Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Britney Spears, la religione civile dell'Olocausto e una bufala mediatica

Britney Spears, la religione civile dell'Olocausto e una bufala mediatica

di Miguel Martinez - 01/07/2009

Da tempo, parliamo qui della trasformazione del genocidio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale in nuova religione unificante dell'Occidente capitalista.

La costruzione della religione civile dell'Olocausto ha ormai assunto dinamiche proprie, che prescindono dai suoi stessi costruttori e sono affascinanti da seguire.

Un sito pieno di popup intitolato National Ledger dichiara che, "according to reports" e "reportedly", Britney Spears sarebbe stata invitata a recitare una parte in un film intitolato The Yellow Star of Sophia and Eton: la protagonista del film, Sophia LaMont, costruisce una macchina del tempo, con cui viaggia a ritroso, incontrando un ebreo di nome Eton in un campo di concentramento nazista.

Di tutta la vicenda, compresa la stessa esistenza del film, non si trova altra traccia in rete.

Ma nel flusso generale, un fatto è vero dal momento stesso che se ne parla, specie se tocca due argomenti strutturalmente eccitanti come Britney Spears - 87 milioni di dischi venduti nel mondo - e l'Olocausto, un accostamento che ha effetti psicologici analoghi al crocifisso al collo di Roberto Cavalli di cui abbiamo discusso in un recente post.

Britney Spears non può essere accusata di aver mai espresso alcun pensiero inopportuno, perché non ha mai espresso alcun pensiero in assoluto; ma il suo ruolo obbligato di meretrice virtuale, che le apre innumerevoli porte finanziarie, la esclude dalla sfera del culto religioso.

Ed ecco che leggiamo su tutti i media qualche variante di questa notizia, che riprendiamo dal sito della Stampa di Torino:
"BERLINO - Il Consiglio Centrale degli ebrei in Germania ritiene «del tutto inopportuna» la proposta di far interpretare a Britney Spears il ruolo femminile principale in un film sulla Shoah. Si tratta di The Yellow Star of Sophia and Eton (La stella gialla di Sophia ed Eton) e racconta la storia di una donna che si innamora di un uomo in un campo di concentramento. «È riprovevole cercare di finanziare il film mescolando perfidamente Britney Spears e l’Olocausto», ha detto la presidente del Consiglio Centrale degli ebrei in Germania, Charlotte Knobloch, al tabloid Bild. «I principi etici dovrebbero avere la precedenza. La sceneggiatura per i film su temi come l’Olocausto dovrebbe essere scelta con cura e anche la scelta degli attori deve essere prudente».
Ovviamente, ogni sito che riporta con devoto sussiego questa notizia, la associa a una serie di allegre foto di Britney Spears. Di quella virtuale; probabilmente il nostro è uno dei pochi siti a riportare una foto di quella reale, che mette in evidenza il suo indubbio piglio imprenditoriale.

Ugly Britney SpearsCredo che questo scambio tra una non notizia e un comunicato di sdegno (con un tocco curiale-cardinalizio), senza che nessuno cerchi di capire se gli stessi fatti di cui si sta parlando siano veri o no, ci dica molto sul giornalismo ai tempi nostri.

Ma anche la "sconvolta reazione" della comunità ebraica - che in ripresa dopo ripresa diventa "rivolta", "sdegno" e via drammatizzando - a sua volta si rifà a un'unica, discutibile fonte: il quotidiano  Bild, tutto tette e cadaveri, che probabilmente non ha riportato alcuna dichiarazione ufficiale, ma semplicemente qualche banalità estorta per telefono alla signora Knobloch.[1]

Nella strutturazione dell'immaginario religioso, le sceneggiature scelte "con cura" e gli attori reclutati con "prudenza" hanno invece una funzione cruciale, analoga a quella delle processioni ai tempi della Controriforma.

Lo scorso autunno, New York Magazine ha stilato una guida a ben sei film sul tema nazisti/olocausto in concorrenza allora per l'Oscar. Spiega l'autore,  "con l'economia messa com'è, nessuno vuole spendere i pochi soldi che ha per vedere un film sull'Olocausto che non sia piacevole, e quindi Vulture ha inventato questo infallibile flowchart per stabilire qual'è il film che fa per te".

olocausto-cinema

1. (Ritornare) Nei contorti meccanismi della cultura delle Vittime e dei Vittimi, la miliardaria Britney Spears diventa per qualcuno una vittima anche lei, in questo caso della comunità ebraica tedesca. Scrive tutta seria una certa Vincenza Iovinella:
"sta di fatto che si è alzato contro di lei un muro. Una vera e propria battaglia contro la sua fama e la sua trasgressione, che ben poco hanno a che fare col dramma della sofferenza di una tragedia che ancora mina la memoria dell'Umanità. "