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Precariato anche per i giovani francesi

di Federico Dal Cortivo - 12/03/2006

Fonte: italiasociale

 

 

 

 

              La Francia antisociale del Primo Ministro de Villepin

 

In Italia il lavoro precario si chiama legge Biagi o Treu, in Francia si chiamerà CPE-Contrat première embauche, ovvero contratto per la prima assunzione. Contro questa nuove legge ( collocata all’interno di una più ampia) appena approvata dal Senato -178 voti a favore,127 contrari e 21 astensioni, che dovrà essere ridiscussa ed approvata da ambedue i rami del parlamento, sono scesi in piazza in lavoratori e gli studenti francesi. Un milione secondo fonti sindacali, quattrocentomila secondo la polizia. Una giornata, quella del 7 marzo, di protesta e di  mobilitazione generale in Francia , che ha interessato oltre a Parigi, con migliaia di persone per le strade, Brest, Limoges, Marsiglia, Nantes, Bordeaux, Rennes e Tolosa ed altri centri minori. In Francia, dove il “ travail intérimale"era stato adottato nel 1994, si è deciso così di dare  una brusca accelerata in senso antisociale. D’ora in poi le aziende con più di 20 dipendenti e che assumono giovani con meno di 26 anni, potranno tranquillamente licenziare nel corso dei primi due anni, senza la necessità della “giusta causa”. Una bella trovata quella del governo di centrodestra del primo ministro  Dominique de Villepin per “creare lavoro”, o meglio per dare la possibilità alle imprese transalpine di fare quello che vogliono con la manodopera giovanile, merce da sfruttare e gettare all’occorrenza senza tanti riguardi. Il CPE fa parte, come dicevamo, di un disegno di legge più vasto, che dovrebbe, nell’intenzione dei suoi ideatori, garantire ai giovani francesi “uguali possibilità di successo nella vita”. Varato  all’indomani dei disordini etnici scoppiati nelle periferie di diverse città francesi , sulla carta, essp aprirebbe le porte a maggiori stanziamenti per le scuole pubbliche situate nei quartieri  degradati , con l’intento di   risollevare  aree spesso off limits per le stesse forze dell’ordine. (…la politica d’investimenti anche notevoli, ma  senza cercare di andare alla radice del problema delle periferie francesi, rischia di fallire ancora prima di partire. E’  l’immigrazione massiccia , in un contesto di globalizzazione, la causa di tutti i problemi, con la nascita di un nuovo tipo di sottoproletariato extracomunitario sradicato da ogni cultura e tradizione, sia quella del Paese d’origine, sia del Paese d’arrivo ….) In  precedenza era stata approvata la “legge di coesione sociale- contrats d’embauche”- il 18 gennaio 2005, che riguardava numerosi interventi in campo sociale:  casa, lavoro, lotta all’emarginazione, modernizzazione dei servizi per l’impiego, riforma del contratto d’apprendistato, e la creazione di nuove forme contrattuali di lavoro.. Il Governo francese ha provveduto poi ha rivedere altre forme contrattuali già presenti od a crearne di nuove . Sono  così nati “le contrat d’accompagnement dans l’emploi ( CAE)-che dovrebbero facilitare  l’inserimento dei disoccupati, in sostituzione del contratto di solidarietà e di avviamento, il “contrat d’avenir”, che ha lo scopo di facilitare l’inserimento di coloro che beneficiano di particolari sussidi economici- il “contrat de professionnalisation”, con il fine di far  acquisire tramite il rapporto di lavoro  una qualifica professionale-il “contrat d’initiative-emploi”, mediante il quale il datore  di lavoro, previo accordo con l’Agenzia Nazionale per l’Impiego, viene incentivato nell’assumere persone che  hanno difficoltà d’inserimento occupazionale. Ma quel che ha fatto scattare la protesta è stato soprattutto il “contrat première embauche”, che non è altro che lo sviluppo in peggio  del precedente “contrat nouvelles ambauches”-contratto nuove assunzioni.In sintesi si mira ad offrire ai giovani un ingresso veloce nel mondo del lavoro con un contratto-capestro a “tempo indeterminato”, però condizionato dall’ampia facoltà data al datore di lavoro di licenziare senza preavviso e giusta causa il lavoratore. Furbescamente la  legge in questione intende l’interruzione del periodo di lavoro come quella di un “semplice periodo di prova”, nel qual caso sarà corrisposta un’indennità pari all’8% del  salario…( si palesa così un forma di ricatto estremamente ampia all’interno dell’azienda). La durata sarà di due anni, dal quale saranno scomputati eventuali altri periodi svolti all’interno dell’azienda. Una magra consolazione a fronte di una elevata precarietà. Si è pensato anche di inserire  una speciale clausola che dovrebbe tutelare il giovane nel pagare la cauzione per l’affitto di una casa-Loco Pass- Se poi il datore di lavoro dovesse recedere dal contratto( dopo almeno 4 mesi) il lavoratore riceverà un’indennizzo pari a 490 € forfetari per soli due mesi…  Puntuale il commento del docente universitario Francois Gaudu: “ è giusto combattere la disoccupazione con ogni mezzo a patto di non far crescere l’insicurezza tra gli occupati”. Ed è quello che sta succedendo in Francia  e non solo. L’Italia in questi ultimi anni con il due Prodi-Berlusconi ha fatto passi da gigante in materia.

 

Dando un’occhiata alla stampa francese , le Figaro si schiera a favore della proposta Villepin, pubblicando una lettera immaginaria di uno studente  che afferma che il CPE avrà il merito di “smuovere la rigidità del sistema francese”. Sembra di sentire parlare un Biagi –Boy nostrano o il “simpatico Mortadella”…Le Monde invece rimarca il fatto che Villepin ha portato aventi il CPE contro il parere della maggioranza dei suoi ministri, minacciando anche di far ricorso alla Costituzione che gli consentirebbe di far passare il progetto di legge anche senza dibattito parlamentare.

Staremo a vedere ora se dopo la mobilitazione di martedì l’antisociale legge passerà all’esame definitivo. Quello che è in ballo non è solo il destino dei giovani francesi, ma tutto un modello sociale che vieni quotidianamente attaccato in Europa e che rischia di saltare definitivamente con ripercussioni nel tempo gravissime.