La destra di Fini non riesce a fare il futuro perché le manca il business del sogno
di Pietrangelo Buttafuoco - 08/05/2009
Non ci credoLa destra di Fini non riesce a fare il futuro perché le manca il business del sogno. Dunque, non funziona
L’Italia di Gianfranco Fini è quella del tornare indietro. Niente male per chi della morte del nostalgismo ha fatto un mestiere. La sua sincera conversione alla religione civile dell’Italia repubblicana fondata sulla Costituzione e la Resistenza lo pone, infatti, a tergo rispetto alla società. Col berlusconismo trionfante, in realtà, s’è fatta tabula rasa di categorie e valori che non esistono più nel cuore degli italiani. A cominciare dallo stesso antifascismo: vive solo nella testa di cinquemila impiegati addetti all’ufficialità dei discorsi, della fiction e dei soliti editoriali dei giornali. E l’aspirante successore, che arriva tardi con l’antifascismo, figurarsi quanti dovrà farsene di passi indietro adesso che il suo ruolo di terzietà lo risolve mettendosi a guardia del bidone vacante di un suo modello d’Italia – quello benevolmente sostenuto dall’informazione autorevole – accuratamente de-berlusconizzato.
Dopo Berlusconi, degli attuali attori comprimari del centrodestra, non ne resterà in piedi neppure uno, neppure Fini che dell’attuale Pdl è socio infido e sarà lo stesso berlusconismo compiuto e beato nell’happy end a consegnare l’Italia alla gens nova. Magari quella stessa gente mai raccontata dai giornali: l’Italia che porta lo zingaro in trionfo al Grande fratello per volere, al contempo, le ronde nel quartiere. La destra di Fini, orba di Tradizione in luogo dell’ammaestramento laico e repubblicano, non riesce a fare il futuro perché le manca il business del sogno. E non realizza neppure la realtà perché si priva del decisionismo. Non basta raccogliere il plauso dei giornali quando questo mondo di carta è pura archeologia. La destra di Fini, infine, è solo una generica rivisitazione del liberalismo di Valerio Zanone, un politico di qualche stagione fa, onesto ma inutile. L’aspirante successore ha già esaurito il bonus del suo predecessore: tanto Pier Ferdinando Casini ebbe a trafficare nel proscenio quanto ne ha avuto di ribalta Fini sull’attuale scena.