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Sempre più incredibile

di Gianfranco La Grassa - 14/10/2009

 

 

Il livello di menzogna cui sa giungere la stampa italiana ed estera è irritante al massimo grado. Soprattutto indegno è il doppiopesismo, per cui è giustificato (e persino insabbiato come il vecchio scandalo della Banca 121 del Salento e, mi sembra, anche quello recente circa la Sanità pugliese) tutto ciò che corre “a sinistra” (e anche in certa “destra”), mentre è illecito quanto è reiteratamente tentato da 15 anni per ripetere una nuova “mani pulite”, dopo che la precedente (colpo di mano che sta per colpo di Stato) era riuscita nella pars destruens ma non in quella construens, un sempre inseguito regime “democratico” come quello delle “rivoluzioni colorate” (vedi Ucraina o Georgia), retto da autentici transfughi politico-ideologici (ex Pci soprattutto) per conto della Confindustria di allora con alle spalle la ben più potente “manina d’oltreoceano” (espressione il cui copyright va attribuito a Geronimo, alias Cirino Pomicino).

Impossibile citare tutte le menzogne e doppiopesismi di anni e anni di sordida campagna assolutamente in malafede. Mi limito all’ultimo, gustoso, svarione di Newsweek: tutti e tre i canali Rai sono in mano a Berlusconi (anche la vecchia “Telekabul” oggi in quota Berlinguer, quella Bianca). Avevo appena scritto sui “ragli d’asino”, ma qui vi si aggiunge anche il “cra cra” della rana o, forse meglio, del rospo (sempre con tutte le mie scuse agli asini veri, animali estremamente intelligenti e che amo molto; e anche alle rane e rospi reali, bestioline deliziose almeno per me).

D’altra parte, debbo dire che, in effetti, irrita pure profondamente un uomo politico, capace di sostenere di essere stato il miglior primo ministro italiano di tutti i tempi, ma incapace di difendersi adeguatamente da simili campagne insultanti. Non sono un moralista (a doppia faccia alla guisa di certa “sinistra”), non ho nulla contro il fatto che un leader politico si comporti sessualmente come vuole. Se si legge quanto si è scritto su Mitterand, e faccio solo un esempio, si sa bene qual è la mentalità di tutti gli uomini al potere. Tuttavia, mi risulta incomprensibile che un capo di Stato (o di governo) si dia ai festini e ai sollazzi senza curare assai di più i rapporti con i “corpi speciali” (dalle forze armate alla polizia ai servizi segreti, ecc.), che sono fondamentali non semplicemente per la sua immagine, ma proprio per la continuità ed efficacia del suo potere e, quindi, per il governo di un paese.

Costui ha avuto 15 anni di esperienza di cosa significhi essere attaccato e sputtanato, in tutti i modi possibili, al fine di sbalzarlo di sella e lasciare il posto alle rappresentanze politiche delle vecchie cariatidi dell’industria assistita, della finanza parassitaria, ecc. Sa benissimo (altrimenti sarebbe proprio scemo) perché dall’estero gli viene questa valanga di fango addosso: politica internazionale (economicamente rilevante, in senso strategico) troppo sbilanciata verso est e mondo arabo, con aiuti “oggettivi” dati al possibile, ormai più che probabile, multipolarismo, che contrasta con i disegni degli Usa di Obama, per null’affatto diversi da quelli di Bush se non in qualche mossa secondaria e in dichiarazioni soltanto verbali, non seguite da fatti. Eppure, costui si bea di sorrisi (e canzoni), ma poi continua a volersi ingraziare i nemici: Stati Uniti, Fiat e Confindustria in genere, soprattutto le banche, e via dicendo. Se la prende solo con i “comunisti”, che sono più o meno come “l’araba fenice”. Dimenticando invece di fare gli interessi delle piccolo-medie imprese industriali e commerciali, dei lavoratori autonomi, ecc. Mi sembra francamente un po’ “distratto”.

 

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Divertente (si fa per dire) è la notizia d’oggi (13 ottobre). L’8 u.s., proprio il giorno successivo alla liquidazione del “lodo Alfano”, è stata convocata una riservata riunione organizzata dall’Aspen Institute (la cui presidenza è di Tremonti; che credo sia Ministro, e fra i più importanti, dell’attuale Governo) in collaborazione con il Censis (De Rita) e il Centro Studi dell’Enciclopedia Italiana Treccani (presieduto da Amato). Erano presenti D’Alema (sic!), Marino (idem!), Veronesi, Bassanini, Franco Debenedetti, Polito, tutti del centrosinistra (d’altronde alcuni sono membri dell’Aspen). C’erano poi Abete e Passera (settore finanza), notoriamente favorevoli al centrosinistra, Brunetta (altro ministro) e Castelli (Lega e viceministro). Ha partecipato, sembra malvolentieri e all’ultimo minuto, anche Gianni Letta, che ha avuto frizioni non indifferenti con il presidente dell’Aspen nonché “superministro” dell’economia (il sottosegretario alla presidenza del Consiglio se ne è però andato in anticipo). Purtroppo, mi si permetta il disappunto, fra i nomi dei partecipanti si legge quello di Guarguaglini (Finmeccanica, una delle imprese di punta che sarebbe bene seguisse un “certo orientamento”), mentre non è stato riportato alcun nome dell’Eni (azienda sotto tiro, come il premier, per la politica internazionale di cui detto sopra).

 L’invito – che doveva, credo, restare riservato – è stato svelato dalla stampa (non tutta e non con eguale rilievo). E’ stato comunque un incontro garantito ai partecipanti come “a porte chiuse”, al riparo da orecchi troppo indiscreti e con notizie (poche) filtrate chiaramente contro la volontà degli organizzatori. Nella lettera d’invito, stilata (o comunque firmata) dal presidente Aspen e ministro, si dice, nel suo passaggio fondamentale: “La leadership consiste non tanto o non solo nella capacità di fronteggiare con forza una crisi, ma piuttosto nel saper immaginare e costruire il <<dopo>>. Non si tratta del semplice <<andare avanti>> di chi crede che il peggio sia passato: implica invece una rinnovata e forte responsabilità, non solo sul piano socio-economico, ma anche a livello politico. Esso rimanda alla creazione, in Italia, di una leadership complessiva sul piano di un consenso che non sia solo immediato e mediatico” (corsivo mio).

Chiunque non sia un analfabeta e tontolone capisce a volo che si tratta di una riunione bipartisan, con partecipazione di due candidati alla segreteria del Pd, con due po’ po’ di ministri del governo in carica, dirigenti vari di industria e finanza, ecc. per discutere di un futuro governo sostitutivo. Il tutto a porte chiuse, con un sapore non tanto vago da loggia massonica, secondo il ben noto principio: “il popolo è merda, un ristretto gruppo di eletti deve farsi carico del suo futuro benessere”. Che la “democrazia” – com’è praticata in occidente e “propagandata”, anche con aggressioni e “guerre umanitarie”, ai popoli “culturalmente inferiori” – sia esattamente un affare di gruppi di pressione, di lobbies, di armeggi segreti, di manovre di corridoio, ecc. non mi scandalizza. Per il semplice fatto che so trattarsi della forma di governo più antidemocratica mai escogitata, molto più antidemocratica in specie – perché viscida e bugiarda, incapace di una qualsiasi trasparenza, meschina e vigliacca nell’uso dell’“olio di vaselina”, ancora più degradante di quello “di ricino” – di un qualsiasi regime dichiarato dittatoriale da questi autentici elitari, che agiscono sempre nell’ombra, “a porte chiuse”, con “inviti riservati”.

Quello che mi lascia “basito” è la non reazione di chi dovrebbe tutelare la sicurezza del paese, tutelando fra l’altro pure se stesso. De Gaulle, quando fu stufo del casino a Parigi, ordinò al gen. Massu di rientrare dal Belgio (mi pare) con la sua armata; in 24 ore l’ordine fu ristabilito. Lì si trattava però di una protesta di massa, con sue ragioni di malcontento nient’affatto immotivate. Qui, siamo in presenza di un gruppetto di “complottatori in calzamaglia nera”, tutti ben coccolati dalle Istituzioni, che vivono nel lusso; e alcuni sono addirittura nel Governo. E tramano “in via riservata”, lasciati tranquilli a fare progetti di “nuove leadership”, mentre poi altri rivelano il loro segreto, con quale “lustro” per queste barcollanti Istituzioni (da “paese dei campanelli”) si può immaginare.

Ciò che è ancora più esaltante è che la nuova leadership, delineata in questo meraviglioso pensatoio da operetta, dovrebbe essere una sorta di Obama italiano; così almeno riferiscono le voci uscite “all’aperto”. Non capisco bene dove pensino di trovare in questo paese un “bello e abbronzato” di possibile investitura. Fa poi pena pensare che ancora si creda ad un uomo di quel genere. Certo, avremmo così la possibilità di avere il prossimo anno un premio Nobel per la pace in Italia. Si dà il caso, però, che il presidente americano abbia innaffiato di soldi la finanza americana, nominando segretario di Stato al Tesoro Geithner, l’“amico delle banche”, che hanno così ripreso il loro solito andazzo (sia come giochetti da imbroglioni, sia come remunerazioni ai manager, ecc.). Questo vuole allora l’“etico” Tremonti, che tuona sovente, a parole, contro le banche italiane?

Siamo veramente in giorni fra i più bui della nostra storia. Non c’è un minimo di serietà, una qualche minima fedeltà e coerenza; tutti tradiscono tutti, in un gioco in cui si finirà assai male. Il calciatore, che si ostina nell’effettuare dribbling sempre più stretti e vorticosi, alla fine inciampa nel pallone. Forse questi “invitati segreti (o riservati)” si sentono dei Maradona. Temo si dimostreranno da serie B al massimo. Comunque, m’interessava per il momento dare un esempio del caos italiano. Poi riprenderemo a parlare di una politica “che non c’è”.