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Vanno via perché sono al collasso

di Fabio Galvano - 09/03/2009

Le previsioni di un analista russo Trent`anni fa, nel pieno della dittatura brezhneviana e del disastro economico sovietico, i servizi segreti americani suggerivano la possibilità di un`imminente rivolta nelle più lontane - e più sacrificate - lande dell`impero. Qualcuno, tacciato allora di bieco allarmismo, ventilava addirittura l`ipotesi che il Cremlino potesse giocare la carta della guerra totale per uscire da quell`impasse.

Poi venne Mikhail Gorbaciov, le nuvole agitate dai servizi si allontanarono e il resto è storia. Oggi sono i russi non più sovietici - a dire che gli Stati Uniti sono di fronte al disastro in seguito alla crisi finanziaria ed economica; a due passi da un collasso che potrebbe portare il presidente Obama a proclamare la legge marziale (e così si spiegherebbe anche il ritiro di truppe dall`Iraq). A Mosca si ventila addirittura l`ipotesi di una spaccatura degli Usa, con la formazione di sei stati autonomi entro il 2011. In quel panorama Russia e Cina diventerebbero i nuovi pilastri dell`ordine mondiale e garantirebbero l`economia globale con una nuova moneta in sostituzione del dollaro.

Fantapolitica? Bè, non è stato un qualsiasi guitto dell`informazione ad avanzare tale clamoroso scenario. A enunciarlo è stato infatti Igor Panarin, rettore dell`Accademia Diplomatica presso il ministero degli Esteri, ex portavoce dell`agenzia spaziale russa e, prima ancora, analista del Kgb. Costui in essenza ha dichiarato, in un discorso davanti a diplomatici, professori e studenti, che gli americani sono travolti da un declino morale, anzi sono in balia di un grande stress psicologico che si evidenzia, nelle sue parole, attraverso le sparatorie nelle scuole, le dimensioni della popolazione carceraria. Sarebbero questi «fenomeni sociali», affiancandosi all`attuale terremoto economico e finanziario, a provocare quella che non esita a definire «la fine». Sei regioni autonome, ha detto, al posto degli Usa attuali; con il ritorno dell`Alaska alla Russia.

Da molto tempo Panarin è una Cassandra impenitente, che prevede la fine della superpotenza americana e fiancheggia su questa linea quello che è forse il sentimento o più probabilmente il sogno di Vladimir Putin, il quale nelle ultime settimane ha esplicitamente attribuito a Washington la colpa della crisi globale e quindi delle male acque nelle quali si dibatte anche l`economia russa.

Il crollo delle borse, il declino del Pil Usa, l`operazione Citigroup sono secondo Panarin la prova che il dominio americano dei mercati mondiali è crollato. Peggio: «E` il crollo del sogno americano», ha affermato.

Uno dei presenti gli ha domandato - cosa che ai tempi dell`Urss non gli sarebbe stato concesso - se i suoi commenti e le sue previsioni non si riferissero piuttosto alla Russia e alla sua situazione. Panarin ha risposto con prontezza ed estrema sicurezza: «Il collasso della Russia non si verificherà».