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Gaza: 20mila famiglie al tracollo

di C.B. - 23/07/2009

 
  
Sono trascorsi sei mesi dalla fine dell'operazione militare israeliana a Gaza e centinaia di migliaia di persone non hanno ancora casa e accesso all'acqua potabile. E' la situazione denunciata da tredici ong palestinesi che lavorano a Gaza.
Le 13 Ong hanno lanciato un appello da Gerusalemme all'Unione europea e al governo italiano. La riapertura dei valichi di frontiera con Gaza è necessaria per attivare la ricostruzione civile. Le ong italiane spiegano che nella Striscia "l'economia, incluso il settore agricolo, è quasi al collasso e la ricostruzione
sembra un'mpresa impossibile". E ancora: "L'operazione 'Piombo Fuso' ha distrutto il tessuto economico già fortemente indebolito dall'embargo imposto dal governo israeliano. La ricostruzione è attualmente limitata dal divieto imposto sempre dal governo israeliano di far entrare nella Striscia di Gaza materiali come cemento e ferro". Secondo le ong firmatarie dell'appello "ventimila famiglie non possono riprendere una vita normale, molti sono costretti ancora a vivere in campi profughi o in abitazioni improvvisate e del tutto precarie". Inoltre, continuano le ong, "circa 35,000 persone non hanno accesso all'acqua potabile e a un sistema sicuro di trattamento delle acque reflue. La ricostruzione di scuole, ospedali, università e di molte altre infrastrutture pubbliche non ha ancora avuto inizio. Cibo e medicine passano, in modo irregolare, solo attraverso il valico di Kerem Shalom e molte scorte di medicinali sono in fase di esaurimento".
Le tredici organizzazioni umanitarie -Acs, Cisp, Ciss, Cospe, Cric, Centro internazionale crocevia, Disvi, Educaid, Gvc, Medina, Overseas, Terre des Hommes Italia, Vis- sono convinte che finora nessun passo in avanti sia stato compiuto dalla comunità internazionale per garantire l'entrata a Gaza
degli aiuti. E fanno appello all'Unione europea affinchè "congeli il rafforzamento dell'accordo di associazione Ue-Israele, che ha posto come prerequisito per lo Stato di Israele il rispetto 'dei principi della Carta delle Nazioni Unite e dei diritti umani'".
Al governo italiano, che ha stanziato 4 milioni di euro per aiuti di emergenza destinati alla popolazione della Striscia di Gaza si chiede "di esercitare le pressioni necessarie sul governo di Israele affinchè garantisca l'apertura dei valichi di frontiera e il passaggio dei beni necessari per realizzare le attività e i progetti di ricostruzione e di riabilitazione finanziati attraverso tali fondi".