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Obama riapre Guantanamo: "Tornano i tribunali militari"

di redazionale - 15/05/2009

 
 




L’annuncio ufficiale sarà dato oggi, ma responsabili dell’amministrazione statunitense lo hanno anticipato parlando a condizione di anonimato, in attesa che siano precisati i particolari: tornano i tribunali militari a Guantanamo. Lo ha deciso Obama, dopo aver criticato George W. Bush durante la campagna elettorale e dopo averli bloccati appena eletto presidente.

I tribunali militari giudicheranno un piccolo numero di prigionieri della base statunitense nell’isola di Cuba, ai quali sarà garantita una protezione giuridica migliore di quella assicurata in precedenza. Barack Obama aveva ordinato il blocco di queste corti marziali poche ore dopo il suo arrivo alla Casa Bianca, in gennaio, in attesa di una riforma del loro funzionamento. Tuttavia, non aveva rinunciato a perseguire i presunti terroristi. La decisione, che sarà ufficializzata oggi, non mancherà di suscitare critiche. Alcune organizzazioni di difesa dei diritti dell’uomo hanno già protestato per il passo indietro del presidente sulla pubblicazione delle foto di tortura di prigionieri in Iraq e in Afghanistan.

Dopo avere promesso la massima trasparenza, sia in campagna elettorale che al suo arrivo alla Casa Bianca, il presidente Usa ha dovuto prendere nelle ultime settimane una serie di decisioni che hanno messo in discussione il suo precedente impegno e provocato alcune imbarazzanti inversioni di rotta. A gongolare sono i repubblicani e in particolare l’ex vicepresidente Dick Cheney che nelle ultime settimane aveva più volte ammonito Obama: le promesse iniziali di trasparenza potevano mettere a repentaglio la sicurezza degli Stati Uniti. La decisione di Obama di rimangiarsi il suo assenso alla pubblicazione delle foto delle sevizie inflitte dai militari americani ai detenuti nelle carceri in Iraq e Afghanistan «per motivi di sicurezza» - esattamente la tesi di Cheney - ha fatto cadere le braccia alle organizzazioni che si battono per la difesa dei diritti umani.

Ora il dietrofront su Guantanamo: Barack Obama ha scoperto che per risolvere il complesso problema di cosa fare dei sospetti terroristi detenuti nella base militare Usa a Cuba i tribunali speciali sono forse il male minore. Gran parte delle prove raccolte contro i detenuti sono frutto infatti di interrogatori da parte dei militari Usa che non potrebbero essere usate in tribunali normali, vincolati a tutelare anche i diritti dell’imputato. Anche la decisione più trasparente presa finora da Obama, quella di rendere pubblici i memorandum dei legali della amministrazione Bush che autorizzavano di fatto la tortura, si è trasformata in un boomerang per il nuovo presidente per la incertezza mostrata (con dichiarazioni contrastanti) sulla incriminabilità o meno degli autori dei documenti, e sulla opportunità o meno di una commissione d’inchiesta. Era stata proprio questa decisione a provocare le battute più sferzanti di Cheney che, dopo otto anni vissuti all’ombra del presidente George W. Bush, è diventato da gennaio il portavoce più visibile della vecchia amministrazione e dello stesso partito repubblicano, che non ha ancora trovato nuovi leader dopo la batosta elettorale del novembre scorso.