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Guerra civile negli Stati Uniti?

di Immanuel Wallerstein - 24/03/2009

  
  

Ci stiamo abituando al crollo di ogni sorta di tabù. La stampa mondiale è piena della discussione se "nazionalizzare" le banche sia o meno una buona idea. Nientemeno che Alan Greenspan, discepolo della profetessa superlibertaria del capitalismo puro di mercato, Ayn Rand, ha detto di recente che ogni cento anni le banche vanno nazionalizzate, e che questo potrebbe essere il momento. Il senatore repubblicano conservatore Lindsay Graham è d'accordo con lui. Il keynesiano di sinistra Alan Blinder ha discusso pro e contro di quest'idea. E anche se pensa che i contro siano un po' più dei pro, è stato disposto a spendere energia intellettuale pubblica scrivendone sul New York Times.

Bene, dopo aver ascoltato proposte di nazionalizzazione ad opera di notabili arciconservatori, ora sentiamo discussioni serie sulle possibilità di una guerra civile negli Stati Uniti. Zbigniew Brzezinski, apostolo dell'ideologia anticomunista e Consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Carter, è apparso la mattina del 17 febbraio in un talk show televisivo e gli è stato chiesto di discutere la menzione che aveva fatto in precedenza della possibilità di un conflitto di classe negli Stati Uniti sulla scia del crollo economico mondiale.



Brzezinski ha detto di esserne preoccupato per via della prospettiva di “milioni e milioni di disoccupati di fronte a terribili ristrettezze,” gente che è diventata consapevole “di questa straordinaria ricchezza che è stata trasferita a pochi individui, senza precedenti storici in America”; ha ricordato ai telespettatori che, quando nel 1907 ci fu una massiccia crisi bancaria, il grande finanziere J.P. Morgan invitò a casa sua un gruppo di ricchi finanzieri, li chiuse nella sua biblioteca e non li lasciò uscire finché non tirarono fuori i soldi per un fondo che stabilizzasse le banche. Brzezinski ha detto: “Dov'è la classe facoltosa oggi? Perché non fa qualcosa, la gente che ha fatto i miliardi?”

In assenza di azioni volontarie da parte loro, ha detto Brzezinski, “ci sarà un crescente conflitto fra le classi e se la gente è disoccupata e sta davvero male, diavolo, potrebbero anche esserci sommosse!”

Quasi simultaneamente un'agenzia europea chiamata LEAP/Europe, che ogni mese pubblica per i suoi clienti – politici, pubblici funzionari, uomini d'affari e investitori – dei Global Europe Anticipation Bulletins mensili confidenziali, ha dedicato il suo numero di febbraio alla dislocazione geopolitica globale. Il rapporto non dipinge un bel quadro. Discute la possibilità della guerra civile in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone. Prevede un “raptus di massa generalizzato” che porterà a scontri e semi-guerre civili.

Gli esperti danno dei consigli: “Se il vostro paese o la vostra regione è una zona in cui c'è una massiccia disponibilità di armi da fuoco, la cosa migliore che potete fare [...] è lasciare la regione, se è possibile.” Gli Stati Uniti sono l'unico di questi paesi che risponda alla descrizione di armi da fuoco massicciamente disponibili. Il capo di LEAP/Europe, Franck Biancheri, ha notato che “negli Stati Uniti sono in circolazione 200 milioni di armi da fuoco, e la violenza sociale è già manifesta attraverso le gang.” Gli esperti che hanno scritto il rapporto hanno affermato che è già in corso un'emigrazione di americani in Europa, poiché è lì che “il pericolo fisico resterà marginale.”

Se Brzezinski spera che negli Stati Uniti emerga un altro J.P. Morgan per imporre il buon senso alla classe “facoltosa”, il rapporto LEAP/Europe vede un'“ultima chance” nella riunione del G20 a Londra il 2 aprile, purché i partecipanti si presentino con un piano “convincente e audace”.

Queste analisi non vengono da intellettuali di sinistra o da movimenti sociali radicali. Sono i timori espressi apertamente di seri analisti che fanno parte dell'establishment esistente negli Stati Uniti e in Europa. I tabù verbali vengono infranti solo quando gente del genere ha veramente paura. E lo si fa quando si cerca di determinare un'azione massiccia e rapida – l'equivalente di J.P. Morgan che nel 1907 chiude a chiave in casa sua i finanzieri.

Nel 1907 era più facile.



Traduzione a cura di Luca Tombolesi

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