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Il Signoraggio

di Pierluigi Paoletti - 02/11/2009

  
 
Quello che normalmente si intende per signoraggio, ovvero la differenza tra costo di stampa e valore facciale, è la forma adottata dagli Stati Uniti nel dopo guerra attraverso il fatto che chiunque volesse comprare petrolio doveva avere dollari e quindi gran parte delle transazioni internazionali avveniva/avviene in dollari.

Gli Usa che, stampavano a costo pari quasi a 0 i dollari, potevano così comprare praticamente tutto nel mondo. E non è esagerato dirlo se gran parte delle valute mondiali dovevano avere un controvalore in riserve in dollari.Era la stessa formula che adottarono in Italia con le AMLire (American Lire) che sostituirono le lire nel primo dopoguerra.Questa la possiamo definire la forma di signoraggio più “selvaggia” che è stata appannaggio solo del vincitore della seconda guerra mondiale che ha fatto da banca al mondo intero.

Nel 1971 Nixon svelò definitivamente le carte (quelle erano perché non avevano oro alle spalle) facendo la voce del padrone.

Oggi, il signoraggio lo definisce BANKITALIA direttamente sul suo sito e sostanzialmente è il reddito derivante dalla gestione delle riserve che dedotte delle “spesucce” di gestione della banca centrale (1,8 mld di euro), vengono ritornate allo stato dopo il pagamento delle imposte (0,8 mld) come “costo di opportunità”. Le cifre sono desumibili dal bilancio. Questo lo possiamo definire come signoraggio “light” adottato dalla maggioranza delle bc.

Poiché questi introiti derivano solo dalla gestione delle riserve gestite in contropartita dell’emissione della moneta cartacea, Lino Rossi avanza l’ipotesi di aumentare la massa di moneta cartacea a danno di quella elettronica (fonte di solo debito) in modo che i proventi per lo stato aumentino ed il debito derivante dall’emissione monetaria diventi così, un “debito non oneroso”.
Interessante leggere questo report sull’accelerazione del debito pubblico dopo il divorzio fra BANKITALIA e tesoro nel 1982http://www.disinformazione.it/ragioni_del_debito.htm

Se formalmente non si rilevano illeciti, anche nei bilanci, sempreché siano veritieri e questo sappiamo che non è verificabile, risulta strana la scoperta di conti aperti in paradisi fiscali a nome di BANKITALIA, così come strani sono i movimenti sulle stanze di compensazione Euroclear e Clearstream. Situazione aggravata anche dall'adesione di Bankitalia al condono tombale degli anni '90....Sospetta è anche l’assoluta “intoccabilità” dei banchieri centrali che godono di immunità incredibili e non sono perseguibili nemmeno se fossero rilevate illeciti gravissimi.

Sulla proprietà di Bankitalia è evidente che con le grandi privatizzazioni degli anni ’90 i privati si siano appropriati di BANKITALIA anche in palese contraddizione con l’art.3 del vecchio statuto che recitava:

Vecchio ART. 3Il capitale della Banca d’Italia è di 156.000 euro rappresentato da quote di partecipazione di 0,52 euro ciascuna (4). Le dette quote sono nominative e non possono essere possedute se non da:

a) Casse di risparmio;b) Istituti di credito di diritto pubblico e Banche di interesse nazionale;

c) Società per azioni esercenti attività bancaria risultanti dalle operazionidi cui all’ art. 1 del decreto legislativo 20.11.1990, n. 356;

d) Istituti di previdenza;

e) Istituti di assicurazione.


Le quote di partecipazione possono essere cedute, previo consenso del Consiglio superiore, solamente da uno ad altro ente compreso nelle categorie indicate nel comma precedente. In ogni caso dovrà essere assicurata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della Banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici.Sostituito poi nel 2006 dal nuovo articolo 3


Nuovo ART. 3
Il capitale della Banca d’Italia è di 156.000 euro ed è suddiviso in quote di partecipazione nominative di 0,52 euro ciascuna, la cui titolarità è disciplinata dalla legge.

Il trasferimento delle quote avviene, su proposta del Direttorio, solo previo consenso del Consiglio superiore, nel rispetto dell’autonomia e dell’indipendenza dell’Istituto e della equilibrata distribuzione delle quote.


La differenza tra i due articoli è sostanziale e cosa da non sottovalutare che con le privatizzazioni parti discrete di BANKITALIA sono finite in mano a banche straniere.Sull’indipendenza dal potere politico, qui si dovrebbe aprire un capitolo molto approfondito perché di fatto oggi chi ha in mano le redini dell’emissione monetaria (banche centrali) e del credito (banche commerciali), di fatto ha in mano anche la politica economica e quindi il potere politico non può fare altro che adeguarsi e gestire così l’ordinaria amministrazione, che comunque oggi in Italia è pur sempre di oltre 750 mld di euro.

Da verificare anche se effettivamente ad es. la bce persegue il suo mandato di stabilizzare i prezzi e tenere sotto controllo l’inflazione perché se negli ultimi anni la crescita media in area euro è stata del 2,5% la crescita della massa monetaria invece si ha avuto una media di oltre il 10% con punte del 13%. In assenza di investimenti come è accaduto negli ultimi anni da parte delle aziende come si può definire la differenza tra la crescita e l’aumento della massa monetaria?

Da lì poi tutta una serie di analisi e considerazioni sul ruolo subalterno della bce e delle altre bc alla politica della fed americana e l’interesse effettivo di normative come quelle di basilea 1 e 2 che hanno ridotto drasticamente il flusso delle linee di credito, specialmente adesso in periodo di recessione. Sarebbe anche da discutere se le recessioni non siano determinate dall’apertura o meno del flusso di denaro nell’economia reale, ma ci porterebbe troppo lontano.

Ma proseguiamo nel ragionamento. Detto questo su signoraggio “selvaggio” e “light” passiamo alla riserva frazionaria.Le banche come si diceva in passati post prestano il denaro che hanno, però, poiché loro mettono in circolazione promesse di pagamento (e non denaro) che a sua volta forma altri depositi e così via, questo fatto permette al sistema bancario nel suo insieme, di aumentare i depositi dedotti della riserva obbligatoria (oggi comunque trascurabile) di 49 volte. Su questo ampliamento della base monetaria, che ritorna nel momento della restituzione le banche commerciali lucrano interessi sui quali grazie ai GAAP Generally Accepted Accounting Principles pagano delle imposte ridicole. Se fossero equiparate a qualsiasi altra impresa infatti dovrebbero pagare allo stato cifre di centinaia di mld all’anno in tasse (circa 600 da un conto approssimativo).

Inoltre appare alquanto dubbia la legittimità di chiedere interessi su qualcosa che si è creato, la riserva frazionaria, grazie al denaro ricevuto in deposito.In se quindi la riserva frazionaria non è negativa perché, se fosse utilizzata per finanziare senza interessi investimenti, permetterebbe di aumentare il benessere collettivo. Il fatto che applichi interessi non fa altro che impoverire le collettività destinate ad una perenne crescita.Il ritorno alla funzione sociale della banca come “pompa” di liquidità non usata nel sistema, anche con riserva frazionaria, sarebbe auspicabile e un servizio pubblico che verrebbe ripagato non da interessi, ma da un “giusto” prezzo per questo servizio. Detto questo passiamo ad esaminare la vera e propria truffa del sistema siffatto, che seppure lineare dal punto di vista teorico e legale, anche se con enormi fratture dal punto di vista del buon senso economico, nasconde un meccanismo molto, ma molto pericoloso.

Il meccanismo è quello del debito che viene definito dagli economisti legati e ben pagati dal sistema, l’unico mezzo per regolare il credito, l’inflazione e nello stesso tempo dare uno stimolo alla crescita economica.Il denaro viene emesso a fronte di un debito e fin qui siamo tutti d’accordo, lo stato emette obbligazioni che indebitano, a parte una piccola retrocessione sulla moneta cartacea, e i privati, se vogliono investire oltre a quello che ricevono per il loro lavoro, devono indebitarsi con il sistema delle banche commerciali. Nessuno mette in circolazione il denaro necessario per gli interessi e quindi si creano dinamiche che matematicamente aumentano il debito e generano fallimenti e insolvenze. Anche qui però la questione ormai è risaputa e di dominio pubblico, almeno per quelli che si fanno delle domande. La vera e propria truffa, oltre a quella del signoraggio “selvaggio” che però noi subiamo indirettamente, come tutti gli altri paesi, è quella del meccanismo del debito nel lungo periodo e su questo vi invito a rileggere questo report http://www.centrofondi.it/report/Report_Centrofondi_2008_nov_2.pdf “Riprendersi l’anima” e quelli richiamati al suo interno e volendo approfondire anche i vecchi report di Centrofondi. Questo è l’anello che manca per capire a fondo questo sistema. Il debito costringe a indebitarsi e il debito nel lungo periodo ha un andamento esponenziale che porta al collasso di qualsiasi economia. La conoscenza di questo meccanismo semplicissimo, ma molto subdolo perché la continua evoluzione nel tempo non aiuta a focalizzare esattamente il problema.Il debito infatti per molti continua ad essere uno stimolo per la crescita economica ed in effetti lo è nella prima fase del ciclo (per noi nel dopoguerra e fino al 1980) nella seconda fase la crescita del debito diventa esponenziale facendolo diventare insostenibile ed è per questo che ogni ciclo economico di lungo periodo (60 anni circa) sfocia in una guerra o in una grave crisi.

Senza l’azzeramento di questo debito insostenibile, ottenibile solo con una distruzione o con una moratoria non si può ripartire per un nuovo ciclo di schiavitù http://www.centrofondi.it/report/Report_Centrofondi_2008_ott_1.pdf e per questo è matematico dire che la crisi non solo non è finita, ma che purtroppo dobbiamo ancora passare alla fase finale, distruttiva del debito ancora in eccesso.

La rivoluzione che possiamo fare è solo quella culturale, creando dei prototipi di nuova economia e di nuovi rapporti fra le persone, cercando di non creare maggiore confusione.