Iraq, L’ENI più vicina al traguardo per il petrolio di Nassiriya?
di Ornella Sangiovanni - 26/06/2009
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Ancora un po’ di suspense per la decisione del governo iracheno sul giacimento di Nassiriya – e per l’ENI. Ma l’annuncio potrebbe essere vicino. Il ministro iracheno del Petrolio, Hussein al Shahristani, ha detto oggi alla Reuters che la compagnia alla quale andrà il contratto è stata scelta, e ora l’OK finale spetta al Consiglio dei ministri. Quale sia questa compagnia Shahristani non ha voluto dirlo. Quelle in lizza sono solo tre: l’italiana ENI, i cui dirigenti da tempo ostentano sicurezza, dicendosi fiduciosi di concludere l’affare; la giapponese Nippon Oil, e la spagnola Repsol. Un contratto particolare Quello di Nassiriya è un giacimento che le autorità di Baghdad inspiegabilmente non hanno inserito in nessuno dei due round di gare d’appalto finora annunciati – il primo dei quali, se tutto va come previsto, dovrebbe concludersi il 29 e il 30 giugno. Nel caso di Nassiriya, che si trova nel sud del Paese, nella provincia di Dhi Qar, si è ricorsi invece a un contratto di tipo particolare – nel gergo tecnico si chiama “Engineering, Procurement, and Construction Contract” (EPC). Per assegnarlo gli iracheni non hanno bandito una gara d’appalto classica, ma hanno invitato direttamente tre compagnie petrolifere a presentare le loro offerte – riservandosi di decidere sulla migliore. Obiettivo è quello di aumentare la produzione, portandola a 100.000 barili al giorno in 18 mesi. Il contratto avrebbe ormai dovuto essere assegnato da tempo, ma ci sono stati diversi rinvii – anche perché il ministero iracheno del Petrolio a un certo punto ha chiesto alle tre compagnie in lizza di riformulare le loro offerte. Pochi giorni fa da Baghdad avevano fatto sapere che in questo momento hanno ben altro per la testa, con le polemiche relative al primo round di gare d’appalto che hanno costretto il ministro del Petrolio ad andare a riferire in Parlamento, a pochi giorni dalla data prevista per l’assegnazione dei contratti. Abdul Mahdi al Amidi, vice Direttore Generale del dipartimento del ministero iracheno del Petrolio che si occupa dei contratti e delle licenze, aveva detto per telefono all’agenzia di stampa Bloomberg News che Nassiriya adesso non è una priorità. “Non è quello che ci sta occupando al momento”, erano state le parole del funzionario iracheno, che aveva parlato della “possibilità” di una decisione il mese prossimo, una volta concluso il primo round di gare. Secondo Amidi, ci sarebbe stato ancora bisogno di discutere sui termini contrattuali con le tre compagnie. Fuori la Repsol? Oggi la notizia che arriva dal ministro Shahristani. Che si aggiunge a informazioni recentissime, sempre riferite dalla Reuters, che fanno pensare che l’ENI potrebbe in effetti essere più vicina alla meta. Questo perché, stando a notizie che arrivano da Baghdad, la spagnola Repsol sarebbe ormai fuori. Il motivo? Le offerte presentate dall’ENI e dai giapponesi della Nippon Oil sarebbero più vantaggiose per gli interessi iracheni, stando a una fonte – anonima – citata dall’agenzia di stampa. “Dopo avere analizzato le tre offerte presentate dalle tre compagnie, abbiamo visto che quelle dell’ENI e della Nippon Oil servono meglio gli interessi del ministero del Petrolio”, ha detto la fonte, che ha chiesto di non venire identificata. “Abbiamo quindi deciso che queste due offerte devono essere studiate a fondo e ulteriormente discusse”. Quanto alla compagnia petrolifera spagnola, “Solo perché la Repsol è fuori dalla gara per Nassiriya, ciò non significa che non avrà una opportunità di presentare offerte per contratti EPC su altri giacimenti in futuro”. Dalla Repsol finora nessun commento. Sulla data dell’annuncio sull’assegnazione del contratto non c’è nulla di certo, e Shahristani oggi non ne ha parlato – anche perché la palla ora sarebbe al Consiglio dei ministri. La fonte anonima della Reuters aveva detto “molto presto”. Ma questo - a Baghdad - lo dicono da tempo. Fonti: Bloomberg News, Reuters |