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Nato: il poliziotto globale che vuole sostituire l’Onu

di Andrea Perrone - 03/04/2009

 

 
Nato: il poliziotto globale che vuole sostituire l’Onu
 


Alla vigilia del vertice Nato di Strasburgo e di Kehl, il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier e l’ex presidente russo, Mikhail Gorbaciov, lanciano i loro strali contro la Nato e i pericoli che questa rappresenta per la pace mondiale.
Con un articolo pubblicato ieri sul settimanale tedesco Der Spiegel, il responsabile della diplomazia di Berlino ha criticato l’Alleanza Atlantica affermando come l’organizzazione militare al comando di Washington non dovrebbe svolgere il ruolo di “poliziotto globale” e dovrebbe “riflettere” prima di lanciarsi in un ulteriore allargamento dopo l’ingresso di Albania e Croazia.
Steinmeier ha sottolineato - come aveva già fatto in precedenza il cancelliere tedesco Angela Merkel - che la Nato “non può sostituire l’Onu in materia di sicurezza internazionale”, né svolgere il ruolo di “poliziotto globale in tutte le situazioni di conflitto immaginabili”. Per il ministro, quindi, l’Alleanza dovrebbe impegnarsi in nuove missioni solo se queste riguardano la sicurezza dei propri membri.
La settimana scorsa, l’attuale cancelliere tedesco si era dichiarato assolutamente contrario a un ruolo globale della Nato, sottolineando comunque che gli alleati devono garantire la loro sicurezza anche fuori dall’area del Patto, come in Afghanistan. La Merkel aveva inoltre definito l’Afghanistan la prova “più importante” per l’Alleanza, principio condiviso anche da Steinmeier.
Quanto al futuro allargamento della Nato, il ministro ha sottolineato che l’Alleanza deve mantenere “il senso della misura” e fare un’opera di “riflessione” prima di espandersi ulteriormente.
A fargli eco lo stesso giorno è stato l’ex leader russo Gorbaciov in un’intervista al quotidiano tedesco Bild, dove ha ricordato come l’ex Germania occidentale, gli Stati Uniti e le altre potenze avevano promesso che, dopo la riunificazione di Berlino del 1990, la “Nato non si sarebbe mossa di un centimetro verso est”.
Gorbaciov ha così puntato il dito contro l’Occidente atlantico, che non ha mantenuto le promesse, e contro la Germania che ha chiuso un occhio su tutta la questione. In particolare l’ex capo del Cremlino ha rivolto i suoi strali contro l’allora cancelliere tedesco, Helmut Kohl, e contro l’ex segretario di Stato Usa, James Baker, per il loro comportamento nei confronti della Federazione.
“Probabilmente si sono strofinati le loro mani rallegrandosi di aver giocato uno scherzo ai russi”, ha dichiarato l’ultimo segretario generale del PCUS, ricordando che tutto ciò ha portato alle disillusioni russe nelle relazioni con l’Occidente del dopo Guerra Fredda.
Dal 1999, infatti, la Nato si è progressivamente espansa, tanto che il 12 marzo dello stesso anno Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca sono entrate ufficialmente nell’organizzazione politico-militare voluta dagli Usa.
Nel 2004 è stata la volta delle tre ex repubbliche sovietiche del Baltico (Estonia, Lituania e Lettonia) e di quattro Stati dell’Europa orientale (Bulgaria, Romania, Slovenia e Slovacchia). L’adesione si è ulteriormente accresciuta mercoledì scorso dopo l’ingresso definitivo di Albania e Croazia nell’Alleanza, favorendo un ulteriore espansione della Nato in direzione dei Balcani.
Mentre l’ex leader del PCUS rilasciava queste dichiarazioni il vice ministro russo degli Affari esteri, Alexandre Grouchko, nel corso di un simposio internazionale dedicato alla creazione di un nuovo sistema per la sicurezza europea, tenutosi a Mosca, ha sottolineato come il prossimo vertice della Nato, che si terrà oggi e domani a Strasburgo (Francia) e Kehl (Germania), sarà dedicato allo sviluppo della nuova strategia dell’Alleanza Atlantica.
“Naturalmente, questo vertice si svolgerà sotto il segno del suo ultimo successo per i sessanta anni, ma l’obiettivo principale sarà quello di sviluppare un nuovo concezione strategica per la Nato”, ha osservato il diplomatico in un simposio internazionale
Secondo il vice ministro, l’attuale disegno dell’organizzazione politico-militare di Washington ha fatto il suo tempo e “la Nato è ora alla ricerca di nuove funzioni”. Il rischio attuale è che diventi “globale”, ha sottolineato, tanto più che nessuno degli obiettivi che l’Alleanza si è prefissata (sicurezza energetica, cyber, cambiamento climatico, presenza nella regione artica) “possono essere raggiunti da parte della Nato” da sola. “Oggi osserviamo che la proposta di ampliamento della Nato non aumento la sicurezza dei suoi Stati membri. In alcuni casi, come quelli di Ucraina e Georgia, potrebbe destabilizzare seriamente la situazione del continente europeo”, ha osservato il diplomatico. “Nel caso della Georgia, per esempio, la politica di riavvicinamento alla Nato ha incoraggiato Tbilisi a lanciare la sua aggressione contro l’Ossezia del Sud e la Russia”, ha dichiarato, puntando il dito contro l’attacco georgiano a Tskhinvali messo in atto l’8 agosto scorso.
In sostanza - ha concluso il diplomatico - la proposta di allargamento della Nato ha portato alla nascita di nuove linee di divisione in seno all’Europa che potrebbero destabilizzare il Vecchio Continente.