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L’Europa apre le porte ai gasdotti russi

di Andrea Perrone - 11/02/2010

   


L’avvio dei lavori per la costruzione dei gasdotti Nord Stream e South Stream che trasporteranno metano russo all’Unione europea, bypassando Ucraina e Bielorussia, avrà inizio quest’anno. Le due condutture rappresentano i pilastri della politica energetica russa che punta a ridurre la sua dipendenza dall’Ucraina e dalla Bielorussia - in particolare dalla prima - come Paesi di transito per l’invio di gas all’Europa, lungo rotte che siano meno a rischio. La realizzazione di entrambe è così importante per la Russia che non ha voluto recedere dai progetti né per l’attuale crisi mondiale né per la diminuzione del prezzo del gas naturale.
Mosca ha al suo fianco dei grandi partner europei per la realizzazione dei due progetti. In particolare, sia Berlino che Roma, considerano la realizzazione dei due gasdotti un mezzo sicuro per ottenere le forniture necessarie al fabbisogno nazionale.
Nord Stream, la pipeline che dovrà inviare gas alla Germania attraverso il Mar Baltico, avvierà i lavori entro il prossimo aprile nonostante dei ritardi provocati dal mancato benestare finlandese al passaggio della pipeline lungo la sua zona economica e per la battaglia legale degli ambientalisti del WWF. Il gasdotto prevede la realizzazione di due linee parallele da 27,5 miliardi di metri cubi l’anno. La lunghezza prevista è di 1.220 km, con partenza da Vyborg, in Russia, ed arrivo - attraverso il Mar Baltico - a Greifswald, in Germania, dove il gasdotto sarà collegato alla rete onshore tedesca, e da qui al sistema continentale europeo, tramite l’OPAL (progetto realizzato da Wingas con l’80% e E.On con il 20%). Il gigante di Stato, Gazprom ha già firmato contratti per l’invio di gas grazie al Nord Stream a utenti di diversi Paesi europei, fra cui Germania, Danimarca, Olanda, Belgio, Francia e Regno Unito. Oltre a Gazprom, socio di maggioranza nel consorzio Nord Stream, fanno parte le compagnie tedesche E.On e BASF, che posseggono ciascuna il 20% del pacchetto azionario, e la società danese Gasunie con invece il 9 per cento.
Proprio ieri, in occasione del vertice del Mar Baltico (Baltic Sea Action Summit) a Helsinki, che ha per tema la questione dell’inquinamento di queste acque, il primo ministro russo Vladimir Putin (nella foto) ha precisato di essere certo della sicurezza ambientale e dell’affidabilità del gasdotto Nord Stream in costruzione attraverso il Mar Baltico. “L’ambiente sarà protetto e sicuro, il flusso sarà ininterrotto attraverso le rotte di approvvigionamento di idrocarburi in Europa, si rafforzerà la stabilità energetica di tutto il continente europeo”, ha precisato il capo del governo russo. Una sottolineatura necessaria, in attesa che l’agenzia per l’Ambiente finlandese dia il via libera definitivo dopo che lo scorso anno il governo di Helsinki, insieme a quello di Stoccolma e Berlino, aveva dato il suo benestare al progetto. South Stream avvierà invece i lavori nell’autunno prossimo e sarà operativo a partire dal 2015. L’Eni, il grande gruppo energetico italiano, è uno dei partner più importanti del consorzio per la realizzazione di South Stream, e a breve dovrebbe essere affiancato dalla francese Edf. Il tracciato sarà diviso in due grossi tronconi, la sezione offshore nel Mar Nero e quella su terra. Il tratto nel Mar Nero sarà lungo circa 900 km; non è stato ancora fissato il tragitto preciso che, tuttavia, dovrebbe partire dal porto russo di Beregovaya e arrivare a quello bulgaro di Varna. Anche il tratto continentale non è stato ancora pienamente determinato e sono allo studio due diverse linee: una correrà dentro la penisola balcanica, e da qui verso l’Austria, mentre l’altra verso l’Italia passando per la Grecia e il canale di Otranto. Sebbene non esistano ancora né accordi intergovernativi con l’Austria - anche se nel dicembre scorso il ministro degli Esteri di Vienna, Michael Spindelegger, si è detto interessato - né accordi commerciali con la principale compagnia austriaca, la OMV, un importante tassello verso la realizzazione del gasdotto è stata l’acquisizione da parte di Gazprom del 50% della società che controlla l’hub di Baumgarten, possibile punto di approdo del braccio nord del South Stream. La capacità del gasdotto prevista è di 63 miliardi di metri cubi annui. L’avvio dei lavori per la realizzazione dei due gasdotti costituirà, quindi, un ottimo segno di avvicinamento fra Europa e Russia, nella speranza che presto ve ne siano altri, più grandi e migliori.