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Quello Stauffenberg britannico

di Luciano Garibaldi - 11/11/2009

Fonte: secoloditalia

 
 
È vero che i servizi segreti britannici progettarono un attentato alla vita di Hitler prima di quello, portato a termine ma poi fallito, con la cosiddetta Operazione Valchiria, alla quale lei, caro Garibaldi, ha dedicato uno dei suoi libri più recenti? E chi era lo Stauffenberg britannico che avrebbe dovuto porre fine all'esistenza del Führer?
Matteo Schiavoni - Bari


Anche se la vicenda è poco conosciuta e i libri di storia dedicati al Terzo Reich (che ormai si contano a centinaia) non ne fanno cenno, la Sua domanda, caro Schiavoni, ha colto nel segno. L'inglese che avrebbe voluto eliminare il dittatore tedesco è veramente esistito, si chiamava Eddie Chapman, era un esperto in esplosivi e un ex scassinatore di banche. Fu uno dei più attivi e avventurosi agenti dell'MI5 (Military Intelligence, Service 5), il servizio di controspionaggio inglese nel corso della seconda guerra mondiale, tanto che la sua storia finì sullo schermo in un film del 1967 interpretato da Christopher Plummer. Ma in quella pellicola, dove pure si raccontava la doppia veste di Chapman, vero agente segreto inglese e falso agente segreto tedesco, del piano per uccidere Hitler non si parlò. Le carte in base alle quali fu possibile ricostruire la vicenda vennero infatti alla luce nel 2006, scoperte dagli storici britannici negli archivi del MI5.

Eddie Chapman aveva prestato servizio nelle mitiche Coldstream Guards, ma, ahimé, aveva impiegato male le abilità militari di cui era venuto in possesso: sorpreso a scassinare una banca, era stato rinchiuso in galera nell'isola di Channel, sul canale della Manica, tra la Normandia e la Gran Bretagna. Qui, nel giugno 1940, sbarcarono i tedeschi (sarà l'unico territorio inglese conquistato dalla Wehrmacht durante tutta la seconda guerra mondiale). Interrogato come tutti gli altri detenuti abbandonati sul posto dalle guardie carcerarie, Chapman si proclamò simpatizzante nazista e seguace di Oswald Mosley. Non era vero niente, ma lui aveva un piano molto preciso in testa: farsi prendere sul serio dai tedeschi e poi fare il doppio gioco. Arruolato nell'Abwehr (la sua capacità di ingannare il prossimo era davvero straordinaria), gli danno il nome di «Fritzchen» e gli assegnano la sua prima missione: sarà paracadutato in Gran Bretagna con l'incarico di sabotare la fabbrica di aerei De Havilland. «Fritzchen» si lancia, atterra, prende contatto con l'MI5, spiega loro di voler stare con la sua patria, e non col nemico, riesce a convincerli, e con essi organizza l'attentato fasullo alla fabbrica. Nella notte del 29 gennaio 1943, in effetti, il tetto del reparto da cui escono i caccia-bombardieri «Mosquito» salta in aria. La notizia, abilmente pilotata dall'MI5, compare sul «Daily Telegraph». In realtà, i danni sono stati assolutamente contenuti, ma il giornale parla di un disastro causato da un attentato terroristico nazista. Gli agenti tedeschi a Londra leggono, ci cascano e riferiscono a Berlino. Eddie Chapman ha conquistato definitivamente la fiducia dell'Abwehr e a questo punto lancia ai suoi capi dell'MI5 l'idea fatale: tornare a Berlino per uccidere Adolf Hitler. L'occasione? L'invito (che gli è stato fatto pervenire segretamente dai suoi capi tedeschi) a partecipare a una adunata nazionalsocialista, con un posto d'onore riservato a lui proprio di fronte al Führer. Eddie è un superesperto di esplosivi e riuscirà a fare a pezzi Hitler, anche se nessuno, fino a quel momento, ha potuto realizzare il progetto, pur coltivato a lungo dalla stessa opposizione tedesca al nazismo. C'erano già stati una mezza dozzina di tentativi di "attentati al cappotto". Ufficiali-kamikaze, con bombe inglesi nelle tasche dei soprabiti, erano pronti a saltare in aria assieme al Führer. Molti di questi tentativi erano falliti a causa di bombardamenti alleati, come quello posto in atto dal capitano di Fanteria Axel von dem Bussche che avrebbe dovuto presentare a Hitler un nuovo modello di cappotto. Aveva in animo di afferrare il Führer e saltare in aria con lui. Ma la sera prima una bomba alleata aveva distrutto i cappotti e la presentazione era stata rinviata sine die. «Anche se riuscirai a farlo fuori», dissero a Chapnam i suoi capi, «ti ammazzeranno subito». «Un bel modo di uscire di scena», fu la sua risposta. I documenti scoperti nel 2006 dicono che fu Churchill in persona a non approvare il piano. Il premier inglese pensava, in quel momento, che Hitler fosse più utile vivo che morto. Non diversamente dall'atteggiamento che poi assumerà nei confronti dell'Operazione Valchiria, quando farà mancare ogni appoggio alla congiura di Von Stauffenberg. La verità è che Churchill continuava a sperare di poter convincere Hitler, tramite i buoni uffici di Mussolini, a schierarsi contro l'Urss, cessando di combattere sul fronte occidentale.

Così, Chapman rientrò a Berlino con documenti falsi e con un viaggio avventuroso, partecipò all'adunata nazista alla quale era stato invitato come premio per l'attentato alla fabbrica di aerei inglese, e dovette per forza urlare «Heil Hitler!» e fare il saluto nazista. Non solo: si beccò pure la decorazione della «Eiserne Kreuz» (la Croce di Ferro) appuntatagli sul petto dallo stesso Führer.