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Quella domenica povera ma bella

di Giorgio Boatti - 03/12/2009

     
 
L’uscita del libro fotografico di Lori Sammartino, che negli anni sessanta immortalò la vita quotidiana e i passatempi degli italiani, raccoglie una documentazione di grande importanza per la comprensione della società italiana di quel periodo.
Fu questo un periodo breve e intenso. L’analisi della vita quotidiana di quegli anni rappresenta un’occasione per riflettere su una mentalità collettiva ormai lontana, che si basava sul godimento di piaceri semplici: una mentalità che si è perduta presto, soffocata dal boom industriale e dall’accrescere della ricchezza, che hanno modificato i bisogni e le pretese degli italiani. È questa sorta di età dell’innocenza che le fotografie della Sammartino richiamano alla mente, rievocando con vivacità una generazione di italiani che con serenità sapeva accontentarsi di ciò che aveva.


Bambini dallo sguardo svelto che corrono, da soli, per strada. Tiri al pallone su un campetto improvvisato. Carabinieri in bicicletta (che l’Italia sia cambiata non con la scomparsa delle lucciole ma da quando l’Arma ha smesso di far pedalare i suoi, appaiati, lungo le strade?). Occhiate trafiggenti tra ragazze in ghingheri e giovanotti apparentemente così spavaldi da risultare, alla fine, indifesi. […]
Anni raccontati - con totale essenzialità e una generosa capacità di cogliere l’eccezionale anche nella più scontata delle situazioni - da Lori Sammartino, la fotografa che in questo periodo percorre la penisola in lungo e in largo e che, tra i molti reportages, ferma per Il Mondo di Pannunzio anche le ore domenicali degli italiani. Immagini che, dopo essere state raccolte in volume nel 1961, ora riappaiono nel bel libro La domenica degli italiani, edito da ISBN in grande formato e con grande cura. Ennio Flaiano, come redattore capo de Il Mondo, scegliendo personalmente i servizi fotografici che venivano pubblicati, aveva impresso al settimanale diretto da Pannunzio quell’inconfondibile capacità di sguardo irriverente e spiazzante su un Paese che, anche da parte della redazione più snob della penisola, veniva scoperto con passione e raccontato con affetto. Emerge così l’affresco di un’Italia colta appena prima del suo trapasso epocale. Le foto della Sammartino colgono un popolo che sta riavendosi dalle sciagure della guerra e sta cambiando pelle ma, pur mutando rapidissimamente, non ha ancora perso connotazioni arcaiche fatte di semplicità e di capacità di condividere gli uni con gli altri ogni aspetto del vivere. È un popolo rinato e che pare vivere sospeso in una situazione di innocenza non ancora stravolta dalla modernità. Vite approdate per antica sapienza, non per calcolato disegno, a qualcosa che assomiglia a una pervasiva capacità di essere felici. […]
È un periodo che dura poco. Ben presto lo scatto fotografico diventerà sguardo confliggente, opposto all’incessante fluire delle immagini che passano sullo schermo della TV. Non a caso tra le popolarissime trasmissioni di quel tempo, Il Musichiere, che andava in onda il sabato sera, si chiudeva con una canzone, Domenica è sempre domenica cantata da Mario Riva, il notissimo conduttore del programma. Diceva: «Domenica è sempre domenica/ si sveglia la città/ con le campane...» e aggiungeva che la domenica «è per poveri e per signori/ né clacson, né sirene né motori» e quindi «ognuno appena si sveglierà/ felice sarà». Si diffonde in ogni angolo di un Paese che mentre la TV lo proclama felice forse comincia a non esserlo più.

Lori Sammartino, La domenica degli italiani, intr. di Ennio Flaiano ISBN, pp.124, € 29.