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Pakistan, mattatoio Swat

di Tahir Ali - 26/05/2009





L'esercito si prepara ad espugnare la città di Mingora, occupata dai talebani. Si teme per la sorte dei civili

Secondo la stampa pachistana l'esercito governativo di Islamabad ha completato stamane l'accerchiamento di Mingora, il capoluogo dello Swat, e ora si prepara ad avanzare verso il centro della città occupata da migliaia di talebani, nella quale sono ancora intrappolati tra i diecimila e i ventimila civili.
Si teme un bagno di sangue.
Ieri sera il portavoce dei talebani, Haji Muslim Khan, aveva dichiarato che i guerriglieri non attaccheranno le forze governative in città per evitare di scatenare rappresaglie dell'esercito che "come si è visto colpiscono sempre i civili". "Ora fingono di preoccuparsi dei civili, solo perché temono la sconfitta e vogliono tentare la fuga. Ma l'operazione in città proseguirà come previsto", ha risposto questa mattina il generale Athar Abbas.
Dalla zona del conflitto, vietata ai giornalisti, trapelano storie raccapriccianti.
Ecco cosa scrive il giornalista pachistano Tahir Ali sul settimanale Weekly Pulse, su cui è pubblicata la versione integrrale (in inglese) di questo reportage, di cui PeaceReporter ha e pubblicato questo estratto su gentile concessione dell'autore.

La spietata uccisione di uomini dell'una e dell'altra parte sta terrorizzando la già preoccupata popolazione locale. Se i talebani stanno macellando le spie e i dipendenti governativi, le forze di sicurezza non sono da meno. La scorsa settimana i militari hanno arrestato nove talebani nella zona di Maidan, nel Basso Dir, e poi li hanno lanciati da un aereo sull'area di Shamozai, nello Swat. Shah Hussain, un testimone oculare, racconta: "Improvvisamente è apparso un aereo e ha sganciato qualcosa. Pensavamo fossero bombe, invece erano corpi di talebani". Secondo altri residenti del posto, uno dei cadaveri era mutilato. In risposta, Maulana Shah Dawran, il vice di Maulana Fazullah, ha dichiarato alla radio talebana: "Vendicheremo l'uccisione dei nostri amati compagni gettati dall'aereo. Il governo si proclama campione di diritti umani, ma come giustifica questa azione in base alle leggi che esso segue? Noi uccidiamo le spie in ossequio agli insegnamenti dell'Islam". Muhammad Iqbal, portavoce talebano nell'area di Shamozai, mi ha detto per telefono: "Vendicheremo i nostri amici in una maniera tale da far dimenticare alla gente il lancio dei nostri uomini dall'areo".

Per scoraggiare lo spionaggio, i talebani hanno distribuito dei cd con video di spie che, dopo aver confessato, vengono decapitate dai miliziani, con lo sottofondo musicale di una tarana (poesia cantata) pashtun che recita: "Ti ho pregato ancora e ancora di non fare la spia, ma non mi hai dato ascolto, quindi ora affrontiamo la realtà: ti tagliamo la gola".
La presenza talebana ha scoraggiato la poesia e la musica romantiche, sostituite da canzoni jihadiste. Le si può sentire nelle botteghe e sui mezzi pubblici. Quella che va per la maggiore dice: "Non ti preoccupare, non pensare alle conseguenze. Lui è simbolo dio coraggio, per questo tutti lo amano. E' il nostro amato capo Fazullah".
Chiunque incontri nella regione di Malakand o tra gli sfollati ti chiede: "Quando si ritornerà alla normalità? Quando potremo tornare alle nostre case?". E' molto difficile rispondere. I mezzi di comunicazione di Stato presentano uno scenario in cui le forze di sicurezza sono impegnate nella fase finale dell'offensiva, ma la realtà è diversa. Se in due settimane l'esercito non è ancora riuscito a riprendere il controllo della città di Mingora, com'è possibile ripulire tutta la valle di Swat dai talebani in sei-otto settimane?