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Il "Partito Americano" vuole indebolire l'ENI per i suoi rapporti energetici con la Russia

di Stefano Vernole - 31/10/2009

Fonte: cpeurasia

  
 


   

Il gip di Milano, Mariolina Panasiti, si è riservata di decidere sulla richiesta di interdizione presentata dalla Procura di Milano nei confronti di Eni, e della controllata Saipem, dal contrattare con alcune aziende petrolifere nell’ambito dell’inchiesta su presunte tangenti pagate in Nigeria dal consorzio Tfkj per ottenere alcuni appalti.

Se il verdetto del tribunale milanese è ancora in sospeso, non ci sono invece dubbi sulle intenzioni del Partito Americano in Italia nei confronti dell’ENI.

Il fondo statunitense Knight Vinke, azionista dell’Eni, ritiene che una separazione delle attività del gas da quelle del petrolio aumenterebbe il valore del gruppo, supportato in questa curiosa tesi dal quotidiano “La Repubblica”, secondo il quale Eni “starebbe accumulando troppo potere” (sic).

Il giornale di De Benedetti informa, inoltre, che durante la tre giorni dell’Aspen Institute tenutasi a Lecce in questo fine settimana, Pierferdinando Casini e Massimo D’Alema avrebbero concordato sulla necessità di un “governo di salvezza nazionale” qualora Silvio Berlusconi riuscisse a far votare una riforma dello Stato in senso semipresidenzialista, “alla Chavez” (hanno aggiunto i due …).

Il leader dell’UDC ha anche fatto capire quale sarebbero i primi provvedimenti di questo governo anti-Berlusconi e cioè la privatizzazione totale dell’Eni, dell’Enel e di Finmeccanica, tre aziende i cui legami con la Russia si sono fatti sempre più intensi (ad essi seguirebbero probabilmente l’innalzamento dell’età pensionistica, come proposto da Mario Draghi …).

A tutte queste richieste “disinteressate” ha risposto prontamente l’amministratore delegato della compagnia con il “cane a sei zampe”, Paolo Scaroni, secondo il quale un’eventuale “spezzatino” (come proposto da Eric Knight) distruggerebbe le capacità operative del gruppo proprio nei paesi in cui Eni è il principale protagonista nell’esportazione di energia, Algeria, Libia ed Egitto.

Il Partito Americano, quindi antinazionale, non si fa scrupolo di utilizzare i burattini della colonia Italia per affermare i propri interessi; la politica geoeconomica condotta dall’Eni, con il suo supporto al gasdotto South Stream, rischia di compromettere l’accerchiamento della Russia che Washington aveva intrapreso imponendo l’allargamento della NATO ad Est.

Guardando poi a Sud, durante il Meeting delle Città del Mediterraneo, Berlusconi avrebbe affermato come quest’ultimo debba tornare ad essere “Mare Nostrum”, così da unire e non più dividere gli abitanti delle due sponde.

Sulla questione del “nucleare iraniano”, allora, si giocherà la partita decisiva per capire quanto l’attuale Governo faccia sul serio, ma è certo che i colpi di scena non mancheranno.