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Gli Emirati rimandano a casa libanesi e palestinesi che non collaborano contro Hamas ed Hezbollah

di Christian Elia - 07/09/2009

Un giorno, senza preavviso, almeno 45 persone, tutti con passaporto libanese, sono stati espulsi dagli Emirati Arabi Uniti. Lo ha reso noto il giornale libanese al-Khabar, il 4 settembre scorso.

Molti di loro, quasi tutti impiegati o uomini d'affari, risiedevano negli Emirati da anni. Le espulsioni sono iniziate, secondo quanto racconta il giornale, due mesi fa, senza nessun legame apparente tra di loro. Nella ricostruzione del periodico libanese, invece, il legame esiste ed è l'appartenenza ai gruppi Hamas ed Hezbollah delle persone allontanate e impossibilitate a tornare negli Emirati.
La versione di al-Khabar viene sostenuta con un'intervista a un cittadino libanese, espulso nei giorni scorsi. Secondo la testimonianza di quest'uomo, i servizi segreti degli Emirati lo avrebbero contattato tempo fa per costringerlo a collaborare con loro trasmettendo informazioni sensibili sul gruppo di Hezbollah e sui contatti del partito sciita libanese nel Paese. L'uomo ha rifiutato di collaborare, respingendo anche un'offerta di denaro, ed è stato espulso.

Stessa sorte, secondo Hussam Ahmed, responsabile del Refugee Affairs Department di Gaza, intervistato dal quotidiano al-Quds al-Arabi, è toccata a centinaia di palestinesi.
''Questa è una deportazione di massa di palestinesi dagli Emirati Arabi Uniti, quasi tutti originari di Gaza, che avviene per non meglio specificate ragioni di sicurezza. Tra loro ci sono persone che vivevano da anni negli Emirati: hanno perso tutto''. La comunità palestinese negli Emirati conta più di 100mila persone che, secondo l'allarme lanciato da Ahmed, rischiano di essere deportati.
Secondo l'avvocato palestinese Aataf Adwen, esiste un vero e proprio piano per deportare tutti coloro che non collaborano a tracciare i movimenti di Hamas negli Emirati entro la fine del mese di settembre.

Il governo degli Emirati, a livello ufficiale, non ha commentato la notizia ma non l'ha neanche smentita. Secondo la stampa libanese, il presidente Micheal Suleiman avrebbe inviato negli Emirati in gran segreto il capo della Guardia Repubblicana, generale Wadih Gafari, per pianificare una collaborazione tra l'intelligence dei due paesi senza espellere i cittadini libanesi. Anche Ismail Hanyieh, premier di Hamas, avrebbe contattato lo stesso sceicco di Dubai nella speranza di ottenere una marcia indietro sull'espulsione di centinaia di palestinesi che, con le loro rimesse, offrono una indispensabile boccata di ossigeno alla moribonda economia della Striscia di Gaza.
L'espulsione dei palestinesi, peraltro, crea un'enorme difficoltà burocratica. I residenti negli Emirati, infatti, hanno documenti di viaggio considerati validi solo dal Paese del Golfo, ma Israele non riconosce la validità di questi passaporti.