Libano. La tensione, a sud del Litani, torna a salire
di Dagoberto Husayn Bellucci - 14/08/2009
La frontiera meridionale che separa il Libano dalla Palestina occupata
'brulica' nelle ultime ore di movimenti 'cingolati'. Dall'una e dall'altra
sponda della cosiddetta linea 'blu' che divide il paese dei cedri
dall'"accampamento militare" sionista in Terrasanta si sono ammassati diversi
mezzi corazzati e cingolati dei due eserciti contrapposti.
La linea blu è la linea di demarcazione ufficiale che separa Libano e entità
criminale sionista ma vi sono ancora diverse zone occupate da "Israele": le
fattorie di She'eba, le colline di Kfar Shouba e il villaggio di Ghajar sono
tutti territori libanesi sotto occupazione israeliana.
Alcuni giorni or sono il "Times" (...occorrerebbe 'leggerne' il 'titolo' al
'contrario' si 'capirebbero' molte più cose...) di Londra aveva diramato la
notizia secondo la quale Hizb'Allah ed il suo braccio militare, la Resistenza
Islamica, fossero in stato di allerta per prevenire qualsiasi aggressione
sionista. Qualche indiscrezione riferita dal quotidiano britannico riportava la
disponibilità di oltre quarantamila tra razzi kathiusha e altri missili - fra i
quali i Khaibar 2 di fabbricazione iraniana - nelle mani dell'organizzazione di
resistenza del partito sciita filo-iraniano di Sayyed Hassan Nasrallah.
Ovviamente tali indiscrezioni, coperte dall'anonimato, reali o meno
'risultano' comunque 'sgradite' alle sempre 'pronte' 'attenzioni' israeliane. I
sionisti dall'ultima aggressione dell'estate 2006 - e della quale tra quattro
giorni ricorrerà il terzo anniversario di quella che gli sciiti libanesi
riconoscono come la "vittoria divina" - contro il paese dei cedri non hanno mai
smesso di indirizzare nuove minacce contro il Libano e Hizb'Allah.
La reazione del regime d'occupazione sionista non si è fatta attendere: alle
voci che vorrebbero Hizb'Allah pronto a qualsiasi evenienza in caso di nuovi
attacchi israeliani le autorità d'occupazione avevano già replicato con nuove
minacce di 'farla finita' una volta e per sempre con il movimento islamico
libanese. Minacce che si assommano a quelle che oramai da quasi tre anni
continuano quasi quotidianamente a giungere da Tel Aviv.
Alcuni giorni or sono il vice-ministro degli Esteri del regime d'occupazione
israeliano, Daniel Ayalon, aveva esortato Nethanyahu ed il suo esecutivo ad un
nuovo attacco contro il Libano per chiudere "definitivamente i conti" con
Hizb'Allah sostenendo palesemente quanto - da queste parti - più o meno sanno
anche i sassi ovvero che "il prossimo confronto con Hizb'Allah è diventato
inevitabile e arriverà presto".
I principali responsabili del partito di Dio sciita-libanese affatto
intimoriti hanno replicato che "qualora il regime sionista pensasse di lanciare
una nuova aggressione contro il paese ci troverebbero pronti a rispondere con
ogni mezzo a nostra disposizione". E di mezzi a disposizione la Resistenza
Islamica ne avrebbe, a sentire le ultime indiscrezioni uscite anche sulla
stampa locale ed araba in queste ultime ore, parecchi e tutti 'puntati' contro
l'entità criminale sionista in direzione Tel Aviv.
Dalle prime ore di questa mattina l'esercito libanese è entrato in stato
d'allerta ed ha cominciato a presidiare la frontiera meridionale da quando -
stando a fonti militari di Beirut - tre blindati israeliani accompagnati da un
veicolo civile sarebbero stati avvistati nei pressi dell'area agricola formata
dalle fattorie di She'eba ai piedi del monte Hermon occupate da "Israele"
oramai dal 1967.
Questa zona si trova al centro, oramai da oltre quarant'anni, di un lungo
contenzioso di confine tra il regime d'occupazione sionista, il Libano e la
Siria. Secondo quanto riporta stamani l'agenzia ufficiale libanese, Nna, questi
movimenti di truppe di 'tsahal' = l'esercito d'occupazione sionista,
interesserebbero in particolar modo le coline di Kfar Shuba poco distanti dalla
fattorie di She'eba. Non sarebbero apparentemente state fornite motivazioni
ufficiali da parte ebraica per il dispiegamento di queste unità militari anche
se la stampa ebraica, Ha'aretz ed altri quotidiani sionisti, riportano di
attività a "protezione di unità impegnate nel rafforzamento delle barriere di
filo spinato" nell'area contesa. Lo stesso quotidiano aveva, non più di una
settimana or sono, riportato di "movimenti di truppe libanesi" del quale
nessuno ha visto traccia.
Anche l'Unifil, allertata dalle manovre militari israeliane che potrebbero
creare i presupposti per la riapertura del fuoco incrociato tra i due eserciti,
ha inviato nella zona alcune pattuglie per monitorare l'evoluzione della
situazione.
La tensione, a sud del Litani nella fascia di confine tra Libano e Palestina
occupata, torna a salire.

