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Gaza contaminata dai bombardamenti israeliani, la popolazione è a rischio

di Carlo M. Miele - 17/12/2009




È passato quasi un anno esatto dall’offensiva militare israeliana nella striscia di Gaza. Ma i segni di quell’aggressione restano evidenti sul territorio palestinese e sulla sua popolazione, e sono destinati a rimanere per ancora tanti anni a venire.

Una delle manifestazioni più drammatiche dell’attacco iniziato lo scorso 27 dicembre è rappresentato delle forti concentrazioni di metalli tossici che i bombardamenti israeliani hanno lasciato nel terreno e che adesso rischiano di provocare leucemie e problemi di fertilità e gravi effetti sui nuovi nati, come malformazioni epatologie di origine genetica.

Secondo uno studio condotto dal New Weapons Research Group (Nwrc), una commissione  indipendente di scienziati basata in Italia, tra i metalli pericolosi più presenti nella Striscia vi sono tungsteno, mercurio, molibdeno, cadmio e cobalto.

Per condurre il suo studio, il Nwrc ha esaminato quattro crateri (due provocati dai bombardamenti del luglio 2006, uno nella città di Beit Hanoun e uno nel campo profughi di Jabalia, e due provocati dalle bombe sganciate nel gennaio 2009 a Tufah, sobborgo di Gaza City), mettendo a confronto i livelli di concentrazione dei metalli rilevati con quelli di uno studio analogo realizzato a Gaza nel 2005.

Inoltre il Nwrc ha analizzato la polvere residua all'interno del guscio di una bomba al fosforo bianco esplosa vicino all’ospedale di al-Wafa, nel gennaio 2009.

Le analisi così effettuate hanno messo in risalto concentrazioni anomale di metalli pericolosi e una grave contaminazione del suolo.

Secondo il gruppo di ricerca, questi elementi, associati alle precarie condizioni di vita della popolazione locale, in particolare nei campi profughi, espone gli abitanti di Gaza al rischio di venire in contatto con sostanze velenose per via cutanea, respiratoria e attraverso gli alimenti.

“Il nostro studio - spiega la portavoce del Nwrc Paola Manduca, che insegna genetica all'università di Genova - indica una presenza anomala di elementi tossici nel terreno. Occorre intervenire subito per limitare le conseguenze della contaminazione su persone, animali, e colture”.

La stessa Manduca sottolinea infine che le indagini svolte finora – come quella della commissione delle Nazioni Unite guidata da Richard Goldstone – si sono soffermate all’analisi del rispetto dei diritti umani, ma non hanno preso in considerazione e gli effetti che l’offensiva di Israele ha avuto e avrà sull’ambiente e, di conseguenza, sulla popolazione.