hanno perso la vita, ma ha dichiarato:

"[il ministro] non puo' capire quanto l'attacco colpisca l'economia. Alla vista di quell'orrore in televisione i politici europei e turchi cambieranno il loro comportamento di consumatori, uomini di affari e potenziali investitori. Molti consumatori europei boicottano gia' i prodotti israeliani. Gli intellettuali incitano ad una Guerra economica contro di noi e mirano a implementare un boicottaggio ufficiale e totale.

Nelle assemblee delle corporazioni economiche si sentono gli appelli al boicottaggio delle relazioni commerciali con Israele. Fino ad ora sono state annullate operazioni commerciali da parte di Turchia, Inghilterra, Egitto e dagli Stati del Golfo e piu' visite delle delegazioni economiche sono state cancellate. E' molto piu' facile passare a nuovi fornitori adesso che si abbandonano i fornitori israeliani. I consigli delle compagnie sono ora chiamati a prendere in considerazione il bene della societa' e dell'ambiente e ad includere considerazioni politiche all'interno del processo decisionale.

Ovviamente c'e' un prezzo da pagare per l'irrigidimento dei rapporti diplomatici. Il Qatar taglia le relazioni commerciali con Israele, Venezuela e Bolivia quelle diplomatiche. La Mauritania rimpatria il suo ambasciatore e le relazioni con la Turchia peggiorano considerevolmente. E questo ambiente sfavorevole contagia anche le decisioni nel mondo degli affari. Proprio ieri Dudi Ovshitz, che coltiva peperoni per il mercato estero, ha detto che "c'e' un celato boicottaggio dei prodotti israeliani in Europa".

3. Il 6 febbraio Shuki Sadeh ha riportato che altre compagnie hanno deciso di boicottare le relazioni con Israele. Una compagnia turca ha richiesto alle compagnie israeliane di firmare un documento di condanna degli attacchi israeliani a Gaza prima di offrir loro i servizi. Sadeh ha anche citato il recente appello al boicottaggio di Naomi Klein, quello del 2005 della societa' civile palestinese e le organizzazioni israeliane che sostengono il boicottaggio e che forniscono informazioni a riguardo del movimento globale BDS. L'articolo di Sadeh ha poi riportato la richiesta di intervento del governo israeliano fatta da un imprenditore affinche' intervenisse per proteggere i suoi affari dal crescente boicottaggio.

4. L'11 febbraio Ora Koren ha riportato che il settore del commercio israeliano risente degli effetti dell'attacco a Gaza. Ha riferito di imprenditori israeliani in Turchia che nascondono i loro nomi per non essere identificati dalle organizzazioni locali per il boicottaggio e che la situazione e' perfino peggiore nel Regno Unito.

Questi quattro articoli sono un segnale di efficacia del movimento BDS contro Israele e del suo rafforzamento. Gli imprenditori israeliani potrebbero trovarsi a decidere tra spostare altrove le loro sedi e iniziare a far pressione sul governo israeliano affinche' inizi a rispettare il diritto internazionale e ponga una fine all'occupazione.


Note:

Traduzione di Sofia Filocalossi per Go'el Apg23
articolo originale: Israelis Are Beginning to See the Power of BDS
http://www.alternativenews.org/content/view/1605/381/

Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.

*Alternative Information Center (AIC)