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Obama impara da Bush e chiede altri soldi per la guerra

di Ferdinando Calda - 14/04/2009

 

 
Obama impara da Bush e chiede altri soldi per la guerra
 



Quando presentò il piano di bilancio per il 2010, che prevedeva uno stanziamento di 130 miliardi di dollari solo per le guerre in Iraq e Afghanistan, Barack Obama fece una promessa: “per la prima volta” il budget avrebbe contenuto “tutti i costi della guerra” e non ci sarebbero state richieste di fondi supplementari. “Non nasconderemo più il prezzo della guerra”, annunciò lo scorso febbraio, parlando di un bilancio corposo ma “onesto” e accusando il suo predecessore di aver “barato” sui costi dell’impegno militare statunitense, ottenendo diversi miliardi con stanziamenti straordinari di spesa. Invece, meno di due mesi dopo, il nuovo presidente degli Stati Uniti chiede al Congresso ulteriori fondi per un totale di 83,4 miliardi di dollari per le missioni militari in Iraq e Afghanistan. In una lettera inviata ieri alla speaker della Camera dei rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, Obama spiega che circa il 95 per cento di questi fondi sarà utilizzato per “sostenere i nostri soldati che aiutano gli iracheni a riprendersi in mano il loro destino” e per “smantellare e distruggere al Qaida in Pakistan e Afghanistan”.
Come il suo predecessore, anche Obama agita lo spettro della minaccia terroristica contro il territorio degli Stati Uniti. “L’insorgenza talibana e al Qaida minacciano l’America dai loro sicuri rifugi lungo il confine afgano-pakistano”, sottolinea l’inquilino della Casa Bianca, invitando i membri del Congresso a una rapida approvazione del budget.
Nonostante la richiesta di Obama abbia sollevato qualche protesta tra le frange più liberali dei democratici, lo stanziamento dovrebbe essere approvato con facilità dal Parlamento, dove il presidente può contare su una forte maggioranza.
Naturalmente il nuovo presidente statunitense, che quando era senatore aveva votato contro analoghe richieste da parte di Bush, ha ribadito la propria contrarietà a questo tipo di pratica (“dobbiamo rompere la recente consuetudine e includere i costi militari futuri nel piano di spesa ordinario”) e ha promesso che questo sarà l’ultimo stanziamento per la guerra adottato in forma supplementare.
Un’assicurazione che arriva lo stesso giorno in cui il comandante delle truppe Usa in Iraq smentisce un’altra promessa di Barack Obama. In un’intervista al Times di Londra, il generale Ray Odierno ha spiegato che le truppe statunitensi potrebbero rimanere in alcune città irachene, come Mosul e Baquba, oltre il 30 giugno, data entro la quale le forze di combattimento Usa dovrebbero lasciare tutte le città e i centri abitati iracheni. Odierno ha aggiunto che il numero dei soldati nel nord del Paese, potrebbe addirittura aumentare, anziché diminuire, nel corso del prossimo anno.
Il “cambiamento” che il mondo si attendeva dal primo presidente nero degli Stati Uniti si conferma essere solo una maschera, che gli Usa usano per continuare indisturbati la loro politica imperialista e criminale.