Biosicurezza dalle contaminazioni ambientali ed alimentari di OGM
di Giuseppe Altieri - 18/06/2009
Fonte: agernova
OGM: UNA MINACCIA IRREVERSIBILE PER L'AMBIENTE, LA SALUTE E LE TRADIZIONI AGROALIMENTARI.
LE ALTERNATIVE BIOLOGICHE E LOCALI PER LO SVILUPPO RURALE EUROPEO
PROPOSTE OPERATIVE GIURIDICHE E ISTITUZIONALI ATTE AD EVITARE L’INTRODUZIONE DEGLI OGM IN ITALIA ED IN EUROPA
Zaia. “Contrario agli Ogm, non fanno guadagnare di più”
E’ un 'No agli Ogm' motivato quello espresso oggi dal ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia, in un'intervista di Gian Antonio Stella su Rai Radio3. ''Sono contrario agli Ogm - ha detto il ministro Zaia - in quanto il mondo scientifico è esattamente spaccato a metà e nei Paesi dove si coltiva con gli Ogm non si guadagna di più. Abbiamo fatto un G8 Agricoltura per dimostrare che affamano di agricoltori e non risolvono l'emergenza alimentare del pianeta, dove 3 milioni di persone muoiono di fame''. Il paradosso, ha aggiunto Zaia, è che ''gli alimenti a base di Ogm si stanno configurando non come cibo del futuro, ma per i poveri. Mentre i ricchi possono permettersi una spesa certificata e biologica. Una cosa assolutamente da combattere perchè - ha detto il ministro - la qualità a tavola non deve essere un lusso per pochi''. Sulla qualità effettiva delle produzioni da agricoltura biologica, Zaia ha ricordato di aver inaugurato la 'stagione della tolleranza zero', con i numerosi controlli effettuati. ''Ma non va dimenticato - ha concluso - che in Italia ci sono 1,7 milioni di aziende agricole, perlopiù Pmi, che fanno qualità''.(Ansa)
- Programma Convegno regioni OGM free 18-19 giugno: http://www.gmofree-euregions.net:8080/servlet/ae5Ogm
- Sintesi dell'Audizione Parlamentare di Asseme (Dr. Lucconi) del 11 giugno 2009
Il dottor Enrico LUCCONI, direttore dell'Associazione, dichiara l'impossibilità della coesistenza tra colture OGM e quelle tradizionali. Sottolinea, infatti, il rischio di inquinamento delle piante OGM free e fa rilevare che gli OGM, introdotti nel territorio, inquinano irreversibilmente tutte le aree agricole, sicchè le stesse non potranno più essere destinate alle coltivazioni di vegetali convenzionali e biologici, pregiudiando la posizione dei coltivatori di queste.
Da qui la necessità di un referendum consultivo nazionale (proponibile anche secondo la legislazione comunitaria) per stabilire il da farsi, tenendo conto che l’ordinamento protegge il diritto di coloro che vogliono continuare a produrre vegetali convenzionali e biologici. Constata, peraltro, con amarezza che nessun dibattito (ed indagine) è aperto su tale fondamentale tema, perché, una volta accertato l’inquinamento irreversibile da OGM di tali aree, inutile sarà discutere sulla libertà o meno di coltivare OGM e sulla creazione di distretti OGM free. La scarsa considerazione, nei dibattiti finora svoltisi, di questo tema, hanno impedito di evidenziare l'esperienza negativa di alcuni Paesi sulla impossibilità di tale coesistenza, (tra OGM e non OGM) come gli Stati Uniti, il Messico, l'Argentina, l'India la Spagna.
Pone, inoltre, l'accento sulla richiamata integrità dell'ambiente, indispensabile ai sementieri italiani per riprodurre sementi convenzionali non inquinati da OGM.
Questi, inoltre, penalizzano gravemente anche la biodiversità bloccando il miglioramento della genetica tradizionale. Richiamando la raccomandazione della Commissione europea del luglio 2003, fa, poi, presente che i coltivatori dovrebbero attuare complesse operazioni - proporzionali alla loro produzione - per proteggere i loro territori dagli OGM per quel che riguarda la preparazione della semina, la lavorazione del suolo, il trasporto e il magazzinaggio senza invero, nessuna prospettiva di successo.
Quanto alla innocuità degli stessi OGM o, addirittura, al loro benefico effetto, osserva, al contrario, che indagini indipendenti recentissime (2008 e 2009), evidenziano (in ratti alimentati con OGM) danni e anomalie al fegato, ai reni, ai testicoli, al pancreas; una prole ridotta di numero; una mortalità maggiore; feti più piccoli; la presenza dei virus 35S e V40 (utilizzati per creare gli OGM) in pazienti affetti da cancro e leucemia, tanto che la stessa Germania, nell’aprile del 2009, ha proibito la coltivazione, nel proprio territorio, del mais MON 810, unico OGM attualmente in circolazione nella UE.
Anche l’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e Nutrizione), finanziato dal MiPAAF, ha rilevato che la tossina contenuta nel mais OGM MON 810 è dannosa al sistema immunitario, sia intestinale che periferico, dei topi e che all’analisi proteomica è risultato, in tale tipo di mais transgenico, che la regolazione di ben 43 proteine ha subito modifiche rispetto al mais convenzionale, rendendo del tutto improponibile l’equivalenza tra questo mais OGM e quello convenzionale. Né la fame del mondo potrebbe essere vinta con gli OGM se è vero quanto precisato da G. Monastra (direttore dell’INRAN) nello studio “Fame nel mondo e opzione OGM” in “Silvae“ n. 10, 2008 e quanto reiteratamente affermato dalle stesse associazioni agricole degli Stati Uniti e di altri Paesi che negano ogni aumento di produzione con gli OGM.
In sostanza, per il dr. Lucconi gli OGM non possono, al presente, essere introdotti sul territorio nazionale perché:
- inquinano irreversibilmente le aree agricole;
- non ci sono ritorni economici;
- non ci sono risparmi sui diserbanti da utilizzare;
- danneggiano in modo gravissimo la biodiversità;
- rendono inutili le banche del seme;
- non c’è aumento di produzione;
- crescono i costi dovendo l’agricoltore sopportare (direttamente o indirettamente) l’onere di non meno di sette brevetti;
- stravolgerebbero il mercato fondiario e la prelazione del confinante (riservato, di fatto, quest’ultimo, al solo produttore di OGM);
- cadrebbe la possibilità di produrre prodotti agricoli biologici e convenzionali, rendendo inutili i distretti OGM free, la verifica delle filiere produttive, la certificazione, le analisi, la etichettatura;
- sarebbe, infine, impossibile parlare: di razionale sfruttamento del suolo, di promozione e bonifica delle terre, di formazione di unità produttive idonee, di cui all’art. 44 della Costituzione.
Stante la mancanza di certezze positive in tale ambito, reputa, conclusivamente, opportuno valutare in maniera più approfondita l'impiego di colture OGM anche al fine di evitare che pochi soggetti, per lo più stranieri, si impadroniscano della catena alimentare e della agricoltura italiana, con forte penalizzazione della qualità dei prodotti nazionali.
Sarebbe, altresì, opportuno promuovere, eventualmente, prima di deliberare in merito, una indagine interparlamentare approfondita, con diretta verifica di quanto evidenziato da Marie-Monique Robin nel libro “Il mondo secondo Monsanto”, Arianna Editrice, 2009, che riferisce fatti di inaudita gravità.Né, in temi di questa natura, ci si può sottrarre dal parere di una eventuale Commissione nazionale di inchiesta per accertare tutto quanto sopra riportato.
------------------------
Con i più cordiali saluti
Giuseppe Altieri, Agroecologo - Agernova
Accademia Mediterranea per l'Agroecologia e la Vita
Loc. Viepri Centro 15, 06056 Massa Martana (PG)
P. IVA 02322010543
Email: agernova@libero.it
http://www.agernova.it