Liberali coi baffetti
di Marco Travaglio - 01/05/2025
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Angelo Panebianco, che è un po’ l’angolo del buonumore del Corriere quando Galli della Loggia e Polito el Drito riposano, è affranto: la “classe politica” non riesce a “convincere una opinione pubblica che oggi, a maggioranza, la pensa all’opposto” a sposare i “principi liberali”. Quali? “Sostenere la resistenza ucraina per difendere la libertà di tutti” e “dare all’Italia e all’Europa i mezzi per difendersi dalle minacce altrui”. La maggioranza degli italiani, “distratta e inconsapevole”, non se li beve. Forse perché sono minchiate sesquipedali, smentite dai dati e dai fatti (gli ucraini fuggono dalla guerra, soprattutto da quando il loro presidente ammise che non avrebbero recuperato i territori occupati dai russi, e l’Europa già spende in armi il 38% più della Russia)? No, è colpa delle “divisioni entro le coalizioni di governo e di opposizione” e delle “classi politiche che non hanno più il pieno controllo sulla comunicazione politica”. Purtroppo non c’è più il fascismo, con il partito unico, il Minculpop che detta il pensiero unico e l’Ovra che arresta chi pensa con la propria testa. Ai bei tempi “la comunicazione politica era monopolizzata dai partiti”, ma ora purtroppo c’è il pluralismo, anzi “un guazzabuglio di opinioni contrastanti”, per colpa di “una folla di influencer” (giornalisti e analisti) che sventuratamente non sono Panebianco, “i cui messaggi sono in concorrenza con quelli dei politici” e “disorientano l’opinione pubblica”. Cioè la informano e la difendono dalle menzogne del partito unico bellicista e nessuno li arresta. Poi non stupiamoci dei sondaggi contro il riarmo: “Rispecchiano il disorientamento”.
Ma non solo: “Per misurare la distanza di tanti italiani dai principi liberali (cioè dalla fregola di comprare armi, ndr) è sufficiente constatare quanti di loro simpatizzino per Putin”. Non c’è piazza d’Italia che non inneggi all’autocrate russo. E – udite udite – “sono spesso gli stessi che sollevano strumentalmente l’argomento secondo cui separare le carriere dei magistrati sarebbe un attacco alla divisione dei poteri”. Infatti in tutte le piazze la gente sventola con la mano sinistra la bandiera della Russia e con la destra quella dell’Anm. Che fare? Impossibile arrestarli tutti: sono troppi. E “l’unanimità è impossibile”, mannaggia. Però “serve che tanti capiscano di dovere remare insieme e nella stessa direzione”. Come quando c’era Lui, nell’età dell’oro dei “principi liberali”: allora era il Duce ad aver sempre ragione, ora è la Von der Leyen. Che è sulla buona strada: per imporre il riarmo ha aggirato il Parlamento, poi ha ignorato la Commissione giuridica che condanna come illegittima la mossa antidemocratica. Le mancano solo un paio di baffetti, poi Panebianco la iscrive al Club dei Liberali. Ad honorem.