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Torture, Obama assolve la Cia

di redazionale - 17/04/2009

Un detenuto di Guantanamo
Il presidente americano concede
l'immunità agli agenti che hanno
usato maniere forti con i detenuti
NEW YORK
Gli agenti della Cia che hanno usato «in buona fede» maniere forti su detenuti usando tecniche di tortura come il waterboarding non passeranno guai con la giustizia. Lo ha assicurato il presidente Barack Obama in un comunicato che accompagna la pubblicazione di quattro memorandum dell’amministrazione Bush sui metodi di interrogatorio ammessi nella guerra al terrorismo. I cosiddetti ’siti nerì, in Asia e nell’Europa dell’Est, sono stati chiusi dall’amministrazione Obama che, denunciando l’uso della tortura, ha deciso la pubblicazione dei documenti per aiutare l’America «ad affrontare un capitolo buio e doloroso» della sua storia.

I memorandum - quattro dal 2002 al 2005 - descrivono una serie di tecniche di interrogatorio aggressive e tuttavia all’epoca autorizzate che vanno dall’annegamento simulato alla privazione del sonno e all’esposizione al freddo o al caldo eccessivo. I documenti sono stati resi pubblici dopo un intenso dibattito interno e con alcune censure criticate dalle associazioni per i diritti umani. «Pubblicando questi documenti intendiamo assicurare gli agenti che hanno agito in buona fede basandosi sul consiglio legale del Dipartimento della Giustizia che non saranno messi sotto inchiesta», ha detto Obama spiegando che questo è un momento di «riflessione», non di «vendetta». Le nuove rivelazioni, sostanzialmente una conferma di quanto era già emerso nei mesi scorsi, coincidono con la pubblicazione di una inchiesta del New York Times dedicato altri casi di abusi della National Security Agency (Nsa), l’agenzia Usa di controspionaggio, nei confronti di cittadini americani negli Usa e all’estero intercettati senza mandato della magistratura negli ultimi mesi dell’amministrazione Bush.

Secondo il quotidiano, la Nsa ha intercettato comunicazioni private tra americani su una scala che andava oltre gli ampi limiti autorizzati l’anno scorso dal Congresso. Tra i bersagli del ’grande orecchiò dell’agenzia ci sarebbe stato addirittura un membro del Congresso: il parlamentare, di cui non è stata determinata l’identità, sarebbe stato in contatto con un estremista già sotto sorveglianza per possibili rapporti con gruppi terroristici mentre si trovava in Medioriente con una delegazione parlamentare nel 2005 o 2006. Di torture ha parlato anche Richard Armitage, numero due al Dipartimento di Stato nella prima amministrazione Bush. L’ex vice di Colin Powell ha ammesso con la rete al Jazira che la Cia ha torturato alcuni sospetti terroristi con il benestare della Casa Bianca, ma che nè lui nè Powell ne sapevano nulla. Armitage ha spiegato che lui e Powell erano all’epoca convinti che la Convenzione di Ginevra venisse rispettata anche nei confronti dei cosiddetti ’combattenti nemicì, i prigionieri catturati Afghanistan dopo le stragi dell’11 settembre e trasferiti nel limbo giuridico di Guantanamo, la base prigione a Cuba di cui Barack Obama ha deciso la chiusura.