Assolto e costretto alla clandestinità; il circuito carcerario speciale per musulmani
di Miguel Martinez - 01/01/2010
Due notizie, strettamente correlate tra di loro.
Ritorna l'incredibile caso di "terrorismo islamico" di Anzio, quando tre tranquilli pescatori egiziani, che condividevano un piccolo appartamento ad Anzio, furono arrestati con l'improbabile accusa di voler compiere un attentato kamikaze in un... cimitero di guerra.
Ora, Carlo Corbucci, l'avvocato che aveva ottenuto l'assoluzione degli imputati, ci racconta un nuovo e surreale sviluppo nella vicenda.
Poi - nella finestra in basso al post - un articolo sul circuito specialissimo che il Ministero degli Interni ha inventato appositamente all'interno del circuito speciale carcerario per trattenere i prigionieri accusati di "terrorismo islamico" secondo i generosi criteri dell'attuale legislazione.
Ecco cosa scrive Carlo Corbucci:
Ritorna l'incredibile caso di "terrorismo islamico" di Anzio, quando tre tranquilli pescatori egiziani, che condividevano un piccolo appartamento ad Anzio, furono arrestati con l'improbabile accusa di voler compiere un attentato kamikaze in un... cimitero di guerra.
Ora, Carlo Corbucci, l'avvocato che aveva ottenuto l'assoluzione degli imputati, ci racconta un nuovo e surreale sviluppo nella vicenda.
Poi - nella finestra in basso al post - un articolo sul circuito specialissimo che il Ministero degli Interni ha inventato appositamente all'interno del circuito speciale carcerario per trattenere i prigionieri accusati di "terrorismo islamico" secondo i generosi criteri dell'attuale legislazione.
Ecco cosa scrive Carlo Corbucci:
CHI HA INTERESSE PERCHE' SHALABEY RESTI CLANDESTINO E DISPERATO?
1) Con un’operazione a incastro operata ad Anzio nel 2003 in danno di Shalabey ed altri due suoi “conviventi” egli, insieme agli altri due, veniva tratto in arresto con l’accusa di “terrorismo islamico”, perché nell’abitazione dove alloggiata era stato trovato tritolo, pistole, cinte da kamikaze, mappe, ecc.
2) Rimasto in carcere due anni in attesa di giudizio veniva ASSOLTO con formula piena insieme agli altri due per “non aver commesso il fatto” in quanto la Corte rilevava che “altri” avevano portato quel materiale nell’abitazione, lasciando peraltro velatamente intendere anche una possibile sporca ed interessata operazione retroscenica a carattere evidentemente politico e militare nella quale non erano rimasti estranei alcuni settori dei servizi.
3) La sentenza veniva confermata dalla Cassazione e diventava definitiva.
4) Allo Shalabey e ad uno degli altri due (il terzo era morto nel frattempo in un grave incidente sul lavoro, dopo aver finalmente riottenuto pochi giorni prima dalla Questura, il rinnovo del soggiorno dopo un anno e mezzo di attesa…) veniva riconosciuta dallo Stato un’indennità per ingiusta detenzione subita, di 140.000 Euro.
5) Mentre l’altro ex detenuto aveva già ottenuto dalla Questura di Venezia il rinnovo del soggiorno già tre anni fa, allo Shalabey la Questura di Roma faceva un “decreto di espulsione” e parallelamente gli veniva contestato (peraltro senza indicarne alcun legame) di avere, in una curiosa circostanza relativa ad uno stranissimo sfratto, commesso un “oltraggio a pubblico ufficiale”.
6) Il giudice penale su richiesta del P.M. archiviava il procedimento in quanto non ravvisava alcuna fattispecie di oltraggio mentre il Giudice di Pace, in sede di convalida dell’espulsione, la negava annullando il provvedimento e dichiarando non giustificate le ragioni sulle quali si fondava l’espulsione e ben giustificate, invece, le ragioni per le quali a suo tempo lo Shalabey (allora detenuto innocentemente con la grave accusa di terrorismo ed incastrato con gravi prove precostituite) non aveva avuto possibilità di ricordarsi di rinnovare il permesso di soggiorno in scadenza durante la detenzione, data peraltro, la malattia che lo aveva colto in carcere!
7) A seguito di ciò la Questura inviava al sottoscritto avvocato una lettera nella quale si comunicava che la pratica era all’esame e che si sarebbero provveduto a dare imminenti indicazioni.
DOPO DUE anni nessuna indicazione è invece mai pervenuta e lo Shalabey è stato mantenuto nella situazione di irregolarità, sicchè non poteva mai assumere un lavoro regolare nonostante fosse titolare da 20 anni di una licenza di venditore ambulante ed avesse numerose offerte anche di lavoro dipendente.
8) La situazione infine ha raggiunto il suo culmine allorchè nel dicembre 2009 lo Stato riconosceva allo stesso l’indennità di 140.000 Euro per l’ingiusta detenzione subita CHE EGLI NON PUO’ INCASSARE IN QUANTO PRIVO DEL SOGGIORNO NEGATOGLI SENZA RAGIONE.
Esiste una qualche responsabilità in qualcuno di questo stato di cose?
Intanto in noi, a prescindere da questa domanda, sorge forte il sospetto che “qualcuno” che aveva voluto farlo credere nel 2003, senza successo, un kamikaze, speri di portare la sua esasperazione giunta ormai quasi a livello clinico, al punto di commettere qualcosa che possa tornare utile nel contesto del quadro che su di lui si era cercato di imbastire, senza successo, nel 2003.
Avv. Carlo CORBUCCI

