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Il Federalismo tradito

di Paolo Bonacchi e Giacomo Consalez - 21/07/2009

Fonte: Paolo Bonacchi e Giacomo Consalez

 

 

La nostra organizzazione, chiamata “Sovranità Popolare”, è espressione di un gruppo di cittadini che si sta impegnando per costituire una Federazione finalizzata a recuperare l'esercizio della sovranità popolare, oggi di fatto negata dalla partitocrazia che ha infiltrato ogni piega delle istituzioni.

 

Sottoponiamo il presente scritto ad Arianna per chiarire il concetto di Federazione diffuso in modo distorto dai media che hanno condizionato negativamente il pensiero collettivo su questa forma di stato e di governo. Invitiamo tutti a riflettere sui fondamenti culturali elementari del concetto di Federazione che qui cercheremo di semplificare quanto possibile.

 Cosa si deve intendere per Federazione? 

La Federazione è un sistema di organizzazione (ma anche una forma di stato e di governo) che nasce dal basso fra persone che vogliono unire le loro forze per perseguire in modo efficace e controllato, e a minori oneri per i Cittadini, uno o più obbiettivi (fatti) specifici e limitati (ad esempio, nel nostro caso, l'esercizio della sovranità popolare, oppure il conseguimento della sovranità monetaria, la riforma del sistema di tassazione e di previdenza, la riforma delle politiche energetiche, a livello locale o a livello Federale) e concordano di costituire un organo rappresentativo (la Federazione) dotandolo di potere superiore di garanzia in vista del perseguimento dell'obbiettivo o degli obbiettivi contrattualmente definiti, stabilendo così in modo vincolante il ruolo che le istituzioni devono avere nei  confronti di tutti, senza che ognuno  rinunci alla propria libertà, all'indipendenza e alla libera iniziativa per tutto quanto non espressamente delegato agli organi di “rappresentanza” della Federazione stessa.

 

Per questa ragione le persone e le entità territoriali che intendono federarsi stipulano un contratto politico o di federazione, cioè definiscono e sottoscrivono le competenze che devono essere conferite alla Federazione e agli organi di governo locali e nazionali dalla maggioranza dei Cittadini aventi diritto voto, per assolvere il compito (i compiti) di garanzia su fatti specifici e limitati, delegati volontariamente e spontaneamente dai “contraenti”. Questo viene conseguito senza che il Cittadino rinunci alla parte maggiore della propria Sovranità, come avviene nel nostro paese allorché un elettore deposita la scheda nell’urna e delega i tal modo i propri eletti a esercitare il potere per un quinquennio al di fuori e al di sopra del controllo dei Cittadini.

 

 In uno stato Federale il Cittadino delega poteri agli eletti circa specifiche materie, ma conserva il potere di avocare a sé qualunque decisione qualora gli eletti violino i termini del contratto politico stipulato. Avocando a sé la sovranità, la maggioranza dei cittadini può, tramite referendum legislativi (federali) o deliberativi (locali) decidere di modificare o abrogare una legge, o delibera, oppure di promulgarne una nuova. Può anche legiferare in tema di materie tributarie e di trattati internazionali, diversamente da quanto accade nel nostro paese. Può indire un referendum per modificare la costituzione, anziché limitarsi a ratificare le riforme promulgate dal parlamento. Infine, la maggioranza dei cittadini può revocare il mandato agli eletti e indire nuove elezioni.

 

Da questo dipende il controllo che i cittadini possono esercitare sul potere politico, ovvero sulla Federazione in quanto lo Stato federale è organo di garanzia e non organo di potere decisionale assoluto (Stato sovrano). Questo garantisce  sempre agli Associati (i Cittadini sovrani) maggiori benefici rispetto a quanto essi sacrificano sotto forma di tasse ed imposte per ottenere dalle istituzioni nazionali e locali servizi efficienti ed a costi minori rispetto a quelli che avrebbero sostenuto pagandoli in proprio.


Che cosa potrebbe essere conveniente mettere in comune alle parti che desiderano "federarsi", oltre al fatto specifico (che nel nostro caso è per il momento unicamente la “Sovranità popolare”) del “controllo” del potere che discende dalla politica?

 Semplice ed inevitabile: a) la garanzia Federale dell'autonomia sul proprio territorio entro i limiti di quanto delegato dalla maggioranza dei contraenti alla Federazione; b) la garanzia Federale della legittimazione popolare delle leggi; c) la garanzia Federale della libertà, del procedimento democratico e dei diritti naturali dei propri associati, e delle minoranze nei confronti della maggioranza; d) la garanzia Federale dei diritti e delle attribuzioni che gli associati conferiscono agli organi eletti, rinunciando col voto alla parte minore della sovranità di cui sono titolari, ma conservandone la parte maggiore. 

Riguardo al punto a), uno dei capisaldi del pensiero federalista è il principio di sussidiarietà, che si può riassumere come segue: qualunque decisione va presa quanto più vicino possibile alle comunità interessate alla decisione medesima, senza alcuna interferenza da parte dello stato Federale, fatte salve le tutele delle minoranze e dei diritti naturali dei Cittadini. Qualora una decisione presa localmente confligga con gli interessi della Federazione, questa dovrà essere oggetto di un negoziato tra le comunità direttamente interessate e tutte le altre comunità federate, che compensi le comunità locali delle rinunce fatte per assecondare gli interessi della Federazione. Qualora il negoziato non porti ad una composizione degli interessi discordanti, prevarrà sempre la decisione delle comunità locali, sia essa espressa dai governi locali o dalla maggioranza dei Cittadini sovrani.


La Federazione così concepita, di conseguenza, non può estendere i propri poteri decisionali oltre la garanzia contrattualmente definita al momento dell'adesione, ovvero non può costituirsi come potere in grado di costringere gli associati a comportamenti e spese non condivisi ed accettati come avviene nei sistemi e negli stati centralizzati, di cui l'Italia è l'esempio più eclatante, corrotto e disfunzionale.

 

La Federazione, infatti, è il contrario del centralismo, anche se mascherato di democrazia e di "valori" cui i cittadini si uniformano, sperando di essere esauditi da un "Centro (lo Stato) onnipotente e sovrano", accentrato e accentratore, uno e indivisibile, che la partitocrazia ha interesse a mantenere per conservare i propri privilegi ed il malaffare istituzionale gestito dai partiti.

Come la realtà dimostra un simile moloch istituzionale è impossibile da controllare con il voto espresso ogni quattro o cinque anni, conferendo ai “rappresentanti” scelti dai partiti stessi, tutta la Sovranità.  In uno stato Federale, ogni  associato (Cittadino) è titolare della Sovranità e per questo deve poterla esercitare anche in contrasto con i rappresentanti eletti nelle istituzioni.

 

La Federazione, costituita per scopi specifici e limitati, è rescindibile unilateralmente da ciascuno degli afferenti, e permette ad ognuno di essere padrone a casa propria, in un quadro di garanzia democratica e di libertà personale e collettiva, di spontaneità dell'azione comune, di libertà di iniziativa e di impegno individuale, per perseguire collettivamente l'obbiettivo (o gli obbiettivi) espressamente e volontariamente delegati alla stessa e contrattualmente definiti dalla maggioranza dei Cittadini elettori.

 

Questo non ha niente a che vedere col “federalismo” presentato ai cittadini dalla partitocrazia, che ha un unico interesse: mantenere il controllo sugli apparati dello stato, consentendo ai partiti di gestire il potere e garantire la propria conservazione e crescita neoplastica ai danni del benessere dei cittadini. Tutt’al più questo “federalismo” di comodo si propone di trasferire il centro operativo dell’abuso incontrastato del potere dalla classe dirigente romana ad una sua succursale varesotta o di altro territorio periferico. Nulla di più, nulla di meglio.

 

Dal recupero e da un’attenta rivisitazione culturale di queste semplici verità prende avvio, a nostro parere, il superamento di questo regime. Si tratta di verità fortemente e volontariamente soppresse e nascoste ai Cittadini, attraverso i mezzi di disinformazione che operano a libro paga del regime per tenere i cittadini all’oscuro delle sue spaventose distorsioni.

 

A questo appello aderiscono i seguenti Cittadini:

 

Paolo Bonacchi (Pistoia)

Giacomo Consalez (Milano)

Massimo Manduchi (Rimini)

Lino Parise (Prato)

Daria Ulini (Pistoia)

Lucio Sanna (Oristano)

Caterina Carrassi ( Agropoli-Salerno)

Luisa Galimberti (Milano)

Franco Dell'Alba, (Alessandria)

Remo Ronchitelli (Padova)

Luigi dell’Arena (Inveruno-Milano)

Luca Aresu (Milano)

Otello Martini (Benevento)

Romano Redini (Camaiore-.Lucca)