Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Più profondo dei tunnel di Gaza

Più profondo dei tunnel di Gaza

di Zuheir Kseibati - 27/04/2009

 

a-536528648wqbszw_fs.jpg

 

Non vi è segno più emblematico del nuovo capitolo del collasso arabo, della maliziosa gioia israeliana di fronte alla battaglia fra un importante paese arabo – l’Egitto – e Hezbollah, che si considera il movimento leader della resistenza nella regione. Si tratta di un importante capitolo nella battaglia fra i regimi al potere ed i movimenti di resistenza. Non importa quale spiegazione ciascuna delle parti adotti per giustificare la propria posizione, questa gioia maligna agli israeliani non costa niente.

Poche settimane dopo il loro feroce attacco contro la Striscia di Gaza, gli israeliani stanno a guardare mentre un importante stato arabo ed un movimento della resistenza scivolano verso uno scontro che non farà che aggiungere ulteriore marginalizzazione e divisione alla realtà araba, uno scontro che distoglierà l’attenzione araba da ciò che Israele sta tramando sotto il dominio degli ultra-estremisti.

E’ difficile trovare una risposta a questo interrogativo: cosa potrebbe ottenere il governo Netanyahu se, ad esempio, vacillasse la fiducia di Hamas nella credibilità della mediazione egiziana tra le fazioni palestinesi?

O cosa potrebbero ottenere gli israeliani se questa mediazione crollasse lasciando spazio ad ulteriori divisioni palestinesi e ad ulteriori lotte per la legittimazione tra Fatah e Hamas?

E’ più insolito scoprire una rete di spionaggio che monitora le posizioni militari giordane per conto del movimento islamico palestinese, o scoprire una rete di spionaggio israeliana in Libano, in Egitto, o altrove?

Dunque, questa è una battaglia per la legittimazione. Essa sta mettendo in secondo piano un’altra questione: quella dell’ "eliminazione" della Palestina, ed il continuo tentativo israeliano di far scomparire questa causa, insieme ai diritti del popolo palestinese.

Gli sforzi israeliani proseguono sotto la copertura di un denso polverone che nasconde tutti i fattori e le ragioni di unità nella regione, cosicché la perfidia israeliana può continuare ad abbattersi contro governi, partiti e forme di resistenza del mondo arabo.

Questo polverone potrebbe portare il governo Netanyahu a vendicarsi degli esiti della guerra del luglio 2006 in Libano; esso potrebbe sfruttare qualunque attacco contro turisti israeliani in Egitto per scatenare una nuova guerra contro il Libano con il pretesto di dare la caccia a Hezbollah.

L’arena ed il pretesto sono entrambi pronti, mentre il comando dell’esercito israeliano continua ad insistere che la risoluzione 1701 dell’ONU è lettera morta, e che le violazioni di questa risoluzione derivano dal "contrabbando di armi" di Hezbollah e dai suoi sforzi di ricostruire il suo arsenale, e non dalle violazioni israeliane dello spazio aereo libanese. I tetri scenari delle ripercussioni della crisi fra l’Egitto e Hezbollah ricevono ulteriore credibilità dal fatto che gli attori regionali non arabi stanno rimescolando le loro carte per ridisegnare la mappa della loro influenza nella regione, con gli americani che stanno cercando una "exit strategy" dall’Iraq e dall’Afghanistan.

Questi attori, che sono chiamati ad aiutare il presidente Barack Obama a pianificare un ritiro "sicuro", stanno alzando il livello delle loro condizioni a spese delle decisioni politiche arabe ed a spese del ruolo dei paesi più importanti, come l’Egitto. Forse le preoccupazioni del Cairo per il fatto che l’Iran "pesca" in acque arabe sono ciò che ha spinto l’Egitto ad inasprire i toni della crisi con Hezbollah. Il fatto che Hamas difenda Hezbollah e la "cellula" che ha attirato l’attenzione delle forze di sicurezza egiziane, certamente non faciliterà la mediazione egiziana tra Hamas e Fatah, o gli sforzi egiziani di fermare la divisione della Palestina in due o tre Palestine.

Cosa ancora più importante, questi sviluppi non faciliteranno la riconciliazione tra la Siria e l’Egitto, visto che i requisiti per la riconciliazione erano certamente meno complicati prima che la cellula fosse scoperta.

Coloro che conoscono la serie dei sospetti e delle silenziose crisi fra il Cairo e Washington sotto la presidenza Bush, che espresse periodicamente critiche nei confronti dell’Egitto in relazione al rispetto dei diritti umani ed alla questione copta, conoscono anche i canali che esprimono le suscettibilità del regime egiziano e degli egiziani in generale di fronte a tutto ciò che è legato alle confessioni religiose. Dunque, l’accusa rivolta nei confronti di questa cellula, secondo la quale essa avrebbe cercato di "diffondere l’ideologia sciita", tocca un nervo scoperto dell’Egitto, divenuto sempre più sensibile fin dalla guerra israeliana contro il Libano nel 2006.

Ma la principale fonte di amarezza per l’Egitto viene da tutte quelle accuse che sollevano dubbi sul sentimento nazionalista del Cairo di fronte alle crisi arabe, o che alludono a una "segreta" complicità egiziana con gli israeliani o anche con gli americani, che sono rimasti fino a questo momento il principale nemico del "fronte della resistenza" nella regione.

Mentre i sostenitori del fronte della resistenza non vedono alcuna colpa nel fatto che Hezbollah agisca in soccorso di Gaza e della sua resistenza, anche a spese della sovranità egiziana, coloro che rientrano nel "campo dei moderati" si trovano nella posizione di dover produrre prove del loro patriottismo e del loro nazionalismo.

Alcuni di questi moderati stanno attendendo il momento della verità, quando i "resistenti" si vedranno obbligati a rivolgere la loro battaglia contro i principali governi arabi mentre i loro stessi alleati (in particolare l’Iran (N.d.T.) ) stanno negoziando con gli americani sia a spese dei movimenti della resistenza che dei governi arabi. Il fondo del collasso arabo si trova molto più in basso  del fondo dei tunnel di Gaza.

Zuheir Kseibati

Zuheir Kseibati  è un noto editorialista del quotidiano panarabo 'Dar al-Hayat’

Titolo originale:

Deeper than the Tunnels of Gaza