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minoranza etniche e linguistiche presenti in Europa

di gioventueuropea - 07/04/2006

Fonte: gioventueuropea

 

Descrizione dell varie minoranza etniche e linguistiche presenti in Europa, che si può costruire a partire dal rispetto delle sue minoranze.

AUSTRIA


CROATI: nella provincia del Bungerland vive una popolazione di
lingua croata (25.000 individui) detti Croati dell'Acqua stanziatisi
in queste regioni nel XVI secolo per sfuggire alla pressione dell'
Impero Ottomano. Attualmente godono di significative forme di
tutela, tra le quali rientra l'insegnamento scolastico del dialetto
croato locale, e sono rappresentati nelle istituzioni tramite il
Hrvatsko Kulturno Drustvo u Gradiscu (Consiglio Culturale dei Croati
dell'Acqua).
SLOVENI: in Carinzia vive una minoranza slovena di circa 22.000
individui che, se in passato è stata oggetto di alcuni atteggiamenti
ostili, oggi sono è ben tutelata dalle leggi federali. La lingua
slovena gode dello status di seconda lingua ufficiale e la
popolazione può avvalersi dell'operato di associazioni culturali e
di un organismo di rappresentanza quale il Narodni SvetKoroskih
Slovencev (Consiglio degli Sloveni in Carinzia). In questa regione
vive anche un'altra minoranza, quella dei Wendi, locutrice di un
dialetto composito germanico slavo che comunque non si considera di
ceppo slavo.
UNGHERESI: sempre nel Bungerland è presente una minoranza ungherese
di circa 6.000 individui sotto sovranità austriaca per quanto
stabilito nel 1921 dai trattati di Saint-Germain. La popolazione
ungherese gode di alcune forme di tutela sopratutto per quanto
riguarda l'insegnamento scolastico della lingua.

BELGIO



Localizzazione dei gruppi etnici presenti nei Benelux.

VALLONI E FIAMMINGHI: in Belgio convivono due etnie principali:
quella fiamminga (di lingua neerlandese a nord) e quella vallone (di
lingua francese a sud). La nascita del paese avvenne nel 1831 e
subito la lingua francese si impose come lingua ufficiale provocando
il risveglio del sentimento nazionale fiammingo e la nascita della
Heilig Verbond (Unione Sacra) a tutela della cultura fiamminga e nel
1898 il fiammingo divenne lingua ufficiale accanto al francese.
All'indomani della Grande Guerra le tensioni tra le due comunità si
acuirono in funzione della crescita economica della regione
fiamminga e del malcontento creato dall'inosservanza delle leggi del
1898 e della preminenza del francese come lingua di pubblico uso.
Negli anni venti e trenta il partito nazionalista fiammingo, Front-
partij, e i raggruppamenti tradizionali liberali e cattolici
sostituirono il bilinguismo con un monolinguismo regionale al fine
di arginare i consensi elettorali dei nazionalisti. I fiamminghi
fondarono allora il Vlaamsch National Verbond (Unione nazionale
fiamminga, 1933) di simpatie fasciste. Dopo la guerra la divisione
si accentuò maggiormente con la divisione su base regionalista dei
tradizionali partiti socialista e democristiano. Nella zona
fiamminga nacquero gruppi quali la Volksunie (centro-sinistra) ed il
Vlaams Blok(1 deputato alle elezioni del '95 di centro-destra)
mentre per quanto riguarda la Vallonia si ha una situazione più
frazionata con Concentration Wallonne (1932), Front Democratique des
Francophones (1964), Rassemblement Wallon (1968) e il Front National
(legato all'omonimo francese). Nel 1978 i Patti Comunitari
riconoscevano quattro regioni linguistiche (vallone, fiamminga,
tedesca, Bruxelles bilingue) e tre regioni amministrative (Vallonia,
Fiandre, Bruxelles) e la tutela delle isole linguistiche
trasformando di fatto il Belgio in stato federale. Inoltre, da
tempo, i maggiori partiti tradizionali come il liberale, il
socialista ed il democristiano sono strutturati con organizzazioni
separate in Vallonia e nelle Fiandre.
TEDESCHI:nel Belgio vivono circa 67.000 tedeschi residenti nei
Cantoni dell'est fin dal 1919 in seguito al trattato di Versailles.
La riforma del 1967 ha parificato la lingua tedesca a quella
francese in tutti gli usi pubblici e d al 1973 è attivo il Kulturel
Rat für die Ostkantone (Consiglio Culturale dei Cantoni Orientali)
attivo nella salvaguardia della cultura tedesca.
BOSNIA
Nella repubblica nata dallo sfaldamento della federazione Jugoslava,
i serbi si autogovernano nella Repubblica di Pale.

CIPRO

L'isola, un'ex colonia inglese, è ufficialmente una nazione
indipendente abitata da genti di cultura e lingua greca ma, dopo
l'invasione turca nella parte orientale dell'isola, il territorio è
di fatto diviso in due parti. Importante è il fatto che la
repubblica turco-cipriota sia ufficialmente riconosciuta solamente
dalla Repubblica Turca.

CROAZIA

La maggioranza della popolazione risulta costituita da croati di
religione cattolica (77,9%) ma, anche dopo i sanguinosi scontri
seguiti al disfacimento della Federazione Jugoslava, sono rimaste
importanti minoranze.

SERBI: costituiscono il 12,2%della popolazione (580.762 al
censimento del '92); prima della guerra i serbi vivevano nella
Slavonia Orientale, nella Krajina (vicino a Zara), nell'entroterra
di Ragusa e sulle alture di Kopela. Durante il conflitto la
popolazione croata di queste regioni  è stata costretta a
trasferirsi vicino a Zagabria sotto la protezione del governo. A
seguito dell'offensiva croata del '95 i serbi presenti in Krajina
hanno subito la stessa sorte e sono stati scacciati. Attualmente è
viva l'entità serba di Krajina, regione autonoma a maggioranza serba
ma compresa nel territorio croato.
MUSULMANI: costituiscono il 5,2% della popolazione
MAGIARI (Ungheresi): costituiscono lo 0,5% della popolazione (23.802
individui) e sono stanziati nella regione a nord di Osijek compresa
tra la Drava, il Danubio ed il confine ungherese.
Altre minoranze: gli Ebrei Askenaziti, un tempo ben più numerosi,
sono presenti in piccole percentuali sopratutto nei centri urbani.
Esistono anche piccole comunità di Sloveni, Slovacchi e Cechi
(19.000 individui), Albanesi (14.000), Aromuni ed Italiani (circa
30.000 persone) rappresentati dalla Dieta Istrianache gode di un
rappresentante fisso al Parlamento Croato..
DANIMARCA
SCHLESWIG SETTENTRIONALE: dopo le guerre della seconda metà del
secolo scorso nel territorio assegnato alla Prussia dal Trattato di
Londra rimanevano consistenti minoranze di lingua danese che, in
seguito al plebiscito del 1920, poterono riunirsi alla madre patria
portando però con sè anche una minoranza di lingua tedesca. Per
garantirne la tutela sorse la Schleswiger Wahlerverein (Associazione
degli Elettori dello Schleswig settentrionale), rappresentata al
parlamento danese, ed ottenne la riapertura delle scuole tedesche.
Dopo la seconda guerra mondiale nacque la Bund Deutscher
Nordschleswiger (Lega dei Tedeschi dello Schleswig settentrionale).
Attualmente la popolazione tedesca in territorio danese gode di
rappresentanti presso il consiglio regionale ed i consigli comunali
e dispone di strutture culturali e linguistiche in collaborazione
anche con le autorità tedesche.
Fær Øer, isole (Føroyar): in queste isole si parla una lingua
germanica del gruppo nordico strettamente imparentata con
l'islandese ed i dialetti rurali della Norvegia. L'arcipelago,
formato da 18 isole ed ora abitato da 45.000 abitanti, passò sotto
il dominio danese nel 1380 assieme alla Norvegia ma mantenne fino
all'ottocento la propria tradizionale autonomia quando divenne una
semplice contea danese e la lingua della madrepatria venne imposta
come unica ufficiale nell'uso pubblico e nell'insegnamento
scolastico. Le pacifiche proteste locali ottennero però il
ripristino dell'insegnamento scolastico ufficialmente reintegrato
nel 1938. Nel 1852 venne riaperto il Løgting, il parlamento locale,
mentre, nel 1906, venne fondato il Sjàlvstyrisflokkurin (Partito
Patriottico) che nel 1918 ottenne la maggioranza nel parlamento
locale ed il riconoscimento della lingua locale come prima lingua
del paese. Durante la seconda guerra mondiale vi fu una crescita del
sentimento nazionalistico ed in questo clima nacque il
Folkaflokkurin (Partito del Popolo) che durante il periodo bellico
mantenne la maggioranza in parlamento. Il partito autonomista Tjo
Veldi Sfokkurin ha raccolto in passato il 25% dei voti isolani.
Attualmente l'arcipelago è un'entità dotata di larghissima autonomia
nell'ambito dello stato danese. Un tratto tipico delle isole è anche
la religione poiché, a quella cristiano protestante, si affianca
anche un antico culto millenario chiamatoBahi tipico solo di queste
genti.
GROENLANDIA: questa vastissima nazione (2.175.600 kmq ) con una
popolazione di soli circa 55.000 abitanti è oggi un territorio
semiautonomo dipendente però ancora dalla Danimarca pur essendo
dotata di una Dieta Groenlandese, l'Inatsi-satut, composta da 31
membri eletti proporzionalmente.
FINLANDIA (Lapponia)
In questa nazione scandinava la minoranza forse più nota è quella
dei Lapponi o Samit un gruppo nomade presente anche in Svezia (10-
20.000 individui), Norvegia (4-6.000 individui) e Russia (2.000
individui stanziali e cristiani ortodossi) presso i quali è ancora
viva una lingua non indoeuropea di ceppo ugrofinnico (affine quindi
al finlandese). Fino all'XI secolo i Sami vissero pacificamente di
caccia, pesca e raccolta ma, con l'inizio della colonizzazione
scandinava, cominciò la parabola discendente per il nomadismo
lappone. Inizialmente anche la cristianizzazione di queste zone
concorse alla distruzione della cultura lappone reprimendo in
particolar modo la lingua locale. Successivamente, però, proprio ai
missionari si dovrà la traduzione della lingua sami all'inizio
dell'800. Comunque, in Norvegia, dal 1888 fino alla seconda guerra
mondiale, era proibito utilizzare la lingua sami.
Già nel secolo scorso vennero prese le prime iniziative a favore
delle popolazioni lapponi come associazioni culturali o scuole
itineranti ma solo è verso la metà degli anni quaranta di questo
secolo, che venne istituita la Sallskapet Same-Atnam (Società
Culturale Lappone) la quale provvide alla normalizzazione
ortografica dei principali gruppi linguistici lapponi (se ne contano
almeno sette*). La prima associazione lappone è l'Associazione
norvegese degli Allevatori fondata nel 1948. Nel 1956 nasce il
Consiglio Sami, mentre nel 1958 la Ruota Samiid Rii'kasaer'vi
(Unione Nazionale dei Lapponi Svedesi) attiva nella difesa della
minoranza e che, nel 1962, ha ottenuto il riconoscimento di uno
status giuridico per la lingua lappone e alcune forme di tutela. In
Finlandia, nel 1989, invece è nato il Parlamento dei Sami, il loro
organo di rappresentanza, mentre la lingua viene insegnata
localmente fin dal 1985. Dal 1956, è attiva la Conferenza dei
Lapponi del Nord detta anche Consiglio Nordico, un organo
sovranazionale che ha ottenuto l'istituzione di cattedre di lingua
Samit nelle principali università scandinave e la creazione, nel
1973, dell'Istituto Lappone Nordico che ha l'obiettivo di costituire
un punto di riferimento culturale, politico e giuridico per tutto il
popolo Sami. Infine non sono da sottovalutare i problemi che la
costruzione di dighe quali quella sul fiume Alta in Norvegia, lo
sfruttamento del petrolio in alto mare e la vicinanza di centrali
nucleari pongono alla sopravvivenza del popolo Sami in funzione
anche dello legame inscindibile esistente tra la natura e la cultura
lappone.

*  tratto da Frammenti d'Europa di F. Toso; il volume Popoli
Indigeni Popoli Minacciati ed. Comune Aperto parla invece di lingua
sami divisa in 3 dialetti e 13 sotto-dialetti

FRANCIA



Localizzazione delle minoranze etniche sul territorio francese.

La Francia, insieme all'Italia, è sicuramente una delle nazioni più
centralista d'Europa e si è sempre distinta per una politica spesso
oppressiva e discriminatoria nei confronti delle minoranza interne.
A tutt'oggi, malgrado siano stati fatti alcuni progressi, siamo
ancora ben distanti da una reale tutela culturale e politica delle
minoranze presenti. Ricordiamo che la Francia possiede ancora
numerosi DOM (Domini d'oltre Mare) e TOM (Territori d'oltre Mare)
residui dell'impero coloniale che comunque non sembra assolutamente
intenzionata ad abbandonare ma, al contrario, sfrutta per i propri
interessi come accaduto recentemente a Mururoa.

In Francia è attivo il Parti Federaliste di Jean-Philippe
Allenbachcon sede a Cannes; esso punta ad una riforma che assicuri
nuova libertà alle etnie e comunità politiche.

ALSAZIA E LORENA:nelle due regioni a lungo contese tra Francia e
Germania già nel 1926, con il ritorno delle regioni alla Francia,
nacque l'Heimatbund (Lega Patriottica) a carattere nazionalista e
pangermanista. Dopo tentativi di assimilazione forzata perpetrati da
entrambi i contendenti verso l'etnia opposta dagli anni '60,
ripresero vigore i movimenti politici autonomisti come il Mouvement
Régionaliste d'Alsace-Lorraine e l'Union du Peuple Alsacien. Nel
1991 è stato inoltre varato un progetto di legge per introdurre
forme concrete di bilinguismo.

BRETAGNA (Armorica): partendo da una rinascita culturale già in
atto, fin dalla seconda metà dell'ottocento cominciarono le prime
rivendicazioni politiche con la creazione della Kevredigezh Broadel
Breizh (Unione regionalista bretone ,1889), la rivendicazione della
piena autonomia nel 1911 e le dimostrazioni contro la presenza
francese dello Strollad Broadel Breizh (Partito nazionalista
Bretone). Durante l'occupazione tedesca, nel 1943, venne creato il
Bezan Perot una milizia regionale indipendentista. Dopo la
liberazione la vendetta francese non si fece attendere e si dovette
aspettare la metà degli anni cinquanta perché i nazionalisti
potessero riorganizzarsi: nel 1966 nacque l'Union Démocratique
Bretonne dalla quale si scisse poi il Front de Libération de la
Bretagne entrato poi in clandestinità come ARB Armée Révolutionnaire
Bretonne. Nel 1972 i nazionalisti di estrema sinistra crearono il
Front de liberation de la Bretagne-Liberation Nationale et
socialisme da cui deriva il gruppo terroristico Armée de Liberation
de la Bretagne. Attualmente anche nella parte di Bretagna dove è
diffusa la parlata neolatina denominata "gallo", la parte orientale
della regione, hanno preso vita associazioni e circoli (ad es.: Amis
du parler Gallo) che mirano ad una maggiore tutela della cultura e
della lingua locale. Sono diverse le pubblicazioni in bretone e tra
esse ricordiamo il mensile Bremann. Uno dei partiti indipendentisti
più noti è il POBL, Parti pour l'organisation d'une Bretagne Libre.
Inoltre non bisogna dimenticare la presenza delle scuole Diwan dove
l'insegnamento scolastico viene impartito in lingua bretone e la
recente comparsa di una nuova televisione che trasmette
quotidianamente programmi in bretone. Il movimento bretone raccoglie
diversi gruppi ma i militanti organizzati politicamente sono appena
duemila; al suo interno il gruppo Emgann (che significa "lotta")
occupa una posizione di estrema sinistra. Il giorno 19/4/2000 un
attentato ad forse opera di secessionisti bretoni dell'ARB ha
insanguinato Rennes: un bomba esplosa davanti ad un McDanald's ha
ucciso una giovane ventisettenne. Nell'ottobre 2000 è rinato il
movimento nazionalista bretone,
Il nuovo movimento si chiama "ADSAV", che in bretone
significa "RINASCITA". ADSAV pubblica un giornale che si chiama "WAR
RAOK".

CORSICA: i provvedimenti legislativi del 1859 miranti a sostituire
la lingua italia na con quella francese nell'uso comune diedero
l'avvio al risveglio dell'identità isolana, che si manifestò
soprattutto con iniziative volte alla valorizzazione delle parlate
locali. Negli anni venti nacque anche un Partitu Corsu d'Azzione,
irredentista, che ottenne un certo seguito soprattutto a partire
dagli anni '60. Verso la metà degli anni '60 videro la luce i primi
gruppi terroristici come Azzione per a Rinascita Corsa ed i partiti
politici Front Régionaliste Corse, Partitu di u populu Corso e
Unione di u Populu Corsu (UPC). In seguito alla nascita del
clandestino Front National de Libération de la Corse (FLNC-Canale
Storico) si creò una frantumazione nell'universo dei movimenti
indipendentisti tra i quali spiccano l'Unita Naziunalita, vicina ai
terroristi, Cuncolta Nazionale e Muvimentu per l'Autodeterminazione.
Il consistente sostegno popolare alle richieste indipendentiste ha
spinto il centralismo francese a fare alcune concessioni quali
l'istituzione di un'università nella città di Corte, concessione
dello statuto speciale (1982), creazione di un'Assemblea Regionale,
parificazione del corso al francese (1989). Attualmente sono anche
attivi i partiti politici Corsica Nazione e A Conculta
Indipendentista non distante dalle posizioni del FLNC. Proprio
recentemente (seconda decade del luglio 2000) si è acceso il
dibattito sulla concessione all'isola di uno "statuto speciale" che
consenta al parlamento regionale prerogative in materia legislativa,
amministrativa e culturale (tra cui l'insegnamento della lingua
corsa a scuola) e sembra che si possano avere sviluppi positivi per
il popolo corso. Dopo l'assassinio dell'ex dirigente storico
indipendentista Jean Michel Rossi avvenuto il 7 agosto, c'è stato un
innalzamento della tensione ma i gruppi armato terroristici che si
riconoscono nell'Unione dei Combattenti hanno comunque rispettato la
tregue in vigore. Il gruppo Armata Corsa, uno dei gruppi più
radicali e di recente formazione, politicamente vicino al defunto
Rossi non aderisce invece alla tregua.
DELFINATO: nel cuore dello stato centralista francese anche nel
Delfinato è attivo in movimento autonomista denominato Ligue
Dauphinoise che si propone di rendere questo territorio autonomo.
OCCITANIA: con questo termine si indica l'insieme delle regioni in
cui viene parlata la lingua d'oc diffusa in tutto il sud della
Francia ed in alcune zone del Piemonte. Queste regioni non
presentano comunque tratti unificanti e quindi, vista anche la
frammentazione dialettale della lingua d'oc , il concetto di
Occitania come soggetto unico risulta piuttosto astratto. Ciò non
impedì nel 1959 la fondazione del Partit Nacionalista Occitan
seguito poi dal Comitat Occitan d'Estudis e d'accion a sfondo
socialista e legato all'I.E.O. (Institut d'Estudis Occitans). Nel
1971 il Lucha Occitania  raccolse le proteste sociali ed agricole
raccordando i numerosi movimenti occitanisti. In seguito il gruppo
Volèm viure pais proporrà uno statuto di autonomia per l'Occitania.
Infine in Provenza sono attivi gruppi culturali quali Mouvament
Parlaren e Union Provencalo. Bisogna comunque rilevare la diffusione
nell'uso pubblico dei vari dialetti locali.
PAESI BASCHI: comprendono le province di Soule, Bassa Navarra e
Labourd. Già nel XIX secolo nacquero le prime società interessate al
recupero culturale. Dagli anni sessanta il partito più importante è
stato l'Embata favorevole alla creazione di un'entità basca unica
all'interno della comunità europea. Abertazaleen Batasuna è la sigla
di un altro movimento separatista.Inoltre verso la fine degli anni
settanta presero vita alcune formazioni terroristiche tra le quali
Hordago ed Iperretarrak responsabili di alcuni attentati
dimostrativi. Recentemente, dall'inizio dell'anno 2000, i gruppi
armati hanno ripreso le azioni, senza mietere fino ad ora vittime.
Per maggiori informazioni sui gruppi armati baschi rimando al link
La dinamite di Plevin:i gruppi armati indipendentisti riprendono la
loro azione

La nuova offensiva dell'ETA

ROSSIGLIONE: in questa regione, detta anche Catalogna Francese,
vivono ancora 200.000 abitanti di dialetto catalano (stimati per
eccesso). La rinascita culturale parte nel 1960 con la creazione del
Group Rossellonès d'Estudis Catalans dal quale nacque nel 1968
l'Institut Rossellonès Catalans attivo nella battaglia per
l'ottenimento del bilinguismo. Sono inoltre presenti alcuni gruppi
politici quali Acciò Regionalista Catalana (fondato nel 1959),
Esquerra Catalana (di sinistra) ed Unitat Catalana.
SAVOIA:il gruppo regionalista Mouvement Région Savoie batte per
l'autonomia amministrativa dei due dipartimenti del Rodano-Alpi
basandosi sulla specificità culturale e sulla tradizione di
autogoverno della regione. Inoltre nel 1996, per iniziativa della
Ligue Savoisienne, guidata da Patrice Abeille e Jean de Pignon, è
stato creato un Governo Savoiardo Provvisorio in Esilio con sede a
Ginevra.
WESTHOEK:ai confini con il Belgio vive un gruppo di circa 100.000
fiamminghi che, fin dal 1853 con la nascita del Comité Flamand de
France, hanno sempre cercato l'appoggio dei fiamminghi belgi. Nel
1923 venne creata la Vlaamsch National Verbond (Unione Nazionale
Fiamminga) che venne fortemente indebolita dopo la guerra dalla
repressione francese in quanto, in precedenza, aveva offerto il suo
appoggio ai tedeschi durante l'occupazione. Nel 1971 nacque il
gruppo Michael de Swaen Kring per il recupero dell'idioma locale
mentre nel 1982 il fiammingo è stato inserito tra le lingue
interessate dalla Legge Deixonne.
Recentemente, anche in regioni in cui risiedono popolazioni
tradizionalmente non considerate come minoranza etnica, hanno preso
vita movimenti, spesso a sfondo culturale, che propongono la
valorizzazione delle parlate locali, la tutela delle propria cultura
ed una maggiore impostazione apertura federalista dello stato
francese: è quanto sta avvenendo in Borgogna, nel Forez, nel Poitou-
Saintonge, in Piccardia, in Normandia, dove tra l'altro è presente
il Mouvement de la Normandie guidato da Didier Patte ed in Alsazia
dove viene pubblicata la rivista tedesca Rot und Weiss.
GERMANIA


/// tedeschi in Danimarca  
\\\ danesi (Schleswig)

In Germania la questione delle minoranze interne è meno pesante che
in altre nazioni sia per il fatto che non sono presenti realtà
marcatamente separatiste ma anche per il fatto che la politica
tedesca nei confronti delle minoranze è sempre stata all'avanguardia
e non ha costituito un ostacolo alla vita sociale e culturale delle
etnie presenti sul suo territorio.

BAVIERA: in questa regione tedesca è molto attivo il partito
regionalista della CSU  di ispirazione democristiana ed alleato, a
livello nazionale, della CDU.
DANESI: dopo decenni di contesa tra Danimarca , Prussia ed Austria
per il controllo delle aree mistilingue si arrivò, conclusa la prima
guerra mondiale, allo svolgimento di un referendum (1920) che sancì
la divisione dell'area contesa tra Danimarca e Germania cosicché
venne compresa in territorio tedesco una minoranza danese formata
attualmente da 30.000 individui. Nacquero subito associazioni per la
tutela della minoranza come la Sydslesvigske Forening (Unione dello
Schleswig meridionale). Anche dopo la seconda guerra mondiale la
minoranza danese chiese nuovamente l'annessione alla Danimarca ma la
questione venne risolta con accordi bilaterali che garantiscono
tuttora un'adeguata tutela per le rispettive minoranze.
FRISONI: anche in Germania è presente una minoranza frisone di circa
60.000 unità (ma solo 10.000 individui parlano la lingua madre).
Dispersi in piccole comunità tra altre genti di stirpe tedesca
subirono un progressivo processo di assimilazione ma, dalla seconda
metà del secolo scorso, furono protagonisti di un certo risveglio
culturale legato anche all'idea panfrisone viva nei Paesi Bassi e,
nel 1948, venne fondata la Forüning for Nationale Frashe
(AssociazioneNazionale Frisone). Dal 1949 è attivo il Nord Friisk
Instituut (Istituto della Frisia del nord) impegnato sul fronte
della tutela linguistica. Significativo il fatto che il frisone
occidentale venga insegnato nelle scuole della regione.
POLACCHI:nelle regioni della Westfalia e della Ruhr vivono alcune
migliaia di persone di origine polacca discendenti dai minatori qui
trasferitisi alla seconda metà del secolo scorso. Questa minoranza è
linguisticamente quasi del tutto assimilata (rimangono poco meno di
5.000 locutori) ma mantengono viva la fede nella Chiesa Cattolica.
Sono inoltre sorte alcune associazioni culturali attive nella
rivitalizzazione della lingua polacca e delle tradizioni tipiche di
questo gruppo.
SORABI (detti anche Vendi): sono un gruppo di lingua slava presenti
in Lusazia. Non hanno mai dato vita ad una nazione indipendente
restando di volta in volta sotto la tutela polacca, boema o tedesca.
All'inizio dell'800 presero vita le prime associazioni culturali
come la Serbske Predarske Towarstvo (1816) e la nazionalista Macica
Sersbka nell'ambito di un nascente panslavismo. Con Bismark e la
Kulturkampf si fecero pressanti i tentativi di assimilazione
forzata  e la reazione soraba consistette nella fondazione della
Serbski Dom, la prima biblioteca soraba mentre, nel 1912, avvenne la
fusione di tutte le principali organizzazioni culturali e politiche
nell'associazione. Domowina (Patria). Dopo la Grande Guerra i Sorabi
rivendicarono inutilmente l'indipendenza e l'avvento del nazismo si
tradusse per la popolazione soraba in una pesante repressione
culturale ma, con la fine della guerra e la nascita della DDR le
venne riconosciuta la sua specificità linguistica e culturale,
l'insegnamento scolastico della lingua, l'istituzione di cattedre
universitarie ed una adeguata rappresentanza politica. Il problema
maggiore dei Sorabi, attualmente ridotti a circa 60.000 individui,
consiste nel basso tasso di natalità e nell'influenza della cultura
tedesca che rischia di erodere, soprattutto presso le giovani
generazioni, il patrimonio culturale storico di questa minoranza.

 GRAN BRETAGNA






Localizzazione delle aree linguistiche minoritarie nel Regno Unito.

Il popolo inglese si è dimostrato sempre molto aggressivo verso le
nazioni con i quali è venuto in contatto. Già nei confronti dei
propri vicini gallesi, scozzesi ed irlandesi la politica
imperialista inglese si espresse in un continuo di aggressioni e
lotte al fine di sottomettere tutta ll'arcipelago. Il genocidio del
popolo irlandese durante il quale, nel secolo scorso, morirono due
milioni di persone e molti altri furono costretti ad emigrare causa
la rapacità dei proprietari terrieri che aggravarono notevolmente
la "carestia delle patate" è solo uno dei tanti episodi che
costellano la storia inglese. Bisogna anche ricordare che
l'Inghilterra, oltre a non aver ancora concesso la libertà ai popoli
gallesi e scozzesi, sono l'unica nazione a possedere una colonia in
Europa: l'Ulster dove ancora oggi la popolazione civile muore a
causa della presenza ingiustificata di un popolo ed un esercito
occupante. Nei territori del proprio impero coloniale, infine, la
politica inglese non è stata certo migliore e costituisce a
tutt'oggi la causa di gravissimi problemi in diverse parti del
mondo.

CORNOVAGLIA: questa contea inglese fu, fino al XVI secolo, un ducato
indipendente nel quale era in uso una lingua celtica affine al
gallese ed al bretone. Nel 1901 H.Jenner creò la società Cowethas
Kelto-Kernuak (Società Celtica Cornica) interessata al recupero ed
alla rivitalizzazione del Cornico. Nel 1933 la società Tyr ha Tavas
(Patria e Lingua, 1933) iniziò un discorso politico sulla base della
precedente esperienza culturale, mentre nel 1951 il gruppo Mebyon
Kernow (Figli di Cornovaglia) iniziò la battaglia politica per il
riconoscimento della propria specificità e della propria autonomia
amministrativa. In seguito movimenti più radicali trovarono scarso
seguito ed anche l'utilizzo del cornico nell'uso parlato non ha
trovato un grande consenso; a livello accademico riveste particolare
importanza l'opera dell'Institut of Cornish Studies nato nel 1973.
Attualmente si contano dai 120 ai 200 locutori di cornico e circa un
paio di migliaia di individui che hanno una conoscenza parziale
della lingua. Inoltre il Meybon Kernow, il Partito per la
Cornovaglia, è attivo sia sul fronte delle rivendicazioni politiche
(1% alle ultime politiche)  sia su quello della lotta per la propria
cultura e le tradizioni celtiche. Il Meybon Kernow ha anche promosso
la rievocazione, a cui hanno partecipato centinaia di persone, della
rivolta di Cornovaglia quando 15.000 cornish marciarono su Roma
contro la decisione del re Di imporre nuove tasse per finanziare
l'invasione inglese alla Scozia.
GALLES:dopo secoli di lotte per la conservazione della propria
indipendenza e della propria identità nazionale fu definitivamente
annesso alla corona inglese con l'Atto di Unione del 1536. Da questo
momento i tentativi di assimilazione culturale furono continui ed
aggravati anche dalla massiccia immigrazione inglese ed irlandese
nelle zone minerarie. La reazione portò alla creazione di società
culturali negli ambienti degli emigrati a Londra come il Cymmorodion
( I Compagni, 1751), il Gwinneddigion o la società segreta Gorsedd
attiva nel recupero delle tradizioni druidiche. La rinascita
nazionalista accelerò dal XIX secolo a causa delle discriminazioni
imposte all'uso della lingua gallese e nel 1925 vide la luce il
Playd Cymru (Partito nazionale gallese) di ispirazione
socialdemocratica tuttora il più importante partito indipendentista
e fautore dell'indipendenza del Galles nell'ambito del Commonwealth.
Anche numerose associazioni nacquero allo scopo di promuovere la
cultura gallese; tra queste vi sono l'Undeb Cymru Fidd (Ordine del
nuovo Galles, 1941), l'Urdd SiaradCymraeg (Ordine del Gallese
Parlato, 1947), l'Yr Academi Cymraeg (Accademia Gallese),
l'Università del Galles, il Pwillgor Datblygu Addyss Gymraeg
(Comitato per l'insegnamento della Lingua Gallese, 1987) ed il
Cymdeithas yr Iaith Gymraeg (Società della lingua Gallese,1962). Tra
i movimenti nazionalisti armati era attivo il Byddin Rhyddid Cymru
(Esercito di liberazione gallese) nato nel 1969 responsabile di
alcune azioni dimostrative. Le prime concessioni da parte inglese
risalgono al 1975 con la creazione dell'Assemblea Regionale Gallese
mentre nel 1999, contemporaneamente a quanto successo in Scozia ed
in Ulster la devolution inglese ha permesso la riapertura di un
Parlamento Autonomo Gallese competente in alcuni specifici settori.
Attualmente il gaelico gallese è la più vitale tra le lingue del
ceppo e conta circa 550.000 locutori in tutto il paese concentrati
sopratutto nelle zone rurali. Anche i media danno un certo
contributo al mantenimento della lingua con trasmissioni
radiofoniche e televisive anche se manca ancora un quotidiano.
Ciononostante la cultura e la lingua gaelica subisce sempre più una
crescente erosione a favore di quella inglese.
INGHILTERRA: anche in regioni tradizionalmente non bilingui e non
interessate da tensioni separatiste sono presenti alcune formazioni
politiche indipendentiste come il Wessex Regionalist ed il Movement
for Middle England.
MAN, isola di: in quest'isola già regno vichingo indipendente,
possedimento scozzese ed ora annessa alla corona inglese si parlava
il Manx, un dialetto celtico del gruppo goidelico, caduto in disuso
a partire dal XVII secolo (l'ultimo parlante di lingua madre è
scomparso nel 1974). L'isola è sempre stata dotata di statuti propri
e l'unico movimento a sfondo nazionalista vide la luce nel 1964 con
il nome di Mac Vannin; esso si batte comunque a sostegno delle
tradizioni e della lingua locale. Un dato significativo riguarda la
popolazione che, solo per il 35%, è di origine locale.
SCOZIA: anticamente divisa in vari reami, fu unificata tra l'844 e
il 1018 ma, già dall'XII secolo crebbe l'influenza inglese sulla
parte meridionale del regno e, conseguentemente della cultura
inglese ai danni di quella gaelica che venne progressivamente
confinata nelle zone occidentali e settentrionali. Nel 1273 il
sovrano scozzese dovette fare atto di sottomissione all' Inghilterra
e, dal 1560, l'introduzione della riforma protestante contribuì
all'erosione dell'identità scozzese. Nel 1603 Giacomo I riunì sotto
il suo scettro i regni di Scozia, Irlanda ed Inghilterra e nel 1707
l'Atto di Unione decretò la definitiva fusione della Scozia con il
resto della Gran Bretagna. Per reagire all'assimilazione culturale
ormai diffusa fu fondata, nel 1772, la Società Gaelica di Londra e
la Edinburgh Society for the Support of Gaelic Schools fino ad una
nuova reintroduzione del gaelico nell'insegnamento scolastico
(nuovamente abolito nel 1872) ed alla creazione della Gaelic Society
of Inverness (1871) e dell'An Comunn Gaidhealach (Associazione
Gaelica, 1891). A partire dal secolo scorso divenne pressante la
domanda di una autonomia legislativa motivata più da motivi
economici che non etnico-culturali fino a sfociare, nel 1928, nella
fondazione dello Scottish National Party guidato da Alex Salmond, il
partito tuttora più rappresentativo nell'ambito dell'autonomismo
scozzese affiancato da numerosi altri movimenti autonomisti tra i
quali anche lo Scottish Liberation Army, movimento a carattere
rivoluzionario degli anni `50. Grazie anche alla collaborazione dei
laburisti inglesi nel 1975 si arrivò alla concessione di
un'assemblea autonoma e più recentemente, nel l999, alla riapertura
del Parlamento Scozzese autonomo in specifici campi.
ULSTER:La questione nordirlandese trae la sua origine nel famigerato
Atto di Unione del 1801 con il qual e il regno d'Inghilterra si
annetteva formalmente il regno d'Irlanda. La popolazione non accettò
passivamente la situazione e, dopo decenni di lotte, riuscì ad
ottenere la Home Rule (autogoverno) che però non fu subito applicata
a causa dei radicali irlandesi, favorevoli alla piena indipendenza,
e dei protestanti dell'Ulster, favorevoli all'unione con la Gran
Bretagna. Dopo la rivolta del 1916 prese vita un Governo clandestino
organizzato dai nazionalisti del Sinn Fein e, nel 1918, si riunì il
Parlamento Irlandese. Purtroppo, nel 1912, mentre il resto
dell'Irlanda conquistava l'indipendenza, sei delle nove contee
dell'Ulster (solo quelle a maggioranza protestante ed escludendo le
tre a maggioranza cattolica) rimanevano legate ancora alla corona
inglese. I nazionalisti più decisi non accettarono questo stato di
cose e diedero vita al Fianna Feil, partito indipendentista, ed
all'attività clandestina dell'I.R.A. (Irish Republican Army). Nel
1932 si ebbe poi la proclamazione della repubblica dell'Eire. Da
allora in poi la discriminazione nei confronti della comunità
cattolica si fece feroce in ogni campo della vita civile provocando
un aumento della tensione culminato nel 1968 con la degenerazione
del confronto in scontro armato. Ciò diede la scusa all'esercito
inglese per insediarsi in Ulster ed al Governo inglese per
sciogliere lo Stortmont. Nel 1973 si tenne un referendum, boicottato
dai cattolici, che ribadì la volontà dei lealisti di rimanere fedeli
alla corona. Nel 1981 le elezioni per il nuovo parlamento
assicurarono la netta maggioranza alla componente unionista
(Official Unionist Party ed altri gruppi) e nello stesso periodo i
gruppi cattolici (IRA, INLA, ecc.) e quelli protestanti (Ulster
Volunteer Force, Ulster Defence Association, ecc.) cominciarono la
propria attività terroristica. Nel 1981 ben 10 detenuti politici
dell'IRA, guidati dall'ormai leggendario Bobby Sands, si lasciarono
morire di fame durante uno sciopero atto ad alleviare le condizioni
dei detenuti cattolici nelle carceri speciali. Nel dicembre 1993 i
governi inglesi ed irlandesi raggiunsero un primo accordo che vide i
suoi frutti nella sospensione delle attività dei gruppi terroristici
che venne poi ripresa in seguito. Ultimamente gli accordi del Lunedì
di Pasqua del 1998 ed il referendum che ha sancito la volontà della
popolazione di perseguire una soluzione pacifica del problema, hanno
posto le basi per un deciso calo della tensione favorendo il dialogo
tra le due comunità ma anche tra le forze politiche che le
rappresentano. Sul finire del 1999 ha preso vita anche il nuovo
governo nordirlandese misto ed eletto liberamente dal popolo grazie
anche alla politica di devolution inglese ed all'azione del ministro
britannico per l'Ulster. Bisogna anche notare che, all'interno della
costituzione della repubblica dell'Eire, è stata abolita la
considerazione dell'Ulster come una parte integrante della
repubblica solo momentaneamente separata dalla madrepatria. Sul
finire del mese di gennaio 2000, però, il processo di pace sembra
aver subito una decisa frenata dopo che sia l'IRA che i gruppi
armati protestanti si sono rifiutati di deporre le armi: ciò ha
comportato un irrigidimento anche da parte inglese che ha sciolto il
Parlamento Nordirlandese affidando pieni poteri ad un commissario
nonostante il tentativo fatto in extremis da Jerry Adams allo scopo
di salvare il processo di pace. Tra la fine di giugno e l'inizio di
luglio 2000, comunque, il dialogo è ripreso tanto da rendere
possibile la riapertura del parlamento. In luglio forte è stata la
tensione a causa delle tradizionali marce delle Confraternite
Orangiste. Inoltre le frange dissidenti del terrorismo "cattolico",
sopratutto INLA e Real IRA, hanno ricominciato le proprie azioni sia
in Irlanda che in Inghilterra dove è stata fatta trovare una bomba
in una stazione durante i festeggiamenti per il centenario della
Regina Madre.
GRECIA
ALBANESI: gli albanesi residenti in Grecia sono oggigiorno almeno
60.000 e, parte di questi di religione ortodossa e detti Arvaniti
(gli albanesi musulmani sono invece detti Çams), vivono nella Grecia
centrale. Anche in questo caso i governi ellenici hanno sempre
attuato una politica di assimilazione dovuta anche ai freddi
rapporti intrattenuti con l'Albania, anche se, più recentemente, la
tutela almeno culturale degli albanesi sembra aver preso sostanza
con l'apertura di una cattedra di albanese all'università di Atene.
AROMUNI:questa etnia, le cui genti vengono chiamate anche Valacchi o
Cutzovalacchi, vivono sopratutto in Epiro, nel Pindo ed in Tessaglia
e parlano due varietà neolatine imparentate al romeno, il
macedoromeno ed il meglenoromeno. In Grecia, come purtroppo anche le
altre minoranze, gli Aromuni non godono di alcuna forma di tutela ma
esiste tuttavia l'associazione Trâ armanâmi con sede a Parigi attiva
per la conservazione dell'identità aromuna.
TURCHI DI TRACIA: una popolazione di circa 90.000 Musulmani di
lingua turca è tuttora stanziata in Tracia, residuo del gruppo ben
più numeroso (600.000 individui) che prima del 1923, all'epoca degli
scambi di popolazione tre Grecia e Turchia, abitava la regione. La
tensione continua tra le due nazioni non ha permesso iniziative
concrete di tutela nei confronti della minoranza ma questa è
comunque rappresentata politicamente dal gruppo Musulmani della
Tracia che ha mandato due rappresentanti al Parlamento di Atene
durante le elezioni del 1990.
ALTRE MINORANZE: In Grecia sono presenti anche altre minoranze che
comunque non godono di miglior trattamento di quelle sopra
descritte. Tra queste ricordo gli Slavi macedoni della Macedonia
greca il cui numero è imprecisato anche in funzione della forte
campagna di ellenizzazione condotta nei loro confronti. Purtroppo,
dopo l'Olocausto della seconda guerra mondiale, la comunità degli
Ebrei Sefarditi, giunti dopo la cacciata dalla Spagna, è ormai
praticamente scomparsa dal territorio greco e con essa la sua
particolarissima lingua e tutta la sua cultura. Anche i protagonisti
di un'altra diaspora, gli Armeni, sono ormai scomparsi, tornati in
ciò che rimane dell'Armenia storica oppure dispersi sul territorio
ed assimilati.
IRLANDA (EIRE)
La repubblica irlandese è un paese etnicamente sostanzialmente
omogeneo. Un gruppo però molto particolare è presente sul suo
territorio: si tratta dei "Travellers" o calderai, un gruppo di
nomadi stimati in numero di circa 30.000 individui. La loro origine
è ancora incerta ma tre sono le principali teorie su di essa. La
prima li considera discendenti dei bambini rimasti orfani dopo la
carestia della patata a metà del secolo scorso. La seconda pensa
siano legati ai profughi trasferitisi all'ovest per sfuggire alle
armate di Cromwell. La terza e scientificamente più plausibile, li
riconduce ai calderai dell'età del bronzo e quindi la loro origine e
la loro lingua sarebbero antichissime. i legami interni della
comunità sono molto fori e le famiglie numerose (anche di dodici
figli) non sono una rarità. Attualmente i rapporti dei nomadi con la
popolazione stanziale sono pessimi tanto da creare una sorta di
apartheid silenziosa nei loro confronti e da escluderli da qualsiasi
contatto sociale con gli altri cittadini. Anche i nomadi, d'altro
canto,  hanno le loro responsabilità in quanto spesso assumono
comportamenti rissosi o comunque lesivi nei confronti delle comunità
che li ospita.

MACEDONIA

La Repubblica di Macedonia è nata nell'ambito del disfacimento della
Federazione Jugoslava ed ha proclamato la propria indipendenza nel
settembre del 1992. Come quasi tutte le repubbliche ex jugoslave, ha
una composizione etnica non uniforme che ha causato, specie durante
e dopo il recente attacco statunitense in Kosovo, diversi momenti di
tensione tra le varie componenti. Già dal '92, comunque, l'ONU è
stata costretta ad inviare un contingente di interposizione al
confine tra Macedonia e Jugoslavia. Lo stato macedone ha assunto
comunque un atteggiamento di sostanziale rispetto nei confronti
delle proprie minoranze.

ALBANESI: lungo il confine con l'Albania risiede la più consistente
delle minoranze presenti nel paese. Gli albanesi, in maggioranza di
religione musulmana, costituiscono il 21% della popolazione
(censimento del 1992), ma con molta probabilità la percentuale si
aggira attorno al 40 %. Nel '92 un referendum autoconvocato votava
la nascita della Repubblica Autonoma d'Illiria allo scopo di
ottenere maggiore autonomia amministrativa e la trasformazione della
Macedonia in un'entità cantonale. Nelle elezioni dell'ottobre 1994
il Partito del Rinnovamento Democratico ha inviato 10 rappresentanti
al parlamento macedone.
SERBI: rappresentano il 2,2 % dei residenti in Macedonia e sono
localizzati sopratutto nella regione nord-orientale del paese.
Politicamente la comunità serba è rappresentata dal Partito
Democratico dei Serbi di Macedonia.
TORBESI: costituiscono il 2,5 % della popolazione e sono slavi
islamizzati affini ai bosniaci.
TURCHI: costituiscono il 4,8 % della popolazione e praticano la
religione musulmana. Sono presenti lungo la riva sinistra del Vardar
ed attorno a Tetovo, Bitola, Veles e Stip.
Altre minoranze: gli Aromuni presenti in Macedonia nel secondo
dopoguerra erano all'incirca 100.000 ma il censimento del 1992 parla
solo di un 2,2 % di "romeni" presenti. La loro consistenza attuale è
comunque difficilmente stimabile. Gli Zingari, stando a dati del
1991, costituivano il 2,7 % della popolazione. Il numero degli Ebrei
Sefarditi è ormai minimo.

OLANDA

FRISIA: dopo un periodo di decadenza della cultura frisone, nella
prima metà dell'800, si verificò il risveglio dell'identità frisone
suggellato dalla nascita, nel 1844, della Selskip foar Fryske Tael
en Skriftekennisse (Società per la Lingua e la Letteratura Frisone)
che pose le basi per l'attività di gruppi politici indipendentisti
quali l'associazione Wraldfries (Frisoni nel mondo, 1907) e la Jong
Fryske Mienskip (Associazione dei Giovani Frisoni, 1915) mentre nel
1938 nacque la Frysk Akademy (Accademia Frisone) attiva nella
promozione della cultura frisone. Dal 1950 in poi il governo
olandese concesse ampie tutele all'utilizzo della lingua frisone, la
riammissione del suo insegnamento (1950,1975) ed il suo utilizzo in
ambito giudiziario. Attualmente il F.N.P.(Frysk Nasjonale Partj)  è
il maggior partito autonomista della regione (14% dei voti regionali
in passato), vanta un rappresentante alla Camera Alta olandese e
persegue la trasformazione dell'Olanda in uno stato federale.

POLONIA

Gli autonomisti della Slesia sono rappresentati dal partito Ruch
Autonomii Slaska

SPAGNA



Localizzazione delle aree linguistiche minoritarie in Spagna.

ANDALUSIA: il Partito Nazionalista Andaluso ha ottenuto il 6,7 % dei
voti alle regionali del 1996 ed ha mandato un rappresentante alle
Cortes di madrid con le elezioni del marzo 2000 (0,9 % dei voti)*.
ARAGONA: l'associazione culturale autonomista Nogara ha come scopo
quello di propagandare tradizioni, storia, cultura e lingua di
questa antica regione. Il Partito Autonomista Aragonese (centro-
destra) alle politiche del 1993 elesse un suo deputato alle Cortes
di Madrid ed alle elezioni del marzo 2000 ha confermato un proprio
rappresentante (0,33 % dei voti). In questa regione si combatte per
ridare dignità alle parlate navarro-aragonesi (Fabla) attualmente in
forte regresso dopo la forzata castiglianizzazione fin dal Medioevo.
ASTURIE: in questa regione è attivo il Partiu Asturianista che
sostiene le rivendicazioni culturali portate avanti da associazioni
quali l'Academia de la Llingua Asturiana e la Xunta pola Defensa de
la Llingua Asturiana. La lingua asturiana detta Bable, è
riconosciuta dalle autorità come lingua specifica e degna di tutela
ed attualmente è parlata da circa 200.000 locutori.
BALEARI: sono attive le formazioni politiche l'Uniò Mallorquina,
moderata, ed il Partit Socialista de Mallorca.
CANARIE: la repressione delle autonomie da parte del regime
franchista, la presenza di basi NATO e l'incontrollato sfruttamento
turistico provocarono negli anni cinquanta e sessanta la protesta
nazionalista del Movimento per l'indipendenza e l'Autodeterminazione
delle isole Canarie (filomarxista) ma successivamente, grazie anche
all'autonomia amministrativa concessa dal governo centrale e dal
miglioramento del tenore di vita, perse gran parte del suo consenso.
Nel 1996, comunque, la Coalicion Canaria che si batte per la piena
applicazione degli statuti di autonomia confermò la sua
rappresentanza di 4 deputati alle Cortes di Madrid ed anche nelle
recenti elezioni del marzo 2000 ha ottenuto gli stessi
rappresentanti (1,06 % dei voti).
CASTILLA Y LEON: in questa regione il separatismo leonese è
rappresentato dall'Union Pueblo Leonés che, nel 1997, ha ottenuto il
13% dei voti nella propria regione punta alla separazione di Leon
dalla regione Castilla y Leon. Il partito è dotato anche di un
movimento giovanile denominato Conceyu Xovenes.  I leonesi si
considerano discendenti degli asturiani che vivevano nella regione
prima dell'arrivo dei romani; essi sono comunque riusciti a tutelare
la propria identità culturale anche in ragione del fatto che i
romani consideravano Leon una regione periferica dell'impero e
quindi di scarso interesse. A differenza delle Asturie, che sono un
principato autonomo in cui viene anche tutelata la lingua locale, in
Leon non esiste alcuna forma di autonomia o di tutela linguistica.
CATALOGNA:dopo la repressione franchista e l'abolizione di tutte le
forme di autonomia amministrativa e culturale dagli anni cinquanta
riprese vigore il nazionalismo catalano. Accanto a dimostrazioni di
massa pacifiche non mancarono anche azioni dimostrative da parte di
gruppi come il Front d'Alliberament Català o Terra Lliure. Durante
il periodo franchista i gruppi più attivi furono principalmente
l'Unio Democratica de Catalunya, democristiana, il Front Nacional de
Catalunya, indipendentista ed il Partit socialista unificat de
Catalunya e nel 1979 venne negoziato con il governo centrale lo
statuto di indipendenza. Attualmente al governo della regione
autonoma è la coalizione di Convergència i Uniò guidata da J. Pujol
(15 deputati eletti alle consultazioni del marzo 2000 ottenendo il
4,2 % dei consensi), moderata, ma sono attive anche Esquerra
Republicana de Catalunya, gruppo autonomista di sinistra (1 deputato
e lo 0,84 % dei voti alle politiche del marzo 2000) ed Iniziativa
per la Catalogna (1 deputato e lo 0,52 % dei voti); inoltre esiste
anche il Partit per l'Indipendencia di Xavier Bloch. La lingua
catalana è oggi usata abitualmente da 8.000.000 di persone,
ampiamente tutelata e diffusa nell'uso pubblico-amministrativo ed è
tutt'ora l'unica lingua ufficiale del Principato di Andorra.
GALIZIA: è una regione situata in territorio spagnolo proprio a nord
del Portogallo ed è popolata da genti di origine celtica (i
Galeghi). Il nazionalismo Galego nacque negli anni venti e nel 1931
venne fondato il Partido Galeguista che nel 1936 ottenne lo statuto
di indipendenza, inapplicato però a causa della rivoluzione. Dagli
anni settanta operarono alcuni movimenti autonomisti quali Union do
Pobo Galego (di ispirazione marxista e comunque minoritaria), il
Partido Socialista Galego  ed il Partido do Pobo Galego. Attualmente
il Bloque Nacional Galego è il movimento più rappresentativo del
nazionalismo avendo ottenuto alle elezioni politiche del 1996 due
seggi al parlamento nazionale diventati poi tre (1,32 % dei voti)
dopo le consultazioni del marzo 2000. Inoltre con la costituzione
del 1978 la regione ha ottenuto una larga autonomia amministrativa
(1981) e il riconoscimento del Galego come lingua nazionale (1983;
attualmente il Galego è parlato dall'80% della popolazione).
GIBILTERRA: nella contesa tra Inghilterra e Spagna per il possesso
del piccolo territorio si è sviluppato un movimento favorevole alla
piena indipendenza da entrambe le nazioni.
PAESI BASCHI (Euskadi): sono formati dalle province di Alava,
Guipuzcoa, Vizcaya dalla Navarra e dalle province francesi di Soule,
della Bassa Navarra e di Labourd. La lotta indipendentista nasce
ufficialmente nel secolo scorso quando, nel 1895, S.Arana Goiri creò
l'Eusko Alderdi Jeltzalea (Partido Nacionalista Vasco, P.N.V.) di
ispirazione cattolica e conservatrice mirante all'unificazione, in
uno, stato federale delle terre basche si a spagnole che francesi.
La presa al potere di Franco mise fuorilegge il P.N.V. e segnò
l'inizio della repressione dell'identità basca tanto che, causa
anche la massiccia immigrazione di spagnoli, all'inizio degli
anni '70 solo il 46% della popolazione parlava la lingua basca.
L'inizio degli sessanta vede la nascita dell'E.T.A.(Euskadi ta
Askatasuna = patria basca e libertà gruppo terroristico
indipendentista di ispirazione marxista) che adottò subito la lotta
armata e può anche contare su un apparato internazionale di sostegno
detto Xaki. Nel 1978 il PNV negoziò con Madrid lo statuto di
autonomia approvato poi, da una stretta maggioranza, mediante un
referendum. Le formazioni politiche più importanti sono attualmente
Euskadi Herritarrok(coalizione di più formazioni indipendentiste tra
le quali vi è Herry Batasuna, forte anche della sua organizzazione
giovanile Jarrai composta da decine di commando metropolitani in
grado di compiere migliaia di attentati) ala politica dell' E.T.A.
che contava 2 rappresentanti a Madrid prima delle elezioni del marzo
2000 al quale non si è presentata per protesta, il PNV maggioritario
al parlamento regionale (7 rappresentanti a Madrid e 1,53 % dei
consensi dal marzo 2000) ed Eusko Alkartasuna formazione autonomista
di sinistra (1 rappresentante a Madrid e lo 0,44 % dei voti).
Recentemente dall'inizio dell'anno 2000, l'ETA ha rotto la tregua
durata un anno e mezzo ed ha cominciato una nuova campagna di
attentati, notevolmente intensificatasi dall'inizio di luglio.
Per maggiori informazioni sui gruppi armati baschi rimando ai
documenti:
La dinamite di Plevin- i gruppi armati indipendentisti riprendono la
loro azione

La nuova offensiva dell'ETA

VAL D'ARAN: si trova nella parte alta del bacino della Garonna sul
versante francese dei Pirenei ed è abitato da circa 5.000 persone
legate amministrativamente alla Catalogna. Qui si parla una varietà
dialettale guascona, l'Aranés, tutelata ad ogni livello ufficiale.
VALENCIA:per quanto riguarda la comunità valenciana il gruppo più
rappresentativo è l'Uniò Valenciana. In questa regione pur essendo
viva la matrice catalana lo standard linguistico è distinto da
quello in uso in Catalogna.

*I dati sui risultati elettorali delle consultazioni del marzo 2000
sono tratti dalla tabella pubblicata dal "Corriere della Sera" del
14/3/2000.

SVEZIA
In Scania, la regione che comprende l'estrema propaggine meridionale
della Svezia, il locale movimento autonomista preme per una sempre
maggiore autonomia dal governo centrale. La lingua locale trae le
sue origini nell'undicesimo secolo data a cui vengono fatte risalire
le rune di Scania. Attualmente, a causa della svedesizzazione
forzata durata secoli ed alla frammentazione della lingua locale in
una moltitudine dialettale, impedisce di adottare uno standard
comune anche se notevoli sono i contributi della lingua di Scania
allo svedese odierno e numerose sono le pubblicazioni in lingua
locale.

SVIZZERA



Localizzazione delle aree linguistiche in Svizzera.

Anche nella confederale e tranquilla nazione alpina non tutto gira
per il verso giusto tanto che sono sorte diverse formazioni
politiche per reclamare una maggior tutela delle minoranze presenti
anche se bisogna ammettere che le autorità elvetiche hanno sempre
mantenuto un comportamento degno nei confronti delle minoranze
interne, ben diversamente da quanto fatto dalle limitrofe Italia e
Francia.

LIGUE VAUDOISE che mira a tutelare l'antica comunità vaudese.
LEGA TICINESE nata nel Canton Ticino (di lingua Italiana)
sull'esempio della vicina Lega Nord allo scopo di tutelare
maggiormente la cultura cantonale sempre però nel quadro della
Confederazione Elvetica.
TRANSDINIESTRIA
In questa piccola regione gli autonomisti ritengono il proprio paese
gemello della Moldavia.

TURCHIA EUROPEA

Dall'inizio del secolo, e sopratutto dopo il travaso di popolazione
seguito agli accordi greco-ciprioti, la situazione delle minoranze
etniche in Turchia è profondamente mutata; in particolar modo
Costantinopoli ha ormai perso il carattere di metropoli cosmopolita.
Attualmente i greci residenti in territorio turco sono circa 50.000,
gli armeni 33.000 e gli ebrei sefarditi 38.000.