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Le scandalose osservazioni fatte da Obama in Irak

di Christopher Dowd - 14/04/2009

 

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9 Aprile 2009

Proprio non si sa da dove cominciare, per commentare le osservazioni che Obama ha fatto ieri in Irak durante una visita che la stampa americana ha descritto come una "sorpresa"; definizione invero superflua, trattandosi dell’unico tipo di visita che un Presidente americano possa fare in Irak. Che cosa lascia piu’ a bocca aperta: un Presidente degli Stati Uniti che invita con scandalosa indifferenza ad "assumersi le sue responsabilita’ " una nazione che l’America ha per decenni bersagliato, brutalizzato e violentato (usandola anche come pedina nei loro giochi geo-politici), oppure il fatto che nel fare simili osservazioni egli dimostri di non avere la minima idea di quanto le sue parole appaiano quelle di un criminale socio-patologico?

Ma la colpa non e’ di Obama. Dopo tutto, lui e’ soltanto un prodotto della "tangenziale" imperiale, e quindi non ha mai avuto a che fare con qualcosa che si avvicini alla realta’, e che sull’Irak stia fuori dai parametri di opinione consentiti. Questi parametri vanno dalla distorta convinzione di "destra" che ritiene ancora che l’Irak era dietro l’attentato delle Torri Gemelle e che le Armi di Distruzione di Massa esistevano ma poi vennero trasferite in Siria, fino alla convinzione "di sinistra" che la guerra dell’Irak, anche se combattuta per nobili motivi e con buone intenzioni, era "sbagliata"; ma ormai, "gia’ che siamo li’, dobbiamo cavarcela nel modo migliore".

Neanche per un secondo viene mostrata a noi americani la dura realta’ dell’Irak: e cioe’ che nel nostro nome sono stati apportati alle vite di milioni di iracheni delitti, sofferenze e miseria per favorire dei piani egoistici ed oscuri che non avevano dietro di se’ nessun nobile motivo ne’ buone intenzioni, e che adesso gli iracheni ci odiano per valide e giuste ragioni e vogliono solo che ce ne andiamo completamente dal loro paese.
Qui vorrei chiarire una cosa: le osservazioni sull’Irak che Obama ha fatto ieri non avevano assolutamente nulla di straordinario o di atipico per un uomo politico, un funzionario, o un comandante militare americani. Al contrario, affermazioni cosi’ sconcertantemente narcisistiche e socio-patologiche sono in linea con l’andazzo generale.

Entro i limiti retorici al difuori della nostra "tangenziale" imperiale vi sono poi presunzioni sottintese come quella che gli iracheni devono "ringraziare" gli Stati Uniti per avere invaso il loro paese con pretesti falsi, per avere distrutto le sue infrastrutture, e per avere trasformato la loro nazione in un loro campo di battaglia per una risibile guerra contro la tattica di un’organizzazione in gran parte mitica la quale viene di volta in volta definita come fa piu’ comodo.

'Sapete, gli iracheni’ (cosi’ ci dicono) 'dopo aver sofferto per decenni le conseguenze di politiche americane che nella migliore delle ipotesi potrebbero definirsi come brutalmente indifferenti per le loro vite – persino per quelle piu’ vulnerabili e innocenti - dovrebbero dopo tutto "essere grati" agli Stati Uniti per averli finalmente invasi e "liberati" '.

'E non e’ colpa nostra che anche se "per migliaia di anni non si sono ammazzati fra loro" (secondo l’idiota ed errata interpretazione americana della storia settaria dell’Irak) ora lo stiano facendo. No: noi non abbiamo niente a che vedere con la creazione del calderone di orrenda violenza settaria che in Irak continua fino ad oggi (e che, in rapporto alla popolazione, causa in Irak ogni settimana un numero di vittime paragonabile a quello delle "torri gemelle", tranne che non faccia lostesso qualcuna delle non riferite incursioni aeree americane sui centri urbani iracheni)’.

Obama ha anche definito la Guerra in Irak "un risultato straordinario".
Questo "risultato straordinario" che secondo Obama e’ stato ottenuto in Irak consiste in una nazione nella quale gli alti papaveri americani non possono venire preannunziando il loro arrivo. E’ un "risultato straordinario" con una componente "ignota" di vittime civili – uccisi civili, si noti – il cui numero l’esercito americano non ritiene neanche degno di accertamento. E’ un "risultato straordinario" con un ammontare di sfollati o di profughi che assomma a piu’ di quattro milioni, pari al 20 per cento della popolazione. E’ un "risultato straordinario" con una capitale che e’ stata isolata dal resto del paese – come nei tempi antichi una citta’ assediata - con muraglie di cemento, e nella quale e’ consentito penetrare soltanto da quattro punti di accesso. Ed un altro "risultato straordinario" e’ quello che dopo sei anni la gente non ha ancora la stessa fornitura di acqua potabile pulita che aveva prima della guerra.

Ma per Obama e’ giunta l’ora che i cittadini dell’Irak - questo paese ingrato che ha avuto l’invidiabile fortuna di godere della presenza dei nostri soldati, soldati dai costumi cosi’ morali, scelti dal fior fiore della nostra societa’, e che per gli iracheni e per la loro cultura nutrono soltanto del rispetto - e’ giunta l’ora che i cittadini di questo paese, diciamo, si decidano ad "assumersi le loro responsabilita’ ", perche’ noi ormai siamo proprio stufi di fare un cosi’ buon lavoro per loro’.




Traduzione di Rolando M:

Articolo originale
Link: www.examiner.com/x-3665-Boston-Libertarian-Examiner~y2009m4d
8-Obamas-obscene-remarks-in-Iraq