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La guerra dei droni

di Enrico Piovesana - 03/02/2010





Dodici raid aerei Usa in Pakistan nel solo mese di gennaio: il governo di Islamabad denuncia 123 vittime civili

Nel solo mese di gennaio i velivoli telecomandati della Cia hanno condotto dodici bombardamenti missilistici sulla regione pachistana del Nord Waziristan: mai così tanti dall'inizio della 'guerra dei droni' lanciata dagli Stati Uniti un anno e mezzo fa e progressivamente intensificata dall'amministrazione Obama (nel 2009 i raid sono stati 54, con oltre settecento morti, il 90 per cento dei quali civili). Ieri il tredicesimo raid, nel quale sono stati sparati 17 missili che hanno causato almeno trenta morti.

123 civili uccisi nell'ultimo mese. Secondo il ministero dell'Interno pachistano, dieci dei dodici raid statunitensi dell'ultimo mese hanno mancato il bersaglio, uccidendo almeno 123 civili. Solo due attacchi sono andati a segno, uccidendo tre ricercati di Al Qaeda: Mahmoud Mehdi Zeidan, guardia del corpo del leader qaedista Sayeed al-Masri, Jamal Saeed Abdul Rahim, coinvolto nel dirottamento del volo Pan Am 73 nel 1986, e Abdul Basit Usman, filippino di Abu Sayyaf esperto di esplosivi. Ancora, infatti, non è stato confermato il 'colpo grosso', ovvero l'uccisione dell'obiettivo numero uno di questi attacchi: Hakimullah Mehsud, il giovane comandante del movimento dei talebani pachistani (Ttp), che secondo la Cia sarebbe rimasto ferito da un missile sparato da un drone lo scorso 14 gennaio sul villaggio di Pasalkot. Mai colpito, finora, nemmeno l'altro obiettivo primario dei bombardamenti Cia: Sirajuddin Haqqani, leader della rete talebana che combatte le truppe Usa nell'Afghanistan sud-orientale.

L'esercito pachistano prepara nuove offensive. Imbarazzi e proteste a parte, il governo pachistano non si trova nella posizione di potersi opporre ai bombardamenti Usa sul proprio territorio, né alle continue richieste di lanciare nuove operazioni militari nelle Aree Tribali, retrovia della resistenza talebana contro le truppe alleate d'occupazione in Afghanistan. Secondo Washington, la massiccia offensiva in Sud Waziristan (Operazione 'Via della Salvezza', 17 ottobre-12 dicembre 2009) non ha avuto altri effetti se non quello di disperdere le milizie talebane nelle altre regioni tribali pashtun. Quindi adesso l'esercito di Islamabad è chiamato a intervenire sia in Bajaur, dove già sono iniziati i combattimenti e i bombardamenti dell'aviazione governativa, che in Nord Waziristan, dove i generali di Islamabad preparano una nuova offensiva per l'estate.

Pashtun=talebani: la violenza contagia Karachi. L'escalation della guerra nelle Aree Tribali tra governo e talebani rischia di destabilizzare ulteriormente i già fragilissimi equilibri politici ed etnici del Pakistan. Inquietanti segnali in questo senso arrivano dalla megalopoli di Karachi, dove il Mqm, il partito dei muhajir (i profughi musulmani giunti dall'India dopo la spartizione), ha sfruttato il pretesto della guerra al terrorismo per lanciare una nuova violenta campagna contro la popolazione pashtun della città, accusata di sostenere i talebani delle Aree Tribali con i proventi del narcotraffico e di altre attività criminali. Le ronde dell'Mqm hanno provocato violenti scontri tra le due comunità: in quattro giorni si contano già 27 morti.
"Di questo passo Karachi diventerà la prossima Beirut", denuncia Ameen Khattak, segretario dell'Anp, il partito laico dei pashtun.