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Afghanistan, record di morti civili

di Victor Castaldi - 03/08/2009

  
 
A maggio nuovo record, più di metà uccisi dai talebani. McChrystal vuole più contatto con la gente nei villaggi e nelle città


L'offensiva di Helmand e la risposta talebana all'arrivo delle elezioni stanno dando i loro frutti: aumentano i morti tra i civili afghani.
Secondo un rapporto dell'Onu che raccoglie i dati provenienti dal teatro di guerra, il numero delle vittime civili nel 2009 è aumentato del 24% rispetto allo scorso anno. Nei primi mesi dell'anno sono state uccise oltre 1000 persone. Il mese più nero per le vittime civili è stato maggio, in cui sono stati contati 261 morti.

Per l'Onu, la maggior parte dei morti (60 per cento) è stata causata dagli attacchi dei ribelli, che utilizzano tattiche sempre più sofisticate e violente, con un aumento degli attentati compiuti da kamikaze e dei pacchi bomba posizionati all'esterno degli uffici governativi. Anche questa è una consegenza delle tattiche dei talebani e non una casualità. Dal momento in cui gli Stati Uniti hanno aumentato il contingente militare e allargato l'offensiva, i talebani hanno ordine di non combattere se non moltiplicando gli attacchi che fanno danni e facendo imboscate. Le bombe sul ciglio della strada - una tattica usata molto anche negli ultimi anni in Iraq - e i kamikaze hanno fatto il resto.
Molte persone hanno perso la vita anche per mano delle forze alleate: secondo le stime dell'Onu, due morti su tre - del 40 per cento residuo - sono stati colpiti dai frequenti raid aerei.
Dopo maggio c'è stata maggiore attenzione da parte Usa: la rabbia per un paio di stragi all'inizio dell'anno e la consapevolezza di quanto queste siano un danno per la volontà Usa di stabilizzare il Paese, hanno indotto il generale McChrystal ad impartire ordini in materia.

«Oltre all'aumento delle vittime civili, la popolazione soffre anche per la distruzione di infrastrutture vitali, per la perdita di fonti di reddito e per il mancato accesso ai servizi essenziali», si legge nel rapporto Onu. Solo nella scorsa settimana ci sono stati due attentati: nella provincia di Lahmar è stato attaccata l'auto su cui viaggiava il candidato Abdullah Abdullah, rimasto ferito, mentre nel secondo è stato ucciso Mohammed Qasim Fahim, del partito di Kharzai.

E' in questo contesto complicato, che gli Stati Uniti si apprestano a cambiare strategia in Afghanistan. Il neo comandante Stanley McChrystal intende chiedere ulteriori rinforzi al Pentagono, oltre ai 68mila soldati schierati, non solo per combattere i talebani ma per conquistare la fiducia dei civili e combattere la corruzione. Il tutto «anche se questo significherà vivere in avamposti meno sicuri all'interno dei villaggi e aumentare i pattugliamenti a piedi e non all'interno dei veicoli blindati».
Uno dei problemi cruciali per gli eserciti Nato, infatti, è quello di imparare a capire il Paese che occupano, entrare in sintonia con la popolazione locale, tra la quale sta aumentando - di nuovo - un sentimento nazionale che rende più facile la propaganda talebana. Il comando Usa avrebbe poi intenzione di dirottare una parte delle truppe impegnate sulle montagne verso le città. Il motivo è lo stesso, stare più vicini alla popolazione: sulle monyagne bastano gli aerei e i posti di controllo.

Questo almeno quel che scrive il New York Times citando i consiglieri che insieme al generale, al comando della forza internazionale dallo scorso mese, stanno rivedendo le tattiche per il fronte afghano. Prioritaria è la ricalibrazione dell'intelligence per identificare «le dinamiche tribali per capire con quali capi trattare». Anche questo è uno dei compiti molti difficili da affrontare che aspettano le truppe Usa, nel caso ci fossero davvero elementi disposti a sfilarsi dall'alleanza con i talebani.

Il documento preparato dal comando statunitense in Afghanistan chiede anche di incrementare il numero delle forze afghane portandole dagli attuali 134mila soldati a circa 240mila e le forze di polizia da 92mila a 160mila. Per McChrystal il costo del loro addestramento dovrà ricadere soprattutto sugli alleati europei.

Del piano McChrystal scrive anche il Washington Post , il quale si domanda quale sintonia ci sia tra il generale e l'amministrazione Obama, nella quale diverse figure di primo piano sono riluttanti all'idea di spedire altri soldati nella fornace afghana.