
Due volte l’ho incontrato, ed entrambe le volte ne son rimasto deliziato. Posso dar credito a Robert Fisk di avermi fatto interessare al Libano. Ho sempre letto con passione i suoi libri e i suoi articoli, e quelli che mi conoscono sono arrivati addirittura a stancarsi per i miei continui riferimenti a lui. Ma adesso non più. Il Fisk che ammiravo non è più il Fisk che il mondo di oggi conosce. Il suo ultimo articolo nel quale paragona gli Hezbollah, la Resistenza Libanese, ad un gruppo di anti-Semiti è la cosiddetta ultima goccia. La ragione per questa oltraggiosa accusa ? L’opposizione degli Hezbollah ad insegnare il diario di Anne Frank nelle scuole del sud del Libano. Robert Fisk ha vissuto in Libano per più di 30 anni, e cosa ben più importante ha vissuto durante il feroce periodo della guerra civile. Non è un segreto che Robert Fisk sia uno dei migliori giornalisti occidentali che trattano di Medio Oriente, ma questo non dovrebbe impedirci di criticarlo su certe questioni cruciali.
Il Libano ha sofferto più di ogni altro paese per via dell’aggressione Israeliana. Fin dall’innesto di questo stato nel cuore del mondo Arabo, ha attaccato il Libano nel 1948, nel 1967, nel 1968 -un attacco Israeliano causò la distruzione di 13 aerei civili nella pista di Beirut-, nel 1973 -quando Ehud Barak uccise Kamal Nasser, un famoso poeta- ed ha conosciuto l’occupazione sin da allora, attualmente nelle fattorie di Sheba. Un’altra invasione avvenne nel 1978, che risultò nell’occupazione di ulteriore territorio Libanese per i successivi 22 anni. Solo nel 2000 la Resistenza Libanese, la cui punta di lancia sono gli Hezbollah, è riuscita a sconfiggere gli occupanti Israeliani, e ha riottenuto in modo incondizionato la maggior parte della terra occupata da Israele e dai suoi alleati. E nel 2006, Israele ha avviato una grande invasione del Libano,conclusasi con il ritiro umiliante impostogli dalla resistenza di poche centinaia di combattenti irregolari. In tutti questi eventi, i civili, e specialmente i bambini, hanno sofferto più di ogni altro.
Per prima cosa, nessuno ha i titoli per insegnare ai bambini del sud del Libano il significato della miseria, nemmeno Robert Fisk. Per loro, non è una teoria concettuale, e nemmeno una remota narrativa in uno dei romanzi di Joseph Conrad: è invece la realtà. I bambini del sud del Libano hanno vissuto e continuano a vivere il terrore quotidiano dei jets Israeliani che rompono la barriera del suono sopra i cieli Libanesi. I bambini del sud non possono, al contrario dei loro coetanei nel resto del mondo, semplicemente andare a giocare nei campi che circondano il meraviglioso sud del Libano, perchè coloro che sostengono di rappresentare Anne Frank si sono rifiutati -nonostante le ripetute ‘promesse’- di fornire le mappe delle mine che gli Israeliani hanno messo durante la loro occupazione di 22 anni nelle zone liberate del sud del Libano. E oltre a questo, gli ipocriti Sionisti hanno lanciato più di 3 milioni di bombe a grappolo durante gli ultimi giorni della loro fallita invasione del Libano nell’estate del 2006, con la maggior parte di queste bombe rimaste inesplose.
L’Olocausto è -giustamente- immerso nella storia Europea, ma troppo spesso ne son state ricavate conclusioni errate da quella drammatica serie di esperienze. Il risultato è stato la condiscendenza, anzi no, la responsabilità condivisa per i crimini di guerra Sionisti. Come alcuni grandi studiosi, tra cui Norman Finkelstein, hanno sostenuto in modo convincente, ogni volta che Israele commette o sta per commettere un’altra serie di atrocità, lascia che i suoi scagnozzi pubblicizzino dei reports sull’aumento dell’anti-Semitismo, o il Nuovo anti-Semitismo. Dovremmo forse giudicare la chutzpah di Robert Fisk sotto quest’ottica ? E’ sempre più evidente che Robert Fisk ha allacciato la sua fede al gruppo ‘Movimento per il Futuro’ di Hariri, e non osa criticare nè il padre, nè il figlio Hariri, e tanto meno il suo eloquente amico Walid Jumblatt -almeno non in pubblico, l’ho sentito però criticare Jumblatt durante una cena non molto dopo che questo lasciò il gruppo di Hariri.
In Europa, dove è quasi diventato obbligatorio insegnare “i diari”, il razzismo è una delle caratteristiche principali della società liberale di cui ci si vanta. L’istruzione è una delle pietre fondanti di ogni società, ma quelli che pensano che istruire sul razzismo possa alterare la società in senso positivo dovrebbero guardare all’esempio Europeo. Non solo la Shoa ebbe luogo in Europa, che automaticamente porta ad una preponderanza di colpa, ma secondariamente i curriculum sono pieni zeppi di referenze sul genocidio commesso dagli Europei. Il miglior mondo dell’Europa è per davvero privo di intolleranza e razzismo. Il miglior mondo del Libano, e infatti dell’intera regione, è un mondo che non sia vicino ad uno stato terrorista privo di limiti giuridici o morali. E’ infatti sorprendente quanto poco sentimento anti-Ebraico sia presente nell’intera regione. Potete immaginare l’esplosione di odio anti-Islamico in ogni capitale Europea se un Arabo Musulmano prendesse una pistola e iniziasse a sparare in una chiesa solo perchè sono Cristiani ? Bè, il popolo del Libano, e i sostenitori degli Hezbollah sono stati vittime di 62 anni di tormenti, guerriglia psicologica, occupazione, carneficine, omicidi extra-giudiziari, mutilazioni, invasioni totali, furto di acqua da parte dello stato Ebraico, e nonostante ciò, non hanno fatto ricorso ad un lampante anti-Ebraismo, il cugino del sentimento anti-Musulmano che è così presente negli stati Occidentali che si vantano della loro civiltà secolare.
Sicuramente Robert Fisk sa tutto questo, ma nel caso soffrisse della sindrome di Bernard Lewis -l’orientalista neocon le cui produzioni accademiche deteriorarono con l’età- che gli Arabi hanno la loro storia, ricca e variegata. E questa storia non include solo le produzioni letterarie di un Ibn Khaldun o un Ibn Sina, ma anche gli Arabi hanno le loro tragedie e sofferenze. I pogroms del Libano e della Palestina sono Qana, Shatila, Deyr Yassin, Sabra, Jabalya, Jenin; la loro Anne Frank è Huda Ghaliya, il loro Auschwitz è Khiam, la loro Dresda è Quneitra nel Golan Siriano, e il loro Ghetto di Varsavia è Gaza. Gli Arabi hanno anche la loro pulizia etnica, e i Palestinesi la stanno vivendo adesso.
Ora, cosa voleva dire Robert Fisk quando ha detto che gli Hezbollah sono anti-Semiti ?
Si è forse dimenticato che Nasrallah ha avuto un incontro con Noam Chomsky, un ebreo ? E con i Neturei Karta, un’organizzazione ebraica. Che gran anti-Semita, vero ? Anche Norman Finkelstein, un altro ebreo, ha incontrato i rappresentanti degli anti-Semiti Hezbollah, caro Signor Fisk! E solo due settimane fa Nasrallah ha presentato il nuovo documento politico degli Hezbollah, e nel suo discorso nel quale esponeva le nuove linee politiche dell’organizzazione, Nasrallah ha ripetuto che il conflitto è con il Sionismo e lo stato Sionista, non con gli ebrei. Per caso Fisk non conosce l’Arabo ? Non è in grado di decifrare la semplice verità che in tutti i suoi discorsi Nasrallah si riferisce al Sionismo e non all’Ebraismo o al popolo Ebraico ? Infatti la frase più famosa di Nasrallah è una dove attaccò gli Ebrei, che è l’unica frase anti-Semita mai registrata del Segretario Generale. Quando pronunciò quelle parole ? Le pronunciò poco dopo che Israele uccidesse Hadi, il suo figlio diciottenne. Sì, Fisk, anche il popolo ‘anti-Semita’ degli Hezbollah diventa emotivo quando i propri figli vengono uccisi da un esercito di occupazione.
E Fisk, questa regione non ha bisogno di un altro paternalistico Uomo Bianco che dica a chi vive qui cosa deve fare. Se vuoi fare un piccolo favore alla gente del mondo Arabo, allora parla del massacro di Setif, che avvenne l’8 Maggio del 1945, il giorno in cui i Nazisti si arresero in modo incondizionato. La gente in Algeria stava continuando a venir massacrata per mano delle vittoriose forze Alleate guidate dal loro eroe Charles De Gaulle. Parla dei segreti -ma poco sorprendenti- rapporti del Nazismo con il Sionismo, entrambi erano alleati ben oltre il 1942… Hat David Ben Gurion es nicht gewusst ? [Ndr. traduzione dal tedesco: "Forse Ben Gurion non ne sapeva niente ?"]. Il Sionismo, proprio come il Nazismo, è una vera e propria ideologia razzista. Hezbollah sta forse parlando di deportare i propri avversari interni, oppure è Israele che parla in modo eufemistico di deportare i Palestinesi in Giordania ? E’ Israele che occupa le terre di altri popoli, e quegli Ebrei di Brooklyn che sono diventati Sionisti duri e puri dopo la guerra del Giugno 1967, come Alan Dershowitz, non si interessarono mai della Shoa, fino a quando divenne politicamente ed economicamente conveniente recitare la parte della vittima.
Fisk è in torto quando attacca gli Hezbollah. Lui lo sa che sono troppo puliti, troppo inseriti nella società Libanese e che nessun esercito del mondo è in grado di sconfiggere una resistenza popolare. E’ per questo che prende un piccolo incidente e lo enfatizza, invece di riportare in modo obiettivo per la stampa Europea che ha demonizzato e continua a demonizzare la Resistenza sia nella Palestina Occupata che nel Libano, e di presentare la vera immagine di coloro che sono considerati gli eroi del mondo Arabo e Islamico. Fisk invece fa ricorso tristemente a quello sfacciato populismo che ormai conosciamo, ma che apparentemente continua ad avere un seguito in Europa e Nord-America. Lui, più di ogni altro, dovrebbe saperlo.
Fonte: PalTelegraph
Traduzione: saigon2k.altervista.org

