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Vicenza: fermarli si può!

di Angelo Alberi - 01/02/2010

Domenica 31 gennaio, durante le prime ore della mattinata, una cinquantina di attivisti No dal Molin, il movimento che si oppone alla costruzione della nuova base militare USA nell’area vicentina, sono penetrati all’interno del cantiere dove sta sorgendo la nuova struttura  militare.
 Aiutati dalle condizioni atmosferiche, nella notte era nevicato abbondantemente, che hanno fatto momentaneamente allentare i controlli attorno al perimetro militare, il gruppo di attivisti ha tagliato la recinzione che delimita il cantiere ed è entrato indisturbato nell’area dell’ex aeroporto militare. Alcuni di loro sono saliti su una delle innumerevoli gru ed hanno calato alcuni striscioni di protesta, altri si sono incatenati alle stesse ed alle macchine operatrici presenti nel cantiere. Cinquanta persone sono riuscite in un impresa che io definirei “memorabile”. Uno smacco gravissimo per i professionisti della sorveglianza, un blitz pienamente riuscito che ha dimostrato la vitalità del movimento del No alla base. Nessun danno è stato arrecato ai macchinari delle imprese impegnate nei lavori; i dimostranti hanno solamente documentato, con foto e filmati, la precaria situazione del cantiere che risulta essere allagato in parte dall’acqua che sgorga dalla falda sottostante. Non dimentichiamoci che la base sta sorgendo sopra la più importante falda acquifera del nord Italia ed alcuni problemi sono già stati segnalati da alcuni cittadini della zona e dall’acquedotto di Novoledo che ha rilevato un improvviso ed ingiustificato innalzamento della stessa. Anche il generale William Garrett III, comandante della Setaf, dovrà correggere un pò  le sue affermazioni riferite ad “un 2010 importantissimo per la comunità militare di Vicenza” e moderare il suo ottimismo in merito al procedere dei lavori. Il 2012, anno in cui la costruzione della base dovrebbe essere ultimata, è lontano e non mancheranno certo le manifestazioni di dissenso ed azioni di “disturbo”. A Vicenza la democrazia è stata calpestata, offesa, dal governo italiano e dall’amministrazione americana ( che ai saldi di Oslo si è accaparrata un Nobel per la pace!! ), ma il movimento popolare del No dal Molin non ha certo intenzione di chinare la testa di fronte alle violente imposizioni arrivate dall’arroganza di questi due governi. La città è blindata da carabinieri e polizia, il prefetto ed il questore si stanno dimostrando funzionari degni del peggior ( o migliore ..dipende dai punti di vista..) governo autoritario. Il 2012 è lontano e per dirla alla valsusina: A SARA’ LONGA!!