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La pace in Palestina è impossibile: Israele lascierà i territori occupati

di Alessandro Cavallini - 29/01/2010



Dopo aver visitato due insediamenti israeliani nella West Bank, il premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato che essi faranno parte di Israele “per l’eternità”. Il capo dei sionisti si è presentato presso i due insediamenti di Maaleh Adumim e Gush Etzion, a est e a sud di Gerusalemme. E proprio piantando un albero nel primo insediamento, dove si trovano 30 mila israeliani occupanti, ha dichiarato senza mezzi termini: “Il nostro messaggio è chiaro: qui noi piantiamo, qui staremo, qui costruiremo. Questo luogo sarà parte inseparabile di Israele per l’eternità”. Alla faccia di George Mitchell, inviato speciale statunitense per il Medio Oriente, che nei giorni scorsi aveva incontrato le due parti per cercare di riannodare una qualche forma di dialogo tra l’entità sionista e i rappresentanti dell’Anp. Ma è evidente come Israele non abbia nessuna intenzione di abbandonare le colonie presenti nei Territori occupati. Alle dure parole del premier israeliano, ha risposto Nabil Abu Rdeneh, definendo le dichiarazioni di Netanyahu come “un gesto inaccettabile che distrugge tutti gli sforzi esercitati dal senatore Mitchell per portare le parti al tavolo dei negoziati”. Ed il luogo scelto da Netanyahu per l’ennesima provocazione contro il popolo palestinese non è certo casuale. Maaleh Adumim è una delle più importanti colonie ebraiche nei Territori occupati da Israele nel 1967. Secondo le leggi internazionali, una potenza occupante non può sequestrare terreni dal Paese occupato. In Cisgiordania ed a Gerusalemme est, conquistate con la guerra dei Sei giorni del ’67, vivono oggi quasi 500 mila coloni: 280 mila nella West Bank e 190 mila nella zona orientale di Gerusalemme. Secondo i dati dell’organizzazione israeliana Peace Now, dal 2001 ad oggi la popolazione israeliana in Cisgiordania è cresciuta del 5-6%. E’ chiaro perciò che continuare a parlare della possibilità di una pace tra israeliani e palestinesi è assurdo. I primi non hanno alcuna intenzione di liberare i Territori occupati. Continuano a considerare quella terra come propria ed a comportarsi di conseguenza. Ed è per questo che gli sforzi della Comunità internazionale sono destinati a fallire, finchè non si avrà il coraggio di dire come stanno effettivamente le cose, condannando Israele per la politica colonialista a danno dei palestinesi.