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Foche, cicogne, umani: esseri spirituali ed esseri persi

di Daniel Tarozzi - 27/08/2009

Il governo russo ha messo al bando la caccia ai cuccioli di foca aventi meno di un anno. Una buona notizia, anche se il problema resta. Nel frattempo a Correggio (Reggio Emilia) un bracconiere ha abbattuto una splendida cicogna (animale protetto). Il compagno è rimasto a vegliare il cadavere, incinta di cinque cuccioli, per giorni. Sorge spontanea la domanda: esseri umani, foche, cicogne, qual è l’essere più evoluto?

 

Cicogne in amore
La cicogna è un animale fedele. Quando a Correggio una cicogna in cinta è stata uccisa, il compagno l'ha vegliata per giorni
Parlare di foche uccise, di cani massacrati, di uccelli decimati, sembra spesso superfluo. Siamo bombardati da campagne animaliste che ci raccontano questa o quella strage e finiamo col diventare indifferenti, quasi immuni.

 

Eppure, al di là dell’orrore dovuto all’uccisione gratuita di esseri viventi, dietro molti gesti, molte azioni apparentemente banali, si nascondono risvolti di grande significato. Ma andiamo con ordine.

Quando ero bambino restai sconvolto dalle immagini mandate in onda da Celentano sul massacro delle foche. Venivano uccise a bastonate sulla testa per non rovinar loro la pelliccia. Piansi per ore e non dormii.

Il giorno dopo la mia professoressa, un’adulta, disse con cinico disincanto: “non ditemi che anche voi avete pianto per Celentano!”

Da allora una sorta di vergogna si è insinuata in me ogni volta che mi commuovo per qualche animale barbaramente ucciso. Mi chiedo: è una cosa scontata? Una cosa da bambini banali, ipersensibili?

Eppure, oggi più che mai, mi rendo conto che forse quel bambino di tanti anni fa aveva ragione. Come si può restare indifferenti di fronte a occhi, cuore, vita, uccisi, distrutti a bastonate? Come si può indossare consapevolmente un cadavere, per di più per futile moda?

Sembrano domande scontate, quasi retoriche. Eppure sono passati vent’anni e bisogna ancora festeggiare scelte come quelle della Russia, che mette al bando il massacro dei cuccioli di foca. E se queste hanno compiuto un anno? Andiamo oltre.

 

Mattanza foche
La mattanza delle foche in Canada riparte ad ogni Primavera
Pochi mesi fa, una sera d’inverno, facevo zapping e mi sono imbattuto in Blob. Una scena meravigliosa mi si è parata davanti. Splendidi uccelli (ok, non è una definizione da biologo, ma non saprei individuarne la razza), percorrevano migliaia di miglia in qualche fenomenale migrazione. Solcavano mari, città, colline.

 

Erano di una bellezza commuovente, nobili, aggraziati. Un vero inno alla vita. Il cuore mi balzava in gola dalla gioia. Era la prova dell’esistenza del divino, della perfezione, della luce.

Poi uno sparo.

Un altro sparo.

Un altro sparo.

Non si vedeva la provenienza di questi spari, ma uno per uno, tutti gli uccelli che avevano attraversato continenti venivano uccisi. Uno dopo l’altro. Sparo dopo sparo.

Non se ne salvava nemmeno uno.

Le lacrime, vent’anni dopo, mi hanno di nuovo travolto. Come poteva essere? In nome di quale profitto, di quale orribile oracolo, si poteva distruggere così sistematicamente una simile presenza?

Si andava molto al di là dell’uccisione di un animale. Qui si distruggeva la grazia, la bellezza, la manifestazione estrema dello spirituale, del divino.

Occasioni come queste dimostrano come l’essere umano moderno abbia perso ogni connessione col suo pianeta. Non siamo più legati alle altre specie, al contesto in cui viviamo. Siamo esseri atomizzati, desensibilizzati. Ci crediamo più evoluti, ma abbiamo perso ogni connessione, ogni istinto di nobiltà, bellezza, onore.

La dignità degli animali è straordinaria e chi ha avuto la fortuna di osservarli quotidianamente lo sa bene. Noi abbiamo perso perfino quella. Se ce ne fosse bisogno, se ne può avere un’ennesima conferma leggendo Il Corriere della Sera di ieri 18 marzo.

 

Uccelli cacciati
Il ddl Orsi vuole deregolamentare la caccia. Uno "sport" divertente per molte persone
Un bracconiere ha ucciso una cicogna. Una splendida cicogna che stava per "partorire" cinque cuccioli. Non l’ha portata via. Non l’ha mangiata.

 

Non sappiamo perché l’abbia uccisa. Quel che è certo è che anni di lavoro da parte dei volontari della Lipu, che stanno cercando di reintrodurre la cicogna nel nostro paese, sono stati annullati con un singolo colpo.

Qualche giorno dopo l’uccisione, le guardie ecologiche volontarie sono salite con un’autoscala fino al nido e hanno trovato l’animale morto vegliato dal suo compagno.

Le cicogne sono animali fedeli, ci spiega il giornalista del Corriere, quasi monogami e anche per questo rischiano l’estinzione.

Una splendida creatura, una nobile cicogna, stava aspettando di deporre le sue cinque uova. Guardatela. È lì, nel suo nido, su un traliccio nelle campagne attorno a Correggio, che vive e pulsa in connessione col divino. Ci vive da tre anni insieme al suo compagno. Lui non c'è. Forse si è allontanato per cercare del cibo. Chissà, forse la stava raggiungendo quando ha sentito un colpo. Improvvisamente è stato sconnesso dal tutto. La sua compagna non c’era più.

Non era morta per malattia. Non era morta per un incidente. Non era morta per sfamare qualche altro nobile spirito. Era stata uccisa così, forse per gioco, forse per avidità.

Uno sparo.

Un altro sparo,

Un altro sparo.

E di umano, nella nostra specie, non è rimasto più niente.