Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Iraq, Le primarie di Muqtada Sadr attraggono gli elettori

Iraq, Le primarie di Muqtada Sadr attraggono gli elettori

di Liz Sly - 02/11/2009

 

Il partito del religioso anti-americano tiene le prime primarie del Paese per i candidati alle elezioni nazionali di gennaio. Il movimento vuole diventare il maggiore blocco parlamentare, e così poter nominare il Primo Ministro



Da Baghdad

Il movimento sciita fedele al religioso anti-americano Muqtada Sadr potrebbe sembrare un improbabile sostenitore della democrazia nel nuovo Iraq: professa lealtà a un leader la cui statura deriva dal suo lignaggio religioso; ha boicottato le prime elezioni democratiche del Paese. E la sua milizia, l'Esercito del Mahdi, è stata considerata responsabile di gran parte del caos che regnava alcuni anni fa.
Ieri tuttavia, i fedelissimi di Sadr hanno tenuto le prime elezioni primarie irachene per scegliere i candidati al decisivo voto nazionale di gennaio.

E ciò in risposta a una direttiva di Sadr, che dal 2007 vive praticamente recluso nella città iraniana di Qom. Si dice che stia studiando per diventare ayatollah, e abbia promesso solennemente di non tornare in Iraq finché l'ultimo degli "occupanti" americani non se ne sarà andato. Tuttavia, l'influenza che esercita sui suoi seguaci rimane intatta.

In un seggio di Sadr City, la roccaforte del movimento, folle di persone, molte delle quali scandivano rumorosamente il nome del religioso, si sono messe in fila per votare per uno dei 329 candidati ai posti destinati nella lista sadrista della provincia di Baghdad.

"Ho votato perché Sayed Muqtada Sadr mi ha ordinato di farlo", diceva Khadamiya Jawad, 34 anni, dopo aver scritto il nome del suo candidato su una scheda in una cabina protetta, e avere intinto il dito nell'inchiostro indelebile. "E anche perché voglio essere io a scegliere il mio rappresentante".

Appesi ai muri, accanto alle liste con i nomi dei candidati e ai ritratti di Sadr, cartelli che proclamavano "le elezioni primarie per il movimento di sadrista". Da un altoparlante uscivano slogan -- "Sì, sì alla dirittura morale. No, no alla disonestà" – per ricordare agli elettori che le primarie elevano il movimento al di sopra degli altri partiti politici, che scelgono i loro candidati a porte chiuse.

"Per altri movimenti politici, le primarie sono solo un'idea, non un principio, perché sono troppo preoccupati dei loro interessi", diceva lo sceicco Salman Faraji, il religioso che supervisionava il voto. "Ma il movimento sadrista non riguarda la politica, riguarda il popolo. La volontà del popolo è al di sopra di tutto".

Alle primarie hanno partecipato circa 400 seggi e oltre 800 candidati in tutto l'Iraq, e un comitato centrale esaminerà attentamente i risultati e deciderà su una lista finale di candidati. Ancora non si sa in quanti verranno scelti, perché i parlamentari iracheni non si sono ancora messi d'accordo sui dettagli delle elezioni di gennaio.

E' chiaro tuttavia che il movimento di Sadr ha intenzione di abbracciare le prossime elezioni nazionali, dopo aver adottato un atteggiamento decisamente ambivalente verso quelle del 2005 e del gennaio scorso.

L'obiettivo del movimento è quello di aumentare la sua quota attuale di 30 seggi sui 275 del Parlamento per diventare il blocco maggiore – cosa che gli darebbe il diritto di nominare il Primo Ministro, dice Hazem Araji,uno dei suoi dirigenti.

Tuttavia, i sostenitori di Sadr si presentano all'interno di una coalizione, assieme a un altro potente gruppo sciita, il Consiglio supremo islamico iracheno, che a sua volta probabilmente rivendicherà il posto di Primo Ministro. Questa coalizione si troverà ad affrontare una dura concorrenza da parte del Primo Ministro Nuri al Maliki, che ha rotto con il Consiglio supremo per guidare la sua lista.

Anche se Sadr ispira tuttora adulazione da parte dei suoi più stretti seguaci, non è chiaro fino a che punto questo sostegno si estenda alla popolazione sciita nel senso più ampio. Alle elezioni provinciali di gennaio, la sua lista ha ottenuto fra il 5% e il 15% del voto, dietro a Maliki in tutte le province sciite.

In un seggio all'interno di un luogo di culto a Karrada, un quartiere sciita di borghesia dove il sostegno a Sadr è debole, c'erano molti meno votanti, e scarsi segni dell'entusiasmo ostentato a Sadr City. Molti dei presenti dicevano che a incoraggiarli a votare era stata l'offerta di un pranzo gratis, composto da pollo, riso, e  banane.

A detta di Hatem Bithani, un funzionario che supervisionava le operazioni di voto nella parte est di Baghdad, uno degli obiettivi principali delle primarie è quello di una maggiore sensibilizzazione verso le elezioni nazionali, e di scacciare in parte la disillusione verso il processo democratico che si è insinuata fra gli elettori iracheni negli ultimi quattro anni.

"Gli iracheni sono are esausti delle elezioni, e molti di loro non sono disposti a votare", diceva Bithani. "Così Sayed Muqtada Sadr ha avuto questa idea per spronare la gente, e cambiare il loro modo di pensare prima delle elezioni".

Un punto – questo – sottolineato in un messaggio scritto, attribuito al religioso, affisso al muro fuori dai seggi, che esortava i suoi seguaci a votare.

"Unite le vostre mani e alzate la voce, per dimostrare a tutti che l'Iraq è l'Iraq dei sadristi", diceva il messaggio.

Ha collaborato a questo articolo Mohammed Arrawi, della redazione del Los Angeles Times.

(Traduzione di Ornella Sangiovanni)
 
Los Angeles Times,
Articolo originale